VENEZUELA: DISEGNO ELETTORALE CHAVISTA CON FRODE 

di Odilia


 L’opposizione parte con vantaggi nelle inchieste, ma si confronta con il Golia dell’ingegneria elettorale chavista e la sua frode.
Scritto da Emili J Blasco per abc.es

Tradotto da Odilia Sofia Quattrini

Le inchieste danno un grosso vantaggio all’opposizione per le elezioni legislative di domani in Venezuela, ciò nonostante il chavismo può finire per essere proclamato vincitore alla fine della giornata.

Per iniziare, perché la scacchiera elettorale — la spartizione territoriale degli scranni, la delimitazione dei distretti, la proliferazione di centri di votazione piccoli con minore ispezione — favoriscono l’ufficialismo (il chavismo).

Poi perché il governo utilizza a fondo i suoi molteplici vantaggi: la pressione politica sui beneficiari di sussidi e su funzionari, spazi garantiti nei mezzi di comunicazione… E finalmente per la frode nello stesso svolgimento delle votazioni.

Nonostante tutto, il chavismo non avrebbe altra uscita che ammettere un trionfo dell’opposizione, se questa riesce ad ottenere una mobilitazione massiccia e applica un controllo del conteggio senza precedenti.

SPARTIZIONE DEGLI SCRANNI. Il chavismo ha disegnato la mappa dei distretti elettorali a sua misura. Sei stati con grande popolazione urbana, dove l’opposizione è più forte ed è iscritto il 52 per cento dell’elettorato, eleggono 64 deputati; gli altri 18 stati, più rurali e dove la corrente del governo è dominante, eleggono gli altri 100 deputati ( vengono eletti anche tre rappresentanti indigeni, che incrementano a 167 il totale degli scranni).

LIMITI DEI DISTRETTI. La maggioranza chavista nell’Assemblea Nazionale ha aggiustato la delimitazione dei diversi distretti a seconda delle sue necessità (tecnica conosciuta in scienza politica come gerrymander), fattore che permette di ottenere vantaggio dalla legge che stabilisce che in ogni distretto, il partito più votato vince i due o tre scranni in gioco.

STATO D’ECCEZIONE. La chiusura della frontiera con la Colombia e l’applicazione dello stato d’eccezione nella zona ha impedito ai candidati oppositori di sviluppare la propria campagna elettorale, mentre gli ufficialisti hanno potuto contare sul bombardamento dei messaggi governativi attraverso i mezzi di comunicazione. Nell’area di frontiera vengono eletti 19 deputati.

UN ARBITRO PARZIALE. Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) è costituito nella sua maggioranza da persone apertamente alienate dal chavismo. La presidente, Tibisay Lucena, esibisce in occasioni il braccialetto commemorativo del colpo di stato che fece Hugo Chávez. Nella preparazione delle elezioni precedenti, alte cariche del CNE hanno mantenuto riunioni con rappresentanti delle formazioni chaviste per facilitare la loro elezione elettorale.

CENTRI PICCOLI. I centri più piccoli — di uno o due tavoli elettorali— che sono quelli dove il chavismo ottiene maggior percentuale di voti (molte volte, guarda caso, quasi il censimento completo), hanno accelerato il loro incremento. Dei nuovi centri creati per queste elezioni, il 70 per cento sono di uno o due tavoli. Alcuni sono stati creati in palazzi sede di associazioni affini al governo. I centri piccoli costituiscono il 61 per cento del totale dei centri e riuniscono il 22 per cento dell’elettorato. Come ha indicato un rapporto dell’Università Cattolica Andrès Bello, in quei luoghi si crea un ambiente di dominio chavista che condiziona i votanti e rende difficile l’ispezione da parte dell’opposizione. Sono i centri nei quali vota maggior quantità di persone che non hanno registrate le impronte digitali e dove si aprono meno urne per verificare i totali del voto elettronico.

CENSIMENTO OCCULTO. Il governo nega all’opposizione l’accesso al censimento elettorale, mentre il PSUV (Partido Socialista Unido de Venezuela) e le sue organizzazioni vicine lo maneggiano per la propria mobilitazione, com’è stato dimostrato in comunicazioni interne pubblicate. L’occultamento del registro impedisce di verificare se esistono identità false o molteplici e se i defunti continuano a fare parte delle liste. Il Consiglio Nazionale Elettorale assicura che dalle ultime elezioni sono state escluse dal registro poco più di duecentomila persona per decesso o inabilitazione, ma l’Università Andrès Bello avverte che quella cifra rimane al di sotto della stima di persone defunte.

VOTO ASSISTITO. Foto e video hanno messo in luce l’abuso che il chavismo fa del voto assistito, previsto soltanto per persone analfabete o con difficoltà motorie. La pressione si esercita specialmente in luoghi di alta densità chavista, dove si può applicare quell’abuso con impunità.

METODOLOGIA DI UNA GRANDE FRODE

VOTI FALSI. Assistenti diretti di Diosdado Cabello e un’altra alta carica dello stato, hanno ammesso confidenzialmente dopo le presidenziali del 2013 che avevano aggiunto oltre trecentomila voti falsi, pulsando ripetute volte le macchine di votazione in centri piccoli, difficilmente ispezionabili da parte dell’opposizione.

INCARICATI DELLE MACCHINE. Il personale tecnico incaricato delle macchine di votazione e identificazione, sono in molti casi attivisti chavisti sotto copertura, come è stato messo in luce da documentazione trafugata nelle presidenziali del 2013: liste interne del PSUV includevano i nomi e telefoni dei loro attivisti.

RETE INFORMATICA PARALLELA. Lungo la giornata elettorale il chavismo sa da un sistema informatico parallelo a quello del CNE, come si evolve il voto. Due testimoni hanno confermato l’esistenza di una sala situazionale centrale. Non è chiaro se si tratta di voto emesso (si richiederebbe comunicazione con le macchine di votazione ed è complicato) o una stima più precisa grazie all’informazione reperita illegalmente da attivisti camuffati, incaricati dell’operatività dei centri.

ULTIMA ORA. Sapere come evolve il voto permette al chavismo di misurare la mobilitazione extra e i voti falsi di cui necessita. Questi si emettono soprattutto nel corso dell’ultima ora.

IDENTITÀ FASULLE. Il segreto con cui il CNE tratta il registro elettorale permette di occultare un portafoglio di oltre un milione di identità fasulle, secondo alcuni ricercatori.

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