Gourmet Project e Vivere per Raccontarla: Senza Ponche Crema e Torta Negra che Natale sarebbe?

di Francesca

La scorsa estate mi trovavo in Grecia in vacanza, quando, vagando su e giù per i vicoli di Amorgos, ho ricevuto una mail molto speciale: Claudia, così si sarebbe firmata, mi raccontava di essersi per caso imbattuta nel mio blog cercando una ricetta e di essere anche lei un’italo-venezuelana, oltre che una blogger (seguite il suo bellissimo blog Gourmet Project) appassionata di food.

Inutile dirvi che ricevere quella mail è stata per me una grande emozione.

E’ sempre bello ritrovarsi e riconoscersi nel mondo, è favoloso incontrare qualcuno in grado di guardare il mondo con i nostri stessi occhi e sentirci compresi, anche in questa nostra reciproca nostalgia data dalla lontananza da casa.
Ad Agosto ci siamo salutate ripromettendoci di fare, un giorno, qualcosa insieme, entrambe amanti del Venezuela, del cibo e delle belle sinergie.

Le promesse si fanno per essere mantenute e così eccoci qui, a pochi giorni da Natale, impegnate entrambe nella preparazione di due ingredienti fondamentali dei Natali in Venezuela.

Un giorno, forse, riusciremo finalmente a cucinare, scrivere, fotografare, mangiare e brindare insieme.
Nel frattempo ci accontentiamo di farlo a distanza e, anche se da lontano, brindiamo al Natale, a noi, a voi, al nostro paese, con un dolce e una bevanda immancabili a Natale: poche crema Claudia, torta negra de navidad io!

E, visto che le chiacchiere migliori si fanno sempre bevendo e mangiando, abbiamo deciso di intervistarci a vicenda e di porgerci le stesse domande su ciò che più ci piace, ci rappresenta e ci sta a cuore: il Venezuela, l’Italia e, ovviamente, il cibo!
Di seguito trovate la sua intervista e la mia ricetta della torta negra de navidad, mentre a QUESTO LINK la ricetta di Claudia del ponche crema e la mia intervista.

Vediamo insieme chi è Claudia di Gourmet Project!

Claudia è un’ italo-venezuelana che in questo momento sta probabilmente cucinando, mangiando o ballando a Roma.
Amante dei cappelli, del Giappone e dei classici della letteratura.
Food consultant, editor del Gourmet Mag e blogger Gourmet Project.

La differenza fondamentale tra il Venezuela e l’Italia?
La frutta! Mango contro fichi, papaya contro melograno… ma non mi chiedete di scegliere.

E la cosa che hanno in comune?
L’amore per le riunioni tra amici e in famiglia, con tanto tanto cibo e… alcol.

Il tuo ricordo più bello della vita in Venezela?
Le domeniche mangiando tequeños a bordo piscina, lasagna per pranzo e arepas per cena.

Come mangiavi il cibo italiano in Venezuela?
Soprattutto fatto in casa. Quando i miei nonni italiani venivano a trovarci (portando scorte di torroni, acciughe e parmigiano) arrivava anche il momento di fare gli gnocchi o la pasta al sugo.
Ma devo confessare che mio fratello ed io divoravamo spesso dei bei piattoni di spaghetti con ketchup e maionese ☺.

Come mangi il cibo venezuelano in Italia?
L’avocado praticamente ogni giorno: nelle insalate, nei panini o come guacamole (quello venezuelano è la Guasacaca).
Il platano molto spesso: al forno e con tanta cannella.
E tutto il resto in occasioni speciali (che non mancano mai e se mancano me le invento).

Suggerisci un sito da non perdere per gli amanti del Venezuela o del Sud America.
Flama: un gruppo di ragazzi di origini latine che vivono negli USA e che fanno tanto ridere ma anche pensare e ricordare.

Claudia, sei stata proprio una bellissima scoperta, sei una ragazza molto in gamba!

E poi quante coincidenze: blogger, italo-venezuelana, appassionata e innamorata della vita e della buona tavola come me!

Chi si somiglia si piglia, anche nel web!

Noi italo-venezuelani nel mondo siamo tutti legati da un filo invisibile.

E adesso spazio alle ricette!

In Venezuela non è Natale senza una serie di piatti tipici che caratterizzano la nostra cucina. Ho una profonda nostalgia di casa e, in questo periodo dell’anno, è inutile dirvi quanto mi pesi ancora di più questo lungo e doloroso esilio forzato. Mi consolo ricordando, cucinando, provando a portare in tavola, anche a chilometri di distanza, quei piatti che hanno caratterizzato la mia infanzia. Niente come quei sapori mi fanno sentire felice. Questo è il periodo che, fino a pochi anni fa, trascorrevo sempre in Venezuela. La brezza della sera, il sole caldo del giorno, le palme illuminate lungo le strade, le tavole allegre, chiassose e colorate delle nostre feste, circondati da amici e dagli affetti più cari e, ovviamente, con i nostri piatti tipici: hallacas, pan de jamón, plato navideño, jamón planchado, pavo relleno, torta negra e ponche crema.

Ahhhh che nostalgia!

A QUESTO LINK: trovate la ricetta di Claudia per preparare il ponche crema, mentre di seguito vi lascio quella per la torta negra de Navidad.

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Foto: Gourmet Project

Mentre di seguito trovate la ricetta (armatevi di pazienza) della Torta Negra (o Oscura) de navidad. Anche se alla vista e, per il suo nome, sembra contenere cioccolato, non ne ha nemmeno in minima parte. Il suo caratteristico colore (e il nome) sono dovuti alla colorazione che l’impasto di questo particolarissimo dolce assume durante la cottura.

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Torta Negra de Navidad 

La torta negra de Navidad è una torta scura che in genere chiude in bellezza le cene natalizie o dell’ultimo dell’anno. E’ a base di frutta secca, molta frutta secca, rum e spezie. Per prepararla è necessario giocare d’anticipo preparando un impasto di frutta, secca e candita, da lasciar macerare almeno 1 o 2 settimane nel rum prima di procedere con l’effettiva preparazione della torta. Più si lascerà macerare in frigo il composto e più la frutta saprà di rum. Personalmente lascio la frutta a macerare sempre meno tempo di quello che richiede la ricetta originale, 4/5 giorni al massimo.
Per fortuna si conserva perfettamente in frigo per tutto il periodo necessario. Per le ricette venezuelane io mi regolo generalmente a “tazze”. Se non avete l’apposito misurino, trovate una tazza che contenga 250 ml di acqua e regolatevi su quella.

Ingredienti per una torta di 12/14 porzioni
Per la macerazione, pari a circa mezzo Kg:
¼ di tazza di mandorle, spelate e tagliate a pezzettini
¼ di tazza di nocciole, a pezzetti
¼ di tazza di noci a pezzetti
¼ di tazza di arancia candita a pezzetti
½ di tazza di prugne secche senza semi, a pezzetti
1/3 di tazza di rum, meglio se Santa Teresa
mezzo cucchiaino di chiodi di garofano triturati
mezzo cucchiaino di cannella in polvere
1/d di cucchiaino di noce moscata grattugiata
¼ di cucchiaino di zenzero fresco, grattugiato

Ingredienti per la torta:
500 grammi, equivalenti a 2 tazze, di “maceración” (l’impasto di frutta) preparato almeno una settimana prima
175 grammi di burro salato
mezzo cucchiaino di sale
2/3 di tazza di zucchero
5 uova intere
2 tazze di farina
1 cucchiaino di lievito per dolci

Preparazione della frutta:
Una o due settimane prima di preparare la torta mischiare tutti gli ingredienti tagliati a pezzetti in un contenitore. Tappare e conservare in frigorifero.

Preparazione della torta:
Circa 3 ore prima di iniziare a preparare la torta tirate fuori il vostro composto macerato dal frigo e lasciate che, sempre coperto, diventi a temperatura ambiente.
Scaldate il forno al massimo della potenza.
Ungete ed infarinate bene la teglia di 25 cm di diametro e almeno 8 cm di altezza con del burro e lasciatelo da parte.
Intanto mettete nella planetaria il burro e il sale, frullandoli fino ad ottenere una crema. Continuando a frullare inserite lo zucchero e lasciate andare per altri 5 minuti. A questo punto inserite, una ad una, le 5 uova e lasciate andare l’impasto per altri 5 minuti. Ora inserite farina e lievito setacciati, alternandoli con parti della macerazione di frutta . Mischiate bene il composto e versatelo nella teglia.
Ora infornate e lasciate cuocere per almeno 50 minuti, controllando con uno spaghetto o con uno stuzzicadenti per controllarne la cottura. Una volta sfornata la torta rovesciatela ancora calda su un piatto e, quando si sarà raffreddata, decoratela a vostro piacimento.

E ora, con un bicchiere del ponche crema di Claudia e una fetta di torta Negra de Navidad appena sfornata, posso finalmente dire: Buon Natale!

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Foto: Gourmet Project

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