#QVCNextLab – CORA Happywear, abbigliamento ecosostenibile per donne, bambini e bebè

di Francesca

Eccoci arrivati alla quinta delle 12 interviste che pubblicheremo tra ottobre e novembre, fatte alle imprenditrici che hanno aderito al programma formativo QVC NEXT LAB organizzato da QVC Italia, in collaborazione con The european House Ambrosetti nei mesi scorsi.

Elisabeth Tocca Sara Pacifici sono, rispettivamente, la fondatrice e CEO e la Marketing Manager di CORA Happywear, brand di abbigliamento eco sostenibile e naturale per donne, bambini e bebè.

I loro capi sono realizzati con materiali morbidi come la seta, anallergici ed altamente traspirati come la fibra di eucalipto, il bambù, la fibra di faggio, le reti da pesca rigenerate.

La vera innovazione in CORA happywear sta nel modello di vendita. Possiamo parlare di un cross channel evoluto perché basato sul social selling.

In CORA il consumatore finale diventa l’ambasciatore del marchio perché oltre ad avere un compito educativo in un settore sensibile della nostra vita quotidiana, può gestire flessibilmente il proprio lavoro da casa propria in base alle proprie esigenze di tempo e denaro.

I loro prodotti vengono distribuiti da mamme/donne tramite dei divertenti ed educativi eventi di home shopping oppure tramite i personalizzati supportati da piattaforme tecnologiche come la digital foto recognition dei capi e una piattaforma di co-shopping che sono dei piccoli salotti digitali per scambiarsi consigli idee ed informazioni online e per acquistare.

Mi sembra davvero un’idea geniale e, mentre ci penso, realizzo quanto potrebbe funzionare una cosa del genere anche a Milano!

Cosa vi ha fatto venire voglia di creare il vostro brand?

Mi risponde Elisabeth, mamma di due bambini che, come molte di noi, dopo aver lavorato, anche felicemente e in belle aziende alto-atesine, ha sentito comunque il desiderio di creare qualcosa di suo.

Dopo la nascita dei miei due figli iniziarono ad infastidirla sempre di più diversi pregiudizi, piccole/grandi discriminazioni nei confronti di noi donne mamme nel mondo del lavoro.

Intorno ai 35 anni inizia la fase dove si fa il punto della situazione nella propria vita e ci si allinea sul dove si vuole andare e se la bussola è allineata e calibrata.

Il mio secondo figlio aveva un anno quando ho deciso di fare un cambiamento di settore e andare a lavorare dal settore del cibo senza glutine al settore del abbigliamento per la montagna. Col tempo però – probabilmente per portare avanti un sogno nel cassetto non esaudito di mio padre – lo spirito imprenditoriale mi ha stuzzicata e non più mollata e così, una sera di Natale del 2012, è nata l’idea CORA.

Dove CORA… sta per coraggio

Che storia bellissima! Il coraggio però premia! Quali sono stati i primi passi che hai compiuto per concretizzare quella che fino ad allora era stata soltanto un’idea?

Elisabeth: CORA è nata da un’idea.

Sognavo di dedicarmi ad un mio progetto imprenditoriale che andasse incontro alle esigenze delle famiglie, desse un contributo ad una parte della società meno fortunata della nostra e fosse allo stesso tempo un modo diverso per approcciare il futuro pensando anche a chi vivrà sul nostro pianeta dopo di noi.

Quindi una sera di natale, parlando con mio fratello, abbiamo pensato di creare una linea di abbigliamento sostenibile con materiali sani e sicuri per la pelle dei nostri bambini e non solo.

Quali sono stati i primi passi compiuti per far conoscere la vostra  start up?

Elisabeth: Prima di tutto studi di mercato e di settore, poi ovviamente creazione di un business plan. A seguire fundraising tra family & friends, preparazione della prima collezione e lancio del primo sito web.

Finora avete incontrato delle difficoltà? Se sì quali?

Elisabeth: Sicuramente un problema maggiore sono le banche che non hanno –se non hai conoscenze importanti –fiducia nel settore delle start up – soprattutto femminili – e trovare finanziamenti

Quali partner potrebbero sostenere il vostro progetto secondo te?

Elisabeth: Aziende locali che potrebbero usare progetti come il nostro – partner tecnologici forse esteri per il know-how digitale

 

Di cosa avreste bisogno adesso per compiere il passo successivo?

 Elisabeth: partner tecnologici e Soldi. La crescita è legata ai soldi che si hanno a disposizione per la crescita.

Che risultati sentite di aver ottenuto e hai ottenuto finora?

Elisabeth: Innanzitutto ci siamo ancora che è già una grande cosa ; ) Abbiamo il numero di clienti e lifestyler in crescita che sono ancora fedeli sostenitrici del nostro progetto.

Vedere un bambino, bebè o una donna con un tuo capo per strada mi da ancora oggi i brividi di gioia.

Che apporto ha dato alla tua realtà o al tuo spirito imprenditoriale il percorso intrapreso con QVC Next Lab?

 Elisabeth: È stata una delle più grandi e belle esperienze del mio percorso professionale – non solo per il fatto di avere conosciuto splendide donne  start upper italiane ed israeliane con le quali condividiamo un sogno,  ma il percorso QVC next è stato un bellissimo esempio di come un’azienda privata possa prendere in mano un progetto di responsabilità sociale per dare un proprio contributo alla crescita delle persone di un paese.

Che valore aggiunto pensi vi abbia dato il nostro viaggio in Israele?

Elisabeth: Contatti stupendi – israeliani ed Italiani, oltre alla possibilità di “Toccare” le mentor – donne splendide che dovrebbero fungere da esempio a tantissime donne (e uomini) in Italia. Poi abbiamo capito quanto sia vero che facciamo parte di una stessa Community, quindi non siamo da sole, ma siamo in molte e con gli stessi problemi. E’ stato molto interessante anche poter osservare da vicino come avvengano formazione e best practice in uno dei paesi più innovativi del mondo.

Vi vedete proiettati in una realtà italiana o estera?

Elisabeth: Ci vediamo in una realtà mondo…iniziando da casa nostra : )

Che consiglio dareste a chi oggi vuole creare una start up?

Elisabeth: apertura totale, parlare con più persone possibili, non nascondere la propria idea ma ogni persona con la quel ne parli è un potenziale idea giver e forse ti evita errori. Poi di pianificare i flussi di cassa molto molto realisticamente restando pessimisti. Avere un piano chiaro di dove si vuole arrivare, già quando si parte e restare aperti ai cambiamenti necessari per raggiungere il proprio obiettivo. Scegliersi un team eccezionale – idealmente di soci.

È dura. Quindi NON MOLLARE ai primi ostacoli…resta dura anche dopo i secondi ostacoli ; )

CORA Happywear – Facebook – Instagram

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Se volete leggere le precedenti interviste, o scoprire qualcosa di più sul nostro viaggio in Israele, cliccate sui link che seguono:

Needo, il primo asilo mobile e on-demand

Acadermic, la linea cosmetica che offre una “seconda vita” ai sottoprodotti agroalimentari

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