La Vespa: filosofia di vita, icona di stile e orgoglio italiano!

di Francesca

Non so voi, ma io ho milioni di ricordi legati alla Vespa!

Calde serate in riva al mare, come corse affannate in mezzo al traffico di Milano.

Brezza nei capelli, alcuni dei momenti più importanti della mia vita; cieli stellati, risate, albe, tramonti, abbracci e discussioni; chiacchiere a non finire e canzoni cantate a squarciagola; affollate uscite tra amici, come solitarie passeggiate romantiche.

E ora, a 36 anni, ne ho tanti altri, completamente nuovi, già che, proprio recentemente, sono stata in Toscana, a Pontedera, a conoscere il mondo Piaggio molto da vicino!!

La Vespa, ne sono sicura, non ha lasciato un segno solo nella mia vita!

Dal 1946 ad oggi, ha accompagnato intere generazioni di ragazzi, che sono cresciuti muovendosi proprio in sella ad una Vespa.

La Vespa ha 70 anni, ma li porta benissimo!

Pensate che ha già 70 anni suonati, eppure sembra nata ieri ed è lo scooter più conosciuto ed amato al mondo!

E’ un’icona di stile, italiana al 100%! Pochi prodotti al mondo rappresentano il design Italiano come la Vespa.

Ho pensato di raccontarvi tutto quello che ho vissuto durante il mio soggiorno a Pontedera un po’ per volta, iniziando oggi, con il racconto di una bellissima storia, quella di Vespa.

Nei prossimi giorni seguiranno altri due post, uno sulla Fondazione Piaggio ed uno su“Tutti in Moto! Il mito della velocità in cento anni di arte”, splendida mostra a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci.

A seguire vi racconterò cosa ho visto all’interno degli stabilimenti Piaggio (mi sentivo una bambina! Vedere assemblare da zero una Vespa è un’esperienza incredibile!) e  ne approfitterò per anticiparvi tante belle novità ed iniziative che ruotano intorno all’inarrestabile Universo Piaggio!

Ma ora andiamo per gradi e iniziamo questa storia dall’inizio.

Voi conoscete la storia della Vespa?

Io, pur amandola moltissimo, non ne sapevo molto. Finché non ho varcato l’ingresso del Museo Piaggio e sono stata accolta da Cristina, Riccardo, Sabrina, Annalisa e Mariamargherita, che mi hanno presa per mano e accompagnata in questa favola tutta italiana. Riparleremo di loro nel prossimo post.

Ora iniziamo a ripercorrere la storia della Vespa, perché, come mi ha detto Riccardo* all’inizio del suo racconto:

“solo le cose intelligenti e di qualità durano nel tempo e possono diventare un mito”.

La Vespa, infatti, non è solo un mezzo di trasporto, ma rappresenta uno stile ed una filosofia di vita!

*(Riccardo Costagliola, persona deliziosa, presidente di Fondazione Piaggio e profondo conoscitore dell’Universo Vespa, già che nel Gruppo Piaggio ci lavora da oltre quarant’anni).

La nascita della Vespa

La Vespa nasce dall’incontro tra un imprenditore illuminato ed un progettista geniale.

Enrico Piaggio (l’imprenditore illuminato), voleva dare nuova vita ad uno stabilimento distrutto dagli eventi bellici, in cui lavoravano 12.000 dipendenti di altissima specializzazione.

Allo stesso tempo sognava da qualche tempo di creare un prodotto a largo consumo.

Lo scooter, in verità, era allora un piccolo mezzo già comparso in Francia, Inghilterra, negli Stati Uniti e persino in Italia. Tuttavia nessuna delle realizzazioni effettuate fino ad allora aveva dato vita a buoni risultati in termini di produzione o mercato.

Un mezzo per uomini, donne e preti!

Avendo intuito che presto sarebbe stato necessario realizzare un piccolo veicolo da città, chiese ai propri tecnici di progettarne un due ruote che avesse le seguenti caratteristiche :

• Potesse essere guidato indifferentemente da un uomo, da una donna e da un prete, quindi a “culla aperta”;
• Avesse uno scudo di protezione, per riparare dai ciottoli e dalla terra delle strade di allora, sporche e non ancora asfaltate;
• Fosse leggero e maneggevole;
• Non avesse organi meccanici in movimento (come la catena di trasmissione);
• Avesse il cambio al volante;
• Avesse le ruote facilmente sostituibili.

piaggio paperino

1944 – 1945 – Il prototipo MP5

Il “Paperino” di Spolti

Piaggio diede un primo incarico di progettare il veicolo all’Ingegner Renzo Spolti che, lavorando tra le officine di Pontedera e quelle di Biella, dove Piaggio aveva trasferite alcune attività a causa degli eventi bellici, presentò il prototipo MP5.

Il veicolo presentato dall’Ing. Spolti, denominato “Paperino” per la strana forma del parafango anteriore, non fu approvato perché, pur avendo delle soluzioni interessanti, non rispondeva a tutte le richieste di Enrico Piaggio, in particolare non aveva la «culla aperta».


Piaggio, allora, non contento, ci riprovò e scelse allora di fare le stesse richieste all’Ingegner Corradino D’Ascanio (il progettista geniale), allora capo della progettazione aeronautica, famoso per essere stato un pioniere della moderna elicotteristica.

Si narra che D’Ascanio, almeno all’inizio, non avesse accettato di buon grado, rispondendo a Piaggio: «non so guidare la moto e non so neppure come sia fatta». Pare che D’Ascanio non sopportasse le motociclette, che trovava scomode ed ingombranti.

Alla fine Enrico Piaggio lo convinse dicendogli «devi progettare proprio tu questo veicolo perché io non voglio una moto».

Nasce la Vespa

“vitino sottile e ronzio inconfondibile”

Il mezzo progettato da D’Ascanio non aveva più niente a che vedere con il “Paperino”. Era invece una soluzione rivoluzionaria ed innovativa rispetto a qualsiasi due ruote fino ad allora realizzata.

In pochi mesi D’ascanio presentò la sua proposta di veicolo, il prototipo denominato MP6.

Si narra che Enrico Piaggio, nell’approvare entusiasticamente il progetto, abbia esclamato:

«con quella vita sottile e quel ronzio del motore sembra proprio una vespa».

Nel gennaio 1946, sul prototipo MP6, comparve per la prima volta il nome Vespa, insieme ad un nuovo logo Piaggio che sostituiva quello aeronautico.

Il 23 Aprile 1946 venne presentata all’Ufficio brevetti di Firenze la domanda di brevetto per una «Motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica.” ».

La produzione della Vespa inizia nell’Aprile 1946 ed il veicolo di serie si differenzia dal prototipo MP6 solo per il posizionamento a destra del pedale freno e per la presenza di una elettro-ventola di raffreddamento del motore.

Le derivazioni aeronautiche della Vespa

Chiamarla semplicemente scooter sarebbe stato riduttivo.

La Vespa di D’Ascanio aveva tante caratteristiche di derivazione aeronautica.

Tanto per cominciare il telaio è un unico scatolato in lamiera, leggero e robusto, secondo le migliori tradizioni aeronautiche. Il motore era coassiale con la ruota, esattamente come negli aerei il motore è coassiale con l’elica. La ruota anteriore sospesa con un mono-braccio, come quelle dei carrelli degli aerei, ed è quindi facilmente sostituibile.

Vespa Piaggio

1946: Vespa 98, in vendita a 55.000 Lire

Nell’aprile del 1946 questo nuovo mezzo di trasporto venne presentato al pubblico per la prima volta, al Golf Club di Roma. Lo stemma fu stampato in rilievo con un nuovo logo, che rimpiazzò quello precedente dei veicoli Piaggio.

I primi esemplari vennero venduti attraverso un piccolo network di commercianti, con prezzi variabili dalle 55.000 Lire del modello base alle 66.000 Lire del modello deluxe. Da lì a poco un grande sciame di motorini Vespa avrebbe invaso le strade e le piazze italiane.

La vespa: uno stile di vita

La Vespa, in tutti i modelli prodotti in settanta anni, è entrata a far parte della nostra vita ed ha svolto un ruolo sociale importantissimo, rappresentando valori sempre positivi ed uno stile di vita inconfondibile.

Ha facilitato la mobilità e la socializzazione dell’Italia del dopoguerra: è stata non solo il veicolo che ha motorizzato gli italiani ma anche la concretizzazione del loro sogno di libertà individuale, il mezzo che ha permesso a persone diverse di superare i limiti territoriali delle proprie città, di sprovincializzarsi, di incontrarsi, di conoscersi, di scoprire passioni comuni.

Ha conquistato sin da subito tutti: adulti e ragazzi, donne e uomini (e anche i preti), così come il cinema!

Nel 1953, infatti, Vespa fece la sua comparsa  nel film “Vacanze romane” con Audrey Hepburn e Gregory Peck, conquistando anche Hollywood.

Negli anni ’50 il mercato cambiò drasticamente e la Vespa divenne un mezzo per distinguersi da parte dei giovani.

 Pochi anni dopo, nel 1956 (quindi dieci anni dopo la nascita della prima Vespa), la fabbrica di Pontedera raggiunse la milionesima vendita.
Il successo di Vespa superò ogni aspettativa.

A questo punto erano tre i modelli in commercio: 125cc, 150cc e 150cc GS.

Chi Vespa mangia le mele!

La Vespa non ha solo rivoluzionato la percorrenza nelle strade!

E’ stata, da subito, un vero e proprio fenomeno di cambiamento socio-culturale perchè, solo “Chi Vespa mangia le mele!”.

La Vespa è inconfondibile

Negli anni ’60 fu la volta del Vespino.

I progettisti, anzichè limitarsi a creare una Vespa più piccola nelle dimensioni, la riprogettarono del tutto, dando vita a un nuovo mezzo, pur tenendo a mente lo stile e l’immagine Vespa, perchè continuasse a rappresentare un mezzo riconoscibile tra mille!

La Vespa iniziava ad essere pensata anche per un target più fresco e giovane e i modelli si fecero via via più colorati!

Il Vespino sarebbe stato presto un vero e proprio mezzo di socializzazione, non solo di locomozione!

La Vespa ha un’anima tutta sua, e lo dimostra il fatto che abbia modificato negli anni le proprie specifiche tecniche ma è sempre rimasta fedele a se stessa, al proprio stile, ai propri valori ed alla propria missione.

La Vespa è un nostro patrimonio culturale

In un mondo in evoluzione rapida e turbolenta, dove i valori si offuscano rapidamente ed i prodotti nascono e muoiono in pochissimi anni, gli uomini hanno bisogno di capire quali siano le proprie radici ed i propri valori storici e da essi trarre sicurezza e certezze per poter affrontare le sfide del domani.

La passione per la Vespa è per tutti, e per i giovani in particolare, un motivo per sentirsi legati alle proprie tradizioni, per avere l’orgoglio di guidare un prodotto italiano che tutto il mondo ci invidia, per scoprire il piacere di essere e non di apparire, per apprezzare la tecnologia più evoluta coniugata con la bellezza e lo stile.

In questo contesto la Vespa non è solo un mezzo di trasporto ma anche un’amica, un membro della famiglia, un’affermazione della propria cultura e del proprio stile di vita.

Un orgoglio italiano

La Vespa è un motivo di orgoglio nazionale perché è un simbolo della tecnologia, della creatività e del buon gusto italiano.

Capolavoro di design, deve buona parte del suo successo al nostro innato senso estetico ed all’elevato livello culturale e scientifico esistente in tutto il nostro Paese; in poche parole al nostro saper produrre il «bello e ben fatto».

Senza la nostra storia, la nostra cultura e le nostre conoscenze scientifiche la Vespa non sarebbe nata e, soprattutto, non sarebbe diventata un mito!

 

 

Segui i prossimi post!

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