Tutti in Moto! Il mito della velocità in cento anni di arte

di Francesca

Da qualche settimana vi sto raccontando le tante cose belle e curiose che ho avuto modo di vedere, scoprire e imparare in occasione della mia visita a Pontedera, in Toscana, presso gli stabilimenti e il Museo Piaggio.

Se non avete ancora avuto occasione di leggere i miei post precedenti, di seguito potete rimediare 🙂

Eccovi di seguito sia il post sulla STORIA DELLA VESPA, sia quello sulla FONDAZIONE E SUL MUSEO PIAGGIO, e sulle tante iniziative e manifestazioni promosse da queste istituzioni.
Fondazione e Museo Piaggio, infatti, promuovono l’arte a 360° gradi, attraverso numerose iniziative diverse: mostre, allestimenti, concerti e tanto altro ancora.

Attualmente in esposizione, fino al prossimo 18 aprile, tra le bellissime stanze del Palazzo Pretorio di Pontedera e il Museo Piaggio, potrete visitare “TUTTI IN MOTO! Il mito della velocità in cento anni di arte”, splendida mostra a cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci.


Questa mostra ha infatti come sede principale il Palazzo Pretorio di Pontedera, oltre ad una sezione al Museo Piaggio dedicata alle grandi opere, con l’esposizione di ben 21 opere di grande formato che ripercorrono i temi affrontati a Palazzo Pretorio.

L’esposizione presso il Museo Piaggio è arricchita da alcuni preziosi veicoli che hanno fatto la storia della velocità su due ruote.

Presso il Museo Piaggio viene ospitata anche la mostra fotografica Futurismo, velocità e fotografia, curata da Giovanni Lista, illustre studioso delle avanguardie storiche, che documenta l’approccio dei Futuristi alla velocità come mito della modernità.

Attraverso più di cento fotografie di grandi autori (tra i quali i fratelli Bragaglia, Tato, Azari, Bellusi, Boccardi e Bertoglio) provenienti dalle più famose collezioni mondiali, la mostra documenta il carattere molteplice dell’approccio estetico e formale dei Futuristi al dinamismo, all’aerodinamismo e alla velocità.

La mostra è articolata su due livelli svolti in modo parallelo, l’incidenza delle macchine e dei campioni della velocità nella storia del movimento futurista e la ricerca dei Futuristi nel campo della fotografia, ed è arricchita dall’esposizione di macchine fotografiche d’epoca.

Ho avuto il grandissimo piacere di poter visitare la mostra, sia presso il PALP che presso il Museo Piaggio, insieme a Filippo Bacci di Capaci e devo dire che è stata proprio un’esperienza bellissima.

Una mostra, se bella, lascia senza fiato.

Ma una mostra raccontata niente di meno che da uno dei suoi curatori, ha un valore aggiunto incredibile già che ogni quadro, ogni opera esposta, assume un significato e una sfumatura particolare, molto più intensa, filtrata dalla passione e dell’amore per l’arte di chi l’ha pensata, ideata, ragionata e concretizzata.

Insieme a Filippo, infatti, ho avuto la possibilità di fare un vero e proprio viaggio nell’arte, ripercorrendo insieme l’evoluzione dei mezzi di trasporto nella vita di tutti i giorni, attraverso gli occhi degli artisti stessi. Nelle diverse opere esposte, infatti, si delineava, piano piano, come gli stessi artisti analizzassero e percepissero i diversi mezzi di locomozione, con tutti i pro che essi avrebbero apportato alla loro vita, ma anche con i comprensibili “contro” dell’andare veloce.

Ho amato particolarmente questa mostra, anche perché ho sempre adorato il futurismo, considerandolo un momento storico, una visione del mondo, un modo di vivere, un movimento, entusiasmante, contagioso, e in continua evoluzione. I futuristi, a qualsiasi ambito appartenessero, erano spesso personaggi di grande carisma, trascinanti, visionari e capaci di entusiasmare il prossimo.

Proprio con questa mostra il PALP, ovvero il Palazzo Pretorio di Pontedera, ha aperto al pubblico lo scorso dicembre, dopo un attento lavoro di restauro che lo ha riconvertito a nuovo spazio espositivo della città.

Promossa dalla Fondazione per la Cultura Pontedera, dal Comune di Pontedera e dalla Fondazione Piaggio, con il patrocinio dalla Regione Toscana, la mostra è dedicata al mito della velocità e al suo riflesso nelle arti figurative, negli ideali di vita e nel costume sociale degli italiani, dalla fine del XIX secolo agli anni del boom.

Il tema della velocità, spesso associato all’idea del viaggio e alla diffusione dei trasporti su rotaia, affiora nell’arte italiana alla fine dell’Ottocento e finirà per caratterizzarla profondamente in alcune sue stagioni, in conseguenza al rapido evolversi delle scoperte e delle applicazioni industriali ai mezzi di locomozione.

La mostra Tutti in moto! Il mito della velocità in cento anni di arte, inizia presentando un’Italia ancora agreste, segnata dal trascorrere lento del tempo, scandito dalle stagioni. Tempi in cui ci si spostava ancora a piedi, a cavallo, oppure per mare, a remi o vela.

Poi arrivano le macchine, la velocità, cambia il mondo, cambia il modo di rappresentarlo, ma anche il modo in cui lo persone iniziano a viverlo.
La stessa architettura del PALP, fatto di sale comunicanti, aiuta a percepire questa trasformazione e questa evoluzione, già che ogni sala viene dedicata a un nuovo e diverso mezzo di locomozione: il treno, il tram, la bicicletta, l’automobile, la motocicletta, sino alla mongolfiera, l’aerostato, e l’aereo a motore.

Oltre 250 opere, tra dipinti, sculture, fotografie e manifesti di altrettanti grandi autori dell’arte italiana – da Fattori, a Bianchi e Viani, sino a Ziveri, passando per Severini, Baldessari e Carrà. E ancora opere di Boccioni, Balla e Depero – per sintetizzare il riflesso prodotto sull’immaginario collettivo da questi mezzi meccanici in continua evoluzione.
Il percorso si conclude con la sensazionale progettazione della Vespa che compie quest’anno i suoi gloriosi settant’anni.
La prima sala racconta il nostro passato, le nostre tradizioni, come eravamo, da dove siamo partiti; presenta un paese ancora rurale, ma già avviato ad una veloce modernizzazione. A raccontarlo, le tele di Fattori, Ferrazzi, Moses Levy, Viani, mentre le sculture di Cambellotti e le opere di Marino Marini ci parlano del mito arcaico che abita ancora le terre italiane.
Il paesaggio urbano intanto si è animato per la presenza del tram, facilitando gli spostamenti e favorendo l’estendersi delle città, che inesorabilmente ingoiano la campagna.
Le strade si disegnano con l’affascinante tracciato lineare delle rotaie (Carlo Levi, Primo Conti), più tardi compenetrate con le insegne stradali nelle opere futuriste, mentre le stazioni determinano una nuova polarità urbana e affascinano per le grandi hall vetrate piene di fumo (Boccioni, Moses Levy).
Intanto da diversi decenni il treno ha reso facili gli spostamenti sulle lunghe distanze mentre le locomotive – dipinte fin dalla fine dell’ottocento come enormi e benevoli mostri fumanti, emergono con possanza dagli schermi dei Lumière come dalle tele dei futuristi (Boccioni, Carrà, Bonzagni).
Insieme al treno, la nave ha reso più piccolo il mondo, favorendo gli scambi fra continenti diversi. I pittori, dai porti di mare della penisola, registrano il fervore dei cantieri (Viani), ma anche il silenzio metafisico che avvolge i grandi piroscafi dalle prue incombenti sulle banchine (Ram, Thayaht).
Poi ecco l’automobile, “più bella della Vittoria di Samotracia” come proclama Marinetti, che affascina come simbolo assoluto della modernità e si diffonde nelle classi alte della popolazione in coincidenza con l’esplosione del verbo futurista (Cambellotti, Balla). Sarà l’ispiratrice di molte tele futuriste (Balla), insieme alla motocicletta, quest’ultima prediletta per l’assimilazione e la compenetrazione fra pilota e motore (Dottori, Sironi, Giannattasio, Pannaggi, Tato e BOT).
Nel secondo dopoguerra, poi, con l’approssimarsi della motorizzazione di massa, automobili e moto ispireranno per la loro forma aerodinamica gli scultori della nuova stagione astratta (Franchina).
In mezzo ai bolidi meccanici a due ruote, la bicicletta spicca come il mezzo semplice e geniale che ci accompagna dalla metà dell’Ottocento, prima legato al bon ton della borghesia, poi diffuso in ogni strato sociale.
Nei quadri di Gentilini e Viviani mantiene intatto l’incanto originario, mentre il senso dinamico generato dal baluginare dei raggi delle ruote affascina, come accade per la moto, i futuristi, (Severini, Dottori, Boccioni, Cangiullo).
È stato certo il Futurismo a dare nell’arte e nella letteratura la spinta fondamentale all’esaltazione del dinamismo e della velocità meccanica. Nel 1929, sulla suggestione delle imprese aeree dei trasvolatori, nasce una nuova corrente pittorica, l’Aeropittura, nella quale si assisterà alla multiforme celebrazione del tema del volo, dalla prima enfatizzazione eroica alla cupa atmosfera delle incursioni di guerra, descritte nelle opere di (Tato, Thayaht, Regina, Depero, Dottori, Crali, Sironi, Peruzzi, Nomellini, Marinetti, Munari).
La suggestione della velocità si estende in ambito futurista anche ai mezzi navali. Gli artisti restituiscono sulle tele il fascino dei grandi piroscafi che svettano all’orizzonte dei porti italiani e solcano gli oceani, di lì a poco carichi di migliaia di italiani costretti sulle vie dell’emigrazione.
Nella Italia uscita sconfitta dalla guerra, il tram, il treno e la bicicletta sono di nuovo i simboli di un paese che prova a ritrovare unità e dignità nello sforzo della ricostruzione, un’Italia alla quale l’industria riconvertita alla pace regalerà, con la Vespa, il sogno di una gioia ritrovata e della speranza nel futuro.
Il percorso espositivo presenterà anche manifesti cinematografici degli anni Trenta/Sessanta che integrano il racconto proposto dalle opere d’arte, una raffinata selezione di rara editoria futurista e un documentario curato da ArtDocFestival, dal titolo Tutti in moto!, che illustra in modo vivace, con un montaggio di frammenti di film d’epoca e fotografie d’archivio, la diffusione dei nuovi mezzi di trasporto nel nostro paese e il modo nel quale essi furono percepiti dalla sensibilità comune come oggetti sorprendenti ed eccezionali, in grado di modificare profondamente la vita degli italiani e la percezione del paesaggio urbano e agricolo.

PALP Palazzo Pretorio Pontedera
Piazza Curtatone e Montanara, Pontedera (Pi)
Orario: da martedì a domenica 10-19, lunedì chiuso
Ingresso: intero € 7, ridotto € 5
www.pontederaperlacultura.it

Museo Piaggio
Viale Rinaldo Piaggio 7, Pontedera (Pi)
Orario: da martedì a venerdì 10-18, sabato 10-13 e 14-18, domenica 10-18, lunedì chiuso
Ingresso: intero € 5, ridotto € 3,5, comprensivo di visita libera al Museo
www.museopiaggio.it
Info: Tel. +39 0587 27171

Biglietto unico Palazzo Pretorio e Museo Piaggio: 10 €, ridotto € 8

Ufficio stampa
Davis & Franceschini
Caterina Briganti / Lea Codognato
Tel. + 39 055 2347273

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