Bullismo e cyberbullismo: se ne parla fin troppo ma si parla poco delle soluzioni!

di Francesca

Il bullismo: un problema di tutti!

#adessoparloio : un appello al mondo degli adulti

Sono una ritardataria cronica.

Ultimamente non riesco mai a organizzarmi come vorrei.

Per esempio, questo post avrei voluto scriverlo mesi fa, eppure, sono riuscita a farlo solo oggi.

Ci sono tematiche che meritano più di altre e quella che tratterò oggi è una di quelle.

Soprattutto ora, dopo che da un po’ di settimane a questa parte si parla tanto di disagio giovanile, oltre che dell’ultima, orribile, tendenza, rinominata “Blue Whale“.

Credo che mai come in questo momento sia utile rivolgerci alle persone adatte, in grado di comprendere cosa scatti davvero nella testa di un ragazzo per portarlo ad agire come i fatti di cronaca ci raccontano quotidianamente.

Ho conosciuto IVANO ZOPPI qualche anno fa, in occasione di un evento realizzato in collaborazione con Pepita Onlus, di cui Ivano è Presidente.

Impossibile non apprezzarlo seduta stante, umanamente e professionalmente.

PEPITA ONLUS

PEPITA ONLUS è una cooperativa sociale che fa un grandissimo lavoro ed è costituita da educatori esperti nella progettazione e realizzazione di interventi socio-educativi, percorsi di formazione e attività di animazione in scuole, enti pubblici, associazioni di volontariato, oratori e altre realtà del privato sociale.

Negli anni ha maturato una profonda esperienza e competenza in tema di bullismo, cyberbullismo, sexting e bullismo sessuale, tanto da divenire riferimento per istituzioni e organi d’informazione.

Un punto di riferimento importante per noi genitori, ma anche un faro nella notte per tutti quei giovani che si affacciano al mondo e che non sentono di avere adulti di riferimento a cui rivolgersi.

In una “società liquida” in cui i ragazzi faticano a orientarsi per crescere consapevoli, Pepita Onlus, si colloca al fianco dei giovani, per affrontare con loro il normale disagio evolutivo.

“Negli ultimi due anni”, spiega Ivano Zoppi,ho incontrato oltre 14.000 ragazzi girando nelle scuole in tutta Italia. Ho visto ragazzi aprirsi, raccontarsi: di fronte a un ascolto attento, vivo e concreto di un adulto, molti di loro hanno riscoperto quella voglia e quel bisogno, di relazioni vere. Hanno bisogno di credere di nuovo negli adulti di riferimento”.

Tra questi il 45% tra i 12 e i 14 anni ha dichiarato che, se fosse vittima o assistesse ad episodi di bullismo o cyberbullismo, non ne parlerebbe con nessuno per tre motivi:

  • paura
  • “non sono fatti miei”
  • “anche se ne parlo con un adulto credo che non potrebbe fare nulla”.

DUE PAROLE SUL BULLISMO

Ho due bimbe che oggi vedo come due angioletti innocenti. Eppure di tanto in tanto mi proietto nel futuro, conscia che il tempo volerà anche per loro e che non manchi poi molto a quel “terribile” momento da cui tutti siamo passati: la tanto temuta adolescenza.

ll bullismo è un male grande come il mare e per combatterlo, bisogna lavorare giorno per giorno, su quelli che oggi sono solo bimbi, ma che presto diventeranno adulti.

Come spiega Ivano, “quello del bullismo è un fenomeno trasversale. Nessuno è immune: la vergogna, la paura e il silenzio lo nutrono, le parole e la denuncia lo sconfiggono”.

Forse si radica più facilmente in individui giovani, ancora acerbi, pieni di insicurezze tipiche di quell’ età. Persone in divenire ancora alle prese con la costruzione della propria personalità.

E’ come se poi, crescendo, ci si spogliasse del bisogno di ferire (se stessi e gli altri), o dall’incapacità di reagire.

Spero, un giorno, di riuscire a fornire a Giulia e Vittoria gli strumenti adeguati per vivere al meglio il momento in cui conosceranno e si imbatteranno in quel mondo.

Sperando non accada mai.

Ma, soprattutto, spero di riuscire a trasmettere loro quanto sia fondamentale il dialogo in famiglia, nella speranza che un giorno non si chiudano a riccio ma riescano a renderci partecipi delle loro vite, anche quando ai loro occhi saremo una sorta di alieni, troppo lontani per comprenderle davvero.

Sono felice di avere tra le mie amicizie persone come Ivano.

Così come sono sollevata dal fatto che esistano organizzazioni che trattano con grande serietà tematiche del genere.

Il bullismo, in ogni sua forma, è un problema di tutti e spetta quindi a tutti interromperlo.

Come? Unendo le forze per interrompere, appunto, la catena che lo alimenta, accettando di esercitare la propria responsabilità.

I ragazzi vanno ascoltati, presi per mano e portati a dialogare. In modo pulito e diretto, senza che si sentano giudicati.

Ivano, giustamente, suggerisce di cambiare prospettiva e di vederli come una fonte straordinaria di risorse nuove che danno energia, “come piccole navi in mare aperto ostacolate dai venti, in cerca di una rotta verso casa”.

Ogni giorno fatti di cronaca che riportano di atti di cyberbullismo tra teens, fanno riferimento alla potenza dei social network nella diffusione di immagini e video, talvolta offensivi, altre hard.

#ADESSOPARLOIO: il programma tv su vittime e bulli per aiutare a capire

Da un’idea di Mapi Danna, giornalista e mamma, ha preso vita il programma tv #adessoparloio.

Dopo aver conosciuto Ivano Zoppi e dopo aver visto in azione gli operatori di Pepita Onlus sul campo, accanto ai ragazzi, Mapi, che ho avuto modo di ascoltare durante una conferenza stampa e di adorare immediatamente, ha allora deciso di creare le giuste sinergie per realizzare un nuovo format televisivo.

Il progetto ha preso avvio dalla collaborazione con Real Time e presto è diventato una serie di 10 pillole da 5 minuti ciascuna.

Un format dalla parte dei ragazzi.

10 storie di sopraffazione, ingiustizia e dolore con le quali si è data voce ai ragazzi che hanno subito e a quelli che hanno sopraffatto.

Bulli e vittime si sono raccontati con l’aiuto di due volti noti tra i giovani: lo youtuber, attore e cantante, Leonardo Decarli (800mila contatti su Youtube) e la cantante italo-marocchina, Bouchra (clicca qui per guardare il suo video).

Il programma di Discovery Italia si avvale della preziosa collaborazione sul campo di Pepita onlus, cooperativa sociale che da oltre un decennio si occupa del fenomeno.

Cosa è emerso da queste 10 storie?

è emerso che c’è la necessità di spostare il focus dal bullismo alla prevenzione, al bisogno di far parlare questi ragazzi e dar loro riferimenti adulti precisi.
Perché di bullismo si parla fin troppo ma si parla poco e male delle soluzioni.

#ADESSOPARLOIO è stato anche un programma interattivo perché alla fine della trasmissione veniva fornito un numero di Whatsapp (3482574166) e, a fianco, la scritta “ti ascoltiamo”.
Il messaggio ai ragazzi voleva essere proprio questo: cominciate a parlare e a raccontarci, noi vi aiuteremo.

 

#Adessoparloio: dall’hashtag al libro per fermare il bullismo

#adessoparloio è ora un libro, edito da Pepita Onlus, per dare la possibilità ad altri ragazzi di leggere queste storie e quelle di tutti i loro coetanei che hanno detto #adessoparloio!

E’ possibile acquistare il volume, al prezzo di copertina di € 10,00 + € 2 (spese di spedizione), facendone richiesta via mail a: info@pepita.it o utilizzando il servizio PayPal.

Un cammino in divenire

#adessoparloio diventa anche un appello al mondo degli adulti, dei genitori e degli insegnanti prestino  attenzione ai segnali più o meno evidenti che è importante  saper cogliere e affrontare. Ma è anche un appello ai bulli,protagonisti come le vittime di questo programma.

Come le vittime, sono imbrigliati in uno schema dove i conti  tornano solo attraverso l’aggressività e la violenza.
Uno schema in cui non c’è amicizia, ma branco, dove   manca completamente la responsabilizzazione rispetto alle    proprie azioni.
E infine è un appello al gruppo dei pari, quelli che non fanno  del male ma vedono, quelli che stanno a guardare in silenzio  o, peggio, riprendono per condividere.

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