36 – T.R.E.N.T.A.S.E.I.

di Francesca

Trentasei. Cazzarola 36.

Già vi immagino: i miei amici più grandi, tanto più grandi, sorrideranno. Mi vedono ancora giovane e con la vita davanti e penseranno che io mi stia lamentando per nulla. Chi li ha passati da poco, invece, forse proverà a convincermi che non cambi nulla. Uno in più, uno in meno. Il meglio deve ancora iniziare e poi una donna non è Donna prima dei 40!

I miei amici più giovani, al contrario, diranno: “36??? “. Quelli più gentili e di sesso maschile aggiungeranno: “anvedi la milfona, gallina vecchia fa buon brodo”, tuttavia, come il mio vicino 22enne acneico prenderanno a darmi del lei. Per quelli meno carini diventerò   ufficialmente “la tardona”.

Le mie amiche giovani nemmeno li contemplano i 36 anni, mettetevi il cuore in pace perchè, fino a 10 anni fa, nemmeno io pensavo avrei mai avuto più di 30 anni.

Le mie coetenee invece, per consolarmi, mi diranno amorevolmente: “va be dai, non sei né così grassa nè così vecchia per aver avuto due gemelle”.

A mia madre scenderà una lacrima, per lei ho ancora 3 giorni e sono dentro quella culletta di rattan con le lenzuola rosa sotto una palma di Playa el Agua. E, soprattutto, lei ha 36 anni di meno. E lo so, lo so mamma, che mi stai già parlando sopra per aggiungere: “eri già color cannella per il sole”.

A mio fratello verrà un colpo pensando che alla fine è lui quello più vecchio dei due e, se è vero che oggi sono ufficialmente più vicina ai 40 che ai 30, a voglia lui che i 40 li ha già passati. Però sono sicura che si farà due risate a rivederci nel letto insieme a guardare qualche puntata dello zio Tibia o in bicicletta su e giù per l’isola, bambini.

Mio padre, da lassù, da buon emiliano, sta senz’altro brindando alla mia, con un bicchiere di lambrusco in mano, e pensa: “ehy chipy chipy sei grande ormai” e, se potesse farlo, mi farebbe quella cosa insopportabile che non ho mai tollerato, quando mi imprigionava il naso tra l’indice e il medio fingendo di portarmelo via.

Per le mie figlie sono Highlander, c’ero già ai tempi di Ramses II, Tutankhamon e Nefertiti, ho cavalcato e domato tirannosauri e superato le varie ere glaciali. Per mia suocera continuo ad avere 25 anni, mentre per il proprietario della gastronomia Gino di corso Vercelli, che ha 1000 anni circa, sono “una bela tusa”e merito l’epiteto di ‘signorina’. Quando sono triste vado a comprare due supplì e un fetta di pizza per farmi gonfiare l’ego, oltre che il girovita.

Sapete qual è il guaio dell’età, secondo me? Che ‘sti stronzetti di anni corrono, aumentano senza che quasi tu possa rendertene conto. Loro volano e tu, che i 36 ormai fisicamente te li senti e li dimostri tutti, di testa continui a sentirtene e dimostrarne 24 al massimo.

Bisogna farci il callo e guardare in faccia la realtà: non è così. Sono solo suggestioni! Gli anni volano soprattutto quando hai i figli. Perché quando arrivano loro cambia davvero tutto. Nel bene e nel male.

Anche se per una vita, ancora giovane, spensierata e senza nulla di davvero serio per la testa, senza saperne assolutamente niente, hai ripetuto a te stessa e al mondo con convinzione (e presunzione): “i figli non mi cambieranno”.

Ciao! I figli eccome se ti cambiano, smettiamola di dire stronzate.

Prima di tutto smetti di essere un cazzaro quasi per magia. Diventi prudente e a ripensarci mi viene quasi da ridere. Poi apri un vero e proprio vaso di Pandora, lo scoperchi e, quando ci guardi dentro, quando tutto inizia a ribollire e straripare come lo spezzatino con le patate e piselli che faceva tua nonna, vorresti poterci rimettere sopra il coperchio e salirci  sopra in piedi come quando la valigia non ne vuole sapere di chiudersi il 2 di agosto e tu hai un volo da lì a due ore.

Ma non c’è modo. Il Vaso ormai è aperto, cavoli tuoi.

Guardi in faccia tutto improvvisamente: chi sei veramente, le scelte che hai fatto, i tuoi difetti e i tuoi rimorsi, tutto. Inizi a preoccuparti improvvisamente per qualcuno che non sei tu, i tuoi genitori, il tuo compagno, il gatto, l’intonaco sul soffitto, il frigo vuoto o il bonsai che perde le foglie.

Hai improvvisamente qualcuno davanti che davvero senza te non va da nessuna parte. Che se non ci sei tu non sopravvive. Quindi preoccupazioni a mille anche quando te la meni e ti dici una madre easy, sensibilità a fiumi e una diversa visione della vita.

Se poi a questo aggiungi che, pur sentendoti una 24enne, ne hai 12 di più, e che inizia per te una fase di sclero, stanchezza, capelli bianchi in senso lato e non, litigate, ridimensionamento delle priorità, calcoli alla cistifellea, risistemazione generale dei rapporti famigliari, out out sulle comparsate o le perle di saggezza delle nonne, insonnia, cellulite, ormoni, inclusi quelli in attivo e quelli crollati, il terrorismo che ti leva il sonno, o ancora il fatto che mete come Bora Bora, Hawaii o Tanzania mutino in travolgenti soggiorni ad Arese Beach, Sirmione, Naxos e Finale Ligure, non ne esci.

Anche i week end di conseguenza si trasformano.

Ciao ciao alle cenette in due a Portofino, alle serate in giro in motorino, alle gite con il gozzo decise all’ultimo minuto.

I romantici fine settimana si trasformano in affollatissimi pranzi di gruppo con 28 bambini a Cascina Selva, alla Fattoria Pasquè o in qualche altro agriturismo, con immancabile pettinatina dei conigli e tour guidato nelle stalle tra un conato e l’altro.

E se aggiungi tutto questo a quel terribile di vaso di Pandora spalancato, allora a voglia che ti senti stanca e che il tempo volaancora più   velocemente!

Te ne accorgi quando li guardi i figli. E vedi un metro di donne in miniatura che ragionano, chiacchierano, si comportano da bambine grandi e ti sembra ieri che non superavano i 40 cm e tu supplicavi in lacrime il cielo che il tempo passasse più il fretta per poter respirare.

Che illusione. Allora al massimo parlavano filippino, si mangiavano la tua crema total body anticellulite, mettevano Milan in lavatrice, dormivano e consumavano 18 pampers al giorno (a testa, grazie mamma per averli comprati sempre tu).
Eccolo ancora lì il vaso scoperchiato: vedi in loro le cose belle e le cose brutte che ti caratterizzano e allora cerchi di spingere sulle prime facendo di tutto per correggere il tiro sulle seconde, perchè le tue figlie abbiano un esempio migliore di te. Nonostante tu sappia già che siano mezze matte come te e che le mele non cadano mai troppo lontane dall’albero.

E poi cambia tutto anche nel tuo corpo.

Ti ritrovi improvvisamente uno sguardo che fai fatica a riconoscere come tuo.

Più diretto, a tratti cinico, a tratti ipersensibile, sicuramente stanco e consapevole.

Dove sono finiti i 3 giorni di dieta proteica, barrette orrende e beveroni per perdere un sacco di kg?

 E gli occhi che si riprendevano dopo appena qualche ora di sonno?

A proposito di sonno: perché  potevi dormire tre ore e stare bene e ora per ottenere lo stesso risultato dovresti farti crioconservare per otto anni e mezzo per riuscire a fare una serata, superare la serie di sbadigli della mezzonotte e non svegliarti decomposto il giorno dopo?

E vogliamo parlare delle tette? Perchè non tornano più come prima? O orecchie di cocker spaniel o due giberne. Mai una volta che possa esserci una via di mezzo per ogni donna mortale che non sia Belen.

Io non ho allattato eppure non chiudo più una camicia da 4 anni, sono lievitate come due plumcake e le detesto. Se corro in palestra e non le bendo tipo amazzone mi ci schiaffeggio.

La lista delle domande senza risposta è davvero infinita: perchè, da donna “pera”, nei momenti migliori a livello di linea donna “clessidra”, oggi mi ritrovo inequivocabilmente a essere una donna “mela”?

Mi metto a dieta ogni lunedì mattina e ogni lunedì sera ho voglia di qualcosa di buono. Quindi, ogni settimana, resto a dieta giusto il lunedì, il martedì mattina e già il martedì pomeriggio inglobo qualcosa non previsto nel mio programma di dimagrimento.

Poi però provo a correre ai ripari dall’ Estetista Cinica (che dio benedica la Cri) che mi consola spiegandomi che della mia cellulite è più responsabile il mio errato appoggio plantare di me e mi restituisce il sorriso (e 2 cm in meno per coscia) con una bendatura di Slim Me da vera antica egizia.

E poi mammmamia che brutto carattere viene con gli anni. Come si peggiora. Inizi a dire di essere selettivo e di non aver più voglia di perdere tempo con le persone sbagliate ma in verità hai già girato la boa e non si torna più indietro. Sei diventata intollerante, esigente, amante del tuo tempo e della tua autonomia.

Tuttavia, allo stesso tempo, riesci ad essere una gigantesca rompicoglioni emotiva: ora ti basta un niente per farti un pianto, anche un bigliettino di auguri, i vostri auguri su Facebook, 3 grammi in più quando ti pesi, il disegno di uno scarafaggio da parte di tua figlia che, fiera, ti spiega che quella sei tu, un messaggio particolarmente dolce, il documentario sulla foca dell’Antartide del polo in pericolo per via dello scioglimento dei ghiacci.

Dove sono finite le bravate e la spensieratezza di 10 anni fa?

I miei bagni in piena notte nell’oceano sotto una luna da togliere il fiato?

I litri di mojito bevuti senza sensi di colpa e senza ripercussione alcuna.

Oggi penserei “mmmm magari se non asciugo bene i capelli poi mi si blocca il collo”, “se bevo domani ci vuole un carrattrezzi per tirarmi giù dal letto!”.

Per non parlare dei viaggi in notturna, con il piede fino in fondo sull’acceleratore, la musica revival a tutto volume da cantare a squarciagola, le serate in auto a chiacchierare ore davanti al portone di un’amica, tra risate e riflessioni, tra una strofa di “Sere Nere” ed una di “Aeroplano”, da cantare rigorosamente in falsetto.

Oggi arrivata sotto casa della tua amica schiacceresti volentieri il pulsante d’espulsione per fare prima, altro che l’acceleratore! “Cavolo ma è già l’unaaaaaaa?”. Scriviamoci in whataspp, dai, “così finiamo di raccontarcela”.

D’altronde non dormi da tre notti, le figlie sono a letto -probabilmente nel tuo- e domani la sveglia (ovvero loro che vengono ad alitarti in faccia chiedendo la colazione) sarà come sempre prima delle 7:00, anche se è sabato e tutti i tuoi amici single con cui eri a cena si sveglieranno alle 13:30 giusto per andare da Pandenus a fare il brunch!

Insomma ho 36 anni. E lo so che ora ci vorrebbe un finale d’effetto ma io non sono mai stata brava con le conclusioni. Ogni volta che scrivo un testo per terzi mi si richiede una conclusione migliore perchè a un certo punto chiudo e stop. Io odio i punti, vedo tutto in divernire. Come la vita, il mio peso, le mie rughe e la mia età. Però, anche se non sono una grande romantica e le cose troppo dolci mi infastidiscono, una cosa voglio dirvela: io sono contenta. Di tutto. Anche di quello che non mi rende pienamente felice. Sarà uno stimolo per migliorare.

Tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto, perchè oggi sono il risultato di tutto quello che mi è accaduto.

La gioia di vivere non mi abbandona mai e, seppur io chieda ogni giorno al cielo di poter vivere a lungo, sto provando a impostare la mia esistenza come se ogni giorno fosse l’ultimo. Forse in questo risiede la vera felicità.

Non è facile farlo, vivere ancorati al passato oppure sempre e solo proiettati nel futuro è la tendenza di molti. Ma se c’è una cosa che voglio imparare a fare e che mi riprometto soprattutto ora di iniziare a fare di più è di assaporare il presente e godermelo di più.

Ora e subito. Senza pensare a un domani che tanto è incerto. E poi con i tempi che corrono mi sembra già meraviglioso essere qui ora, poter ancora vivere per raccontarla e poter spegnere tante (tante!!!) candeline circondata dalle persone che amo, con tanto calore umano intorno.

Buon compleanno a me e grazie a tuti voi per gli auguri perchè davvero siete stati così tanti! Altro che “mille auguri!”, ne ho ricevuti tanti di più! Grazie a chi c’è stato finora, a chi c’è ancora. A chi mi vuole bene e manda a me e alle mie cucciole dei pensieri buoni. A chi mi sopporta e non mi ha lasciato la mano nemmeno nei momenti più   difficili. Grazie alla mia famiglia, perchè sono una persona fortunata. Grazie alle persone positive che mi vogliono bene lasciandomi libera, senza pressioni. Grazie a chi sta viaggiando sul mio stesso treno, non importa se sullo stesso vagone o su un altro, non importa se nella mia stessa carrozza o su un’altra (io sicuro sono seduta nel vagone ristorante): grazie per aver fatto un pezzo di viaggio insieme a me e grazie per tutti i km che potremo ancora fare insieme (anche se mi è venuto un brutto carattere).

36 ragazzi! Cazzarola 36!

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