La mamma: Che fantastica “invenzione”!

di Francesca

La mamma: Che fantastica “invenzione”!

Ho sempre scherzato sul fatto che la mia sia un po’ “bizzarra”, ma in verità, cosa ve lo dico a fare, è sicuramente così per tutti, la mamma è la mamma, e la mia, per me, è la migliore persona al mondo.
Non lo dico così per dire, lo penso seriamente.

Sembrerà un’ovvietà, ma mia madre, anche e soprattutto per il suo modo di essere, di esserci (sempre) e di amarmi, è sicuramente una delle persone più importanti della mia vita.

La mia non è mai stata, per capirci, quel tipo di mamma dal boccolo perfetto, intenta a mettere in tavola manicaretti di ogni tipo.

Però, probabilmente, se fosse stata una donna di questo tipo, oggi sarei anche io completamente diversa.

Le sarò sempre grata per quello che mi ha trasmesso e insegnato.

Dignità, autoironia, solidarietà femminile, capacità di voler bene ed esternare i sentimenti, fanno parte della grande ereditarietà che mi ha saputo lasciare.

Posso forse non esserle grata per sempre?!?

Forse ho mangiato “4 salti in padella” a lungo, forse non sono abbastanza emotiva e sentimentale, forse sono venuta su uomo in un corpo di donna, però sono felicissima di quello che sono.

E, a maggior ragione ora che due figlie femmine, le sono ancora più grata perché il mio essere madre con loro non è che il riflesso di quello che è stata lei con me.

Ricordo quando ero piccola, quando vivevamo in Venezuela, che spesso, per lavoro, i miei genitori non riuscivano a rientrare presto a casa.

Non abbastanza presto da poterci mettere a dormire.

Per evitare che ci sentissimo soli, cosa che comunque non penso sia mai accaduta, aveva registrato delle musicassette con la sua voce, che contenevano tutte le canzoni di Renato Rascel e Sergio Endrigo cantate da lei, con la sua dolcissima voce.

E’ una cosa che non potrò mai dimenticare.

E, inevitabilmente, sono le stesse canzoni con le quali mi piace mettere a nanna Giulia e Vittoria la sera, per quanto io sia decisamente meno intonata di mia madre.

Mia madre non mi ha mai lasciato la mano.

Non l’ho ha fatto mentre muovevo i primi passi, non lo ha fatto mentre crescevo, nemmeno durante i terribili anni dell’adolescenza (tremo al solo pensiero che ci passerò a mia volta con le mie figlie).

Lei c’è sempre stata.

Anche quando ero a pezzi, ha sempre saputo raccogliere i cocci e rimetterli insieme, anche quando, probabilmente, ai suoi occhi la mia disperazione per il fidanzatino dei 20 anni non aveva alcun senso.

C’era quando ho vissuto i momenti più duri e difficili della mia vita, c’era quando ho affrontato una gravidanza non semplicissima, c’era quando ho avuto bisogno di lei.

C’è oggi, in ogni istante.
Credo che non si capisca tanto la propria madre fino a quando non diventiamo a nostra volta mamme.

Tante cose, infatti, tante sfumature che fino a poco prima vedevamo in modo sfuocato, appaiono improvvisamente nitide dal momento in cui si diventa mamme.

Qualcuno sostiene che diventare nonni sia perfino più emozionante dell’essere genitori.

Non riesco a capacitarmene, ma, considerato che ho sentito dire questa cosa da diverse persone, ci credo.
Io so soltanto che senza mia madre non ce l’avrei mai fatta.

Due gemelle non sono una cosa da poco e la loro gestione non sempre è una passeggiata di salute.

Se poi, come me, si ha voglia di tornare presto al lavoro e alla vita di sempre, allora i nonni assumono un ruolo ancora più fondamentale.

Non credo che sarei in piedi se mia mamma non ci fosse stata anche durante questi ultimi quattro anni.
Ho sempre pensato che, dopo un lungo, lunghissimo periodo in cui siano sempre loro ad occuparsi di noi, arrivi un momento perché i ruoli si capovolgano, almeno per un po’.

Più invecchio io, più invecchia lei, più Giulia e Vittoria crescono, e più mi accorgo di cambiare prospettiva e di sentire un forte senso di protezione verso mia madre.

Le prenoto le visite mediche, la seguo a vista d’occhio, mi preoccupo per lei e cerco, a modo mio, di esserci e di sostenerla quando penso possa averne bisogno.

Anche se, devo ammetterlo, non mi risulta sempre facilissimo, già che mia madre è una donna molto autonoma e indipendente e non credo sia mai stata in grado di chiedere sostegno, men che meno a me, che continua a vedere come la sua bambina, nonostante i miei 36 anni suonati.

Oggi mia madre continua a rappresentare un fondamentale punto di riferimento, un vero e proprio faro nella notte. E sono felice che anche nella vita delle sue nipoti riesca a ricoprire un ruolo fondamentale.

Quando viaggio, quando parto, saperle con lei mi fa sentire tranquilla.

Non esiste altra persona al mondo con le quali lascerei le mie bambine quando, per lavoro, mi devo allontanare da Milano.

Anche per questo motivo desidero prendermi cura di lei, perché continui a essere per me una boa in mezzo all’oceano e un affetto forte e importante anche per le mie bambine.

Alla luce di tutto quello che vi ho raccontato di lei, di noi, non avrei potuto fare altro che emozionarmi profondamente davanti a questo bellissimo video realizzato in vista della #Festadellamamma da Amplifon proprio sul rapporto tra madre e figlia.

Lo trovate di seguito, voi cosa ne pensate?

Quando l’ho visto mi sono commossa.

Lo trovo davvero emozionante e così reale, in grado di raccontare in modo molto profondo il legame fortissimo che lega ogni figlia alla propria madre.

Con questo bellissimo filmato Amplifon da il via alla campagna di comunicazione #Festadellamamma , con la quale vuole celebrare il ruolo di ogni mamma e ricordarci quanto sia importante prendercene cura, per dar loro la possibilità di vivere completamente l’esperienza di una nuova famiglia, con i nostri bimbi.

Sponsored by: Amplifon

Progetto: #festadellamamma #amplifon

Testi: Francesca Guatteri

Photo: Francesca Guatteri

Video: Amplifon 

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