Venezuela: cresce il numero degli studenti assassinati

di Francesca

 

Non bastavano le oltre 40 vittime registrate lo scorso anno in occasione delle varie manifestazioni pro Venezuela, contro la vigente dittatura. Non bastava il sacrificio di tutti quei giovani idealisti, eroi moderni che hanno perso la vita in nome del nostro paese. Noi sognatori, innamorati della nostra terra, proprio non ce ne facciamo una ragione.

Come si fa a non provarci?
Come si può smettere di lottare per quello in cui si crede?
Per un paese devastato e per un popolo dimenticato? Io non lo so.

Non so chiudere gli occhi di fronte a quello che sta accadendo. Non so fare come tanti media italiani. Come me non lo potrebbe fare nessuno che abbia lasciato, come me, un pezzo del proprio cuore in Venezuela.

Proprio negli ultimi giorni si è registrata una nuova inspiegabile ondata di morti e violenze nel nostro paese.
Le vittime, ufficialmente 5, erano tutte giovani, tutte studenti.
Strano, direi. Così strano che il dirigente studentesco Luis Alberto Semidei ha preteso delle risposte da parte del governo, perché dia il via alle giuste indagini in merito. Quale utopia, aggiungerei io.

Cosa ci si aspetta da un governo che legittima la violenza? Un governo che mette le armi in mano ai civili incitandoli a spargere morte e terrore. Un regime che mette a tacere a modo suo chiunque la pensi in modo diverso, chiunque nuoti contro corrente.
Ricordiamoci che si parla di un paese dove si registrano circa 25.000 morti violente l’anno, tutte per rapine, furti, aggressioni.
Non dimentichiamo che lo scorso anno erano state aperte le carceri e armati fino al collo i detenuti perché andassero a sparare contro le folle, durante manifestazioni studentesche pacifiste!
Si parla di una dittatura, d’altronde.

In Venezuela, ormai è evidente, vige una terribile dittatura, lo hanno finalmente capito tutti, anche coloro che volevano vedere del buono nello squallido operato di Chavez prima e di Maduro dopo.

Così, cosa ci aspettiamo che faccia questo governo? Che risposte vogliamo che ci dia sulla morte di questi ennesimi ragazzi uccisi senza una ragione?!

Tre delle vittime provenivano dallo Stato Zulia, mentre due sono morte a Caracas durante lo scorso fine settimana. In questi ultimi due casi i corpi delle vittime riportavano chiare violenze corporee, oltre a innumerevoli spari su tutto il corpo.

Funziona così. Il cambiamento si reprime così in quello che, ormai troppi anni fa, fu un grande paese. Oggi la vita vale zero e il governo lo dimostra in continuazione.

Per chi ancora non lo sapesse in Venezuela si manifesta frequentemente e per mille motivi più che validi. Perché uno dei principali paesi produttori di petrolio al mondo vive una profonda crisi economica e si ritrova ad importare quello stesso petrolio che fino a poco tempo fa distribuiva.
Perché il Venezuela ed il suo popolo muoiono di fame e la delinquenza impera. Perché se esci una sera per fare due passi o andare al cinema non è detto che tornerai a casa. Perché non si trovano cibo né beni di prima necessità. Perché non ci si puó curare e anche le medicine scarseggiano.
Perché non c’é tutela alcuna da parte dello stato. Perché il presidente è una vergogna. Perché il chavismo ha portato solo fame e miseria arricchendo i responsabili di quella stessa devastazione.
Perché viene ammazzata una persona ogni 20 minuti. Perché non c’è alcuna sicurezza. Perché per comparare un pollo (uno solo alla settimana ogni 8 componenti di una famiglia) bisogna rimanere ore ed ore in fila sotto il sole e la pioggia fuori dal supermercato di turno, sperando di trovarlo una volta arrivato il proprio turno.
Perché se manifesti pacificamente arrivano centinaia di poliziotti e civili armati dal governo e ti sparano addosso.
Perché sindaci metropolitani, politici e pensatori oppositori al governo vengono arrestati e portati via con la forza, per il solo fatto di pensarla diversamente.

Per tutti questi (e tanti altri motivi) di tanto in tanto i Venezuelani scendono in strada e ci riprovano.

Queste morti sono tutte mirate ad intimidire, vogliono trasmettere un messaggio e sedare il popolo.

Il governo e chi lo appoggia vogliono mettere a tacere le voci degli oppositori, degli studenti e di tutti i venezuelani che vogliono e pretendono un cambiamento e un miglioramento generale.

È di ieri, per esempio, la triste notizia dell’assassinio di un giovanissimo studente di 14 anni, raggiunto da un colpo di pistola alla testa. Il giovane è stato ucciso proprio nello stato del Táchira, luogo dove hanno avuto inizio gli scontri sanguinosi dello scorso anno.
Come al solito il responsabile sarebbe un poliziotto, un funzionario, cioè di quel corpo di sicurezza che dovrebbe proteggere i cittadini e non ammazzarli.
Come al solito le notizie arrivano a singhiozzo e non esiste una versione univoca dei fatti. Per qualcuno il ragazzo si trovava nel pieno di una protesta nella città di San Cristóbal, soffocata con le armi dalla polizia nazionale bolivariana.
Per qualcun altro passeggiava semplicemente per strada.

Quale sia la versione ufficiale poco importa. Quello che conta è che un altro giovane venezuelano è stato ucciso. Quello che conta è che si continui a prendere di mira una nuova generazione, quella che abbraccia I Venezuelani del futuro, coloro che dotati di menti pulsanti potrebbero essere in grado di cambiare le sorti del nostro paese.

Niente di diverso, quindi, dai fatti accaduti lo scorso anno, che hanno lasciato oltre 43 morti, centinaia di feriti ed un numero incalcolabile di detenuti.

Poco dopo aver espresso le sue “sentite” condoglianze alla famiglia del ragazzo, quel vigliacco di Nicolás Maduro è stato visto fare come suo solito il pagliaccio e raccontarsi barzellette con il Ministro Antonio “El Potro” Álvarez.

Tra grasse risate l’imbecille si preoccupava di trovare il finale perfetto per il suo programma “En contacto con Maduro”.

D’altronde quelle sì sono priorità!

La reazione indignata dei venezuelani non ha tardato ad arrivare ed in pochissimo tempo il “presidente illegittimo” è stato preso d’assalto sui social da centinaia di commenti infuocati.

D’altronde avevamo assistito a scenette analoghe lo scorso anno, quando a pochi minuti dalle morti di tanti ragazzi, Maduro era apparso in tv intento in balletti con la moglie, in diretta nazionale.

Ringrazio come sempre chi sta aiutando e sostenendo il nostro paese. Chi ha il coraggio di affrontare una tematica evidentemente scomoda e non certo “di tendenza”. Ringrazio i pochi giornalisti che si pronunciano e che, lavorando per vocazione, stanno pubblicando finalmente notizie veritiere sul Venezuela.

Ringrazio il prezioso sito Blue Planet Heart perché sin dall’anno scorso si é prestato con slancio e solidarietà a fare da cassa di risonanza agli accadimenti venezuelani, ai pochi articoli pubblicati in merito e a tanti dei miei post.

A tal proposito vi consiglio questo loro interessante articolo.

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