Contenuti della pagina
- 1 Breve guida di viaggio per visitare Venezia in un fine settimana
- 2 Sestieri e numeri civici
- 3 Cannaregio
- 4 Castello
- 4.1 Nevodi
- 4.2 Il Timon
- 4.3 Vino Vero
- 4.4 Il Paradiso Perduto
- 4.5 Osteria da Alberto
- 4.6 Ristorante la Colombina
- 4.7 Il gelato a Venezia
- 4.8 Sarde in saor e falafel
- 4.9 Trattoria alla Palazzina
- 4.10 Osteria ai Canottieri
- 4.11 Osteria ai 4 feri
- 4.12 I promessi sposi
- 4.13 I Rustenghi
- 4.14 Caffè Quadri
- 4.15 Trattoria da Fiore
- 4.16 Osteria al Portego
- 4.17 Venezia con i bambini
- 4.18 Libreria Acqua Alta
- 4.19 Le maschere veneziane artigianali
- 4.20 L’artista della barbaria
- 4.21 Atelier Marega
- 4.22 Myosotis Karima Arte
- 4.23 Ca’ del Sol
Breve guida di viaggio per visitare Venezia in un fine settimana
Come sapere qualche settimana fa siamo stati a Venezia.
C’eravamo già stati ormai tanti anni fa, ma in pieno inverno.
Così, considerato che l’inverno non è una delle mie stagioni preferite, avevo tanta voglia di rivedere una delle città più belle al mondo con il sole e, possibilmente, senza nebbia.
In più, ora, ci sono Giulia e Vittoria e ci tenevamo molto che vedessero una città così strana, dove al posto delle strade ci sono i canali e dei vicoli strettissimi, le macchine non esistono e ci si muove in vaporetto.
Adoro viaggiare e appena mi è possibile lo faccio.
Traggo ossigeno dagli spostamenti, siano per mare, per cielo, in auto o in treno, non importa.
Quello che conta è partire e poi, ovvio, tornare.
Il bello del viaggio è anche il ritorno a casa.
Ho sempre metabolizzato e capito tanti aspetti della mia vita proprio mentre mi trovavo lontano da casa, come se effettivamente il fatto di osservare le situazioni con il giusto distacco e un’adeguata distanza, anche in Km, fosse la vera soluzione a tutto.
Questa volta, viaggiando con le piccole, abbiamo sorprendentemente scoperto una Venezia molto baby-friendly e ospitale.
Prima di tutto il fatto che non ci siano auto è, secondo me, un grande vantaggio.
Certo, ho rischiato almeno trenta volte di doverle ripescare in qualche canale (con la solita minaccia ripetuta in loop per tre giorni: “guarda che se cadi io non mi tuffo a riprenderti”).
Però, canali a parte, ci sono intere zone pedonali, dove ci si può permettere di lasciarle correre indisturbate senza rischiare che sbuchi da un angolo una bici, un motorino o una macchina.
Ma adesso arriviamo a noi.
Pur avendo fatto alcuni giri sicuramente più turistici, come ad esempio una capatina in Piazza San Marco, con tanto di avventura per la povera Vittoria, travolta da un ladro in fuga dalla polizia, o ancora giro in vaporetto sul Canal Grande ed il tour di Burano, Murano e Torcello, ecc, abbiamo cercato, nei limiti, di concentrare il nostro fine settimane in zone meno turistiche e più residenziali.
In quelle zone, cioè, più vive e vissute dagli stessi veneziani.
Appena arrivati a Santa Lucia, la Stazione di Venezia, abbiamo acquistato il carnet che ci avrebbe permesso per le 48h successive di prendere senza limiti qualsiasi linea dei vaporetto, per spostarci su e giù per la città.
Armatevi di pazienza, perché se anche voi, come me, vi sentirete spiazzati di fronte alla toponomastica a Venezia, niente paura, provo a spiegarvela a grandissime linee io.
Sestieri e numeri civici
Venezia è divisa in sei sestieri. I numeri civici sono una roba seria, così seria che ho provato per tutto il mio soggiorno a Venezia una grande stima per i postini. Sono progressivi e non rispettano un criterio logico, non terminano con la fine della via (calle), ma continuano per tutta l’estensione del sestiere.
Una cosa da esaurimento, insomma.
Pensate che il sestiere di Castello, il più grande e popolato di Venezia, ha una casa con il numero 6828!
Poi, perché pare che ai veneziani le cose facili proprio non piacciono, ci sono molte “calli” che hanno lo stesso nome, come Calle della Madonna o del Magazen o del Cristo, ma si trovano in punti diversi della città.
Questo vuol dire che per raggiungere un qualsiasi posto a Venezia vi occorrerà Google Maps, con la speranza di non aver finito i Giga.
Quando chiedete un’informazione ad un veneziano gli dovreste almeno saper dire il nome della contrada in cui si trova il posto che cercate.
Io che arrivo da Milano dove alla fine ce la caviamo con due circonvallazioni concentriche, ho sofferto ogni volta che ci siamo persi.
Di seguito trovate una sorta di bigino che a me è tornato molto utile, per sentirvi sul pezzo in quel di Venezia, almeno per quello che concerne i nomi di strade, piazze, vicoli, ecc.
Ca’
Abbreviazione che i veneziani usavano per indicare casa, specialmente delle famiglie nobili.
Calle
Calle è il nome che si dà alle strade lunghe e strette. Io che calle lo pronuncio caie in spagnolo, non mi davo pace e continuavo a pronunciarlo così anche a Venezia. Tanto Venez….ia- Venez…..uela è un attimo. A Venezia esistono oltre 3000 calli.
Campo
Il campo è la piazza. In passato dove oggi sorgono le piazze pavimentate una volta c’era l’erba e spesso vi pascolavano pecore e cavalli. In quasi tutti i campi c’era un pozzo.
Campiello
è un campo più piccolo, oltre ad essere il nome di un famoso premio letterario la cui premiazione avviene ogni anno all’interno del Cortile di Palazzo Ducale nel mese di settembre.
Canale
I canali sono le vie d’acqua transitabili da gondole, barche a remi e a motore. Possono essere costeggiati da rive o da palazzi. I più noti sono il Canal Grande e Canale della Giudecca.
Corte
La corte viene così chiamata da “cortile”. Le corti sono oggi delle piccole piazze circondate da case, con una sola entrata.
Crosera
La crosera è la strada principale che si interseca con delle “calli” secondarie.
Fondamenta
Le fondamente sono delle rive che costeggiano i canali della città. Si chiamano così perchè fungono da fondamento alle costruzioni. Esse hanno sempre disponibili degli approdi per le imbarcazioni.
Merceria
La merceria aveva ai suoi lati file di botteghe di merci. Attualmente esistono solo le Mercerie, delle lunghe strade che vanno da Rialto fino a S. Marco.
Piazza
A Venezia la toponomastica concesse solo una Piazza, quella di S. Marco, tra le aree monumentali più belle al mondo. Piazzale Roma invece serve come terminal automobilstico.
Piscina
La piscina era un luogo dove si poteva fare il bagno, simile ad uno stagno e vi si poteva anche pescare. Queste zone furono interrate per consentire la costruzione di edifici e per facilitare il transito alle persone.
Ramo
Il ramo è quella strada che parte da un’altra principale. Esso può congiungere due strade ma anche un campo, e talvolta, invece, non ha via d’uscita.
Rio
Si chiamano rii i canali che percorrono in lungo ed in largo Venezia. Ce ne sono oltre 400 e sono delle vie d’acqua, usate per i trasporti di cose e persone.
Rio Terà
Il rio terà è un canale interrato per poter migliorare la viabilità pedonale. Significa appunto “rio interrato”. Molti rii furono interrati specialmente nell’ottocento. Al di sotto spesso scorre ancora l’acqua dell’antico canale.
Riva
Si definisce riva a Venezia solitamente una “fondamenta” più ampia. Vi attraccano le barche e vi transitano le persone.
Ruga
La ruga è quella strada che viene fiancheggiata da negozi e da case.
Sestiere
Venezia, come vi ho già anticipato è divisa in 6 parti. Non parliamo di quartieri ma di sestieri e sono tre per ogni sponda del Canal Grande: Cannaregio, San Marco e Castello, Dorso Duro, S. Polo e Santa Croce.
Sotoportego
Il sotoportego (sottoportico) è un pezzo di via che si trova al sotto le abitazioni.
Ok, ora che sapete qualche termine base potete girare Venezia in lungo e in largo.
Durante il nostro week-end lungo noi abbiamo concentrato i nostri giri tra due dei sestrieri meno battuti e forse più autentici di Venezia: Cannaregio e Castello.
Una mattinata, invece, come vi dicevo, l’abbiamo dedicata ad un giro forse turistico ma sempre particolare e bellissimo, di Murano, Burano e Torcello.
Non perdetevi nemmeno un giro in vaporetto di sera sul Canal Grande, con il buio.
Vi godrete uno spettacolo incredibilmente bello.
Le mani di Lorenzo Quinn
E se la vostra gita a Venezia dovesse essere in calendario nei prossimi mesi, fate un giro sul Canal Grande anche per ammirare le gigantesche mani-scultura dello scultore Lorenzo Quinn.
Questa installazione monumentale misura tra gli 8 e i 9 metri di altezza.
Due grandi manone sbucano dalle acque per sorreggere Cà Sagredo. “Le mani sono strumenti che possono tanto distruggere il mondo, quanto salvarlo, e trasmettono un istintivo sentimento di nobiltà e grandezza in grado di generare anche inquietudine, poiché il gesto generoso di sostenere l’edificio ne evidenzia anche la fragilità”, si legge nella descrizione dell’opera.
Cannaregio
la maggior parte dei turisti percorrono questa zona attraverso “Strada Nuova”, ma non sanno che basta spostarsi sulle calli parallele per scoprire un mondo.
Partendo da ponte delle Guglie basta muoversi sulla sinistra per trovare il magnifico ghetto ebraico (la parola ghetto deriva dal veneziano “getto”, perché qui in precedenza c’erano delle fornaci), una delle più antiche e importanti comunità europee, che ha festeggiato lo scorso anno i 500 anni di vita.
Da lì si esce in Fondamenta negli Ormesini su cui è possibile proseguire in Fondamenta della Misericordia, fino ad arrivare a Scuola grande della Misericordia.
Le scuole sono un’istituzione veneziana interessante, alcune sono dei veri e propri gioielli, come la Scuola San Giovanni.
Oppure, tagliando invece verso la laguna, si arriva a Sant’Alvise.
La chiesa è molto carina e proprio lì dietro c’è il bel parco di Villa Groggia, dove molte famiglie portano i bambini a giocare e dove ci sono una ludoteca e un teatrino.
Per farvi meglio comprendere come si snoda questa bella zona eccovi una mappa, dove trovare anche altri punti di interesse.
Castello
Il sestiere di Castello fu uno dei primi nuclei abitativi di Venezia e prende il suo nome dal castello che vi sorgeva, con funzione di difesa dagli attacchi dal mare.
A Castello si trova l’imponente edificio dell’Arsenale, per secoli il più grande del mondo.
Arrivando in questa zona verrete accolti dalla porta sul mare dell’Arsenale di Venezia, protetta da 4 leoni, in questo caso non alati perché portati a Venezia da Francesco Morosini, grande comandante Veneziano.
L’arsenale era diviso in darsene, piccole officine nell’acqua in cui si creavano i vari pezzi della nave per poi essere assemblati; per questo si può dire che l’arsenale sia il primo esempio di fabbrica con catena di montaggio.
Questo permetteva ai veneziani di costruire navi grandi e potenti in tempi velocissimi (si dice arrivassero a costruire fino a 3 grandi navi al giorno).
Gli arsenalotti erano sia donne che uomini ed avevano il permesso di non inginocchiarsi di fronte al doge.
Dall’arsenale, affiancando l’edificio che oggi ospita parte della Biennale, si può arrivare fino a via Garibaldi, zona popolare Veneziana, ancora fortemente residenziale.
Vale la pena fare uno stop ai Giardini per rilassarsi con la famiglia o per gli interessati di arte contemporanea visitare i giardini.
Percorrendo invece via Garibaldi si arriva fino a san Piero de Casteo, fino all’inizio del 1800 cattedrale Veneziana.
Lungo Via Garibaldi troverete tanti localini carini dove fermarvi per pranzo, per cena o per gustare qualche goloso cicchetto.
Nevodi
Vi consiglio una sosta da Nevodi, dove potrete bere un ottimo spritz, dei buonissimi vini e scegliere sia di ordinare a la carte, sia di pasteggiare a cicchetti.
Cannaregio e, più in particolare, Fondamenta degli Ormesini e Fondamenta della Misericordia sono famosi per i tanti bacari, le tipiche osterie veneziane dove con poco si può cenare e pranzare, prendendo due cicchetti e uno spritz o un bicchiere di vino.
Il Timon
A Cannaregio, se si è fortunati, si può trovare posto sulla barca attraccata de “Il Timon”.
Per gli amanti del genere qui sono noti i pezzi di pane con patè di fegato d’anatra, pomodori secchi e formaggio di capra. Io ho preferito la polenta grigliata con il pesce.
Osteria Al Timon, Fondamenta degli Ormesini.
Vino Vero
Un altro posticino da non perdere, con cichetti più chic e vino molto buono è Vino Vero. Frequentato prevalentemente da giovani Veneziani.
Vino Vero, Fondamenta della Misericordia.
Il Paradiso Perduto
Una vera e propria istituzione per i veneziani è il Paradiso Perduto, dove si può mangiare, fare aperitivo e ascoltare musica dal vivo.
Il Paradiso Perduto è anche osteria e ci si può fermare a pranzo/cena.
Il Paradiso Perduto, Fondamenta della Misericordia.
Osteria da Alberto
Ristorante la Colombina
Sempre a Cannaregio vi consiglio il ristorante La Colombina Non date retta a Google Maps in questo caso perché a noi ha mandato dalla parte opposta. Qui abbiamo mangiato davvero benissimo!
Il gelato a Venezia
In Fondamenta c’è uno dei gelati più buoni, “il bacaro del gelato”.
Sarde in saor e falafel
Nel ghetto da provare il ristorante Gam Gam.
La mia amica Valentina mi spiegava che alcuni piatti tipicamente veneziani hanno origine ebraica, ed è una cosa particolare mangiare piatti tradizionali veneziani e piatti che consideriamo etnici insieme, sarde in saor e falafel.
Se volete approfondire la cucina ebraico-veneziana QUI trovate tante altre curiosità.
Altre tappe interessanti dove cenare sono sicuramente:
Trattoria alla Palazzina
non siamo riusciti ad andarci, ma ho letto e sentito cose meravigliose su questo ristorante e sul suo chef. Una mia cara amica mi ha scritto persino da Miami per consigliarmi di andare a mangiare “da Tommy”. La prossima volta a Venezia ci andrò sicuramente (grazie Fede!).
Osteria ai Canottieri
Osteria ai 4 feri
I promessi sposi
I Rustenghi
In zona San Marco, invece, non è propriamente un bacaro ma merita una visita I Rustenghi. A pochi passi dal Ponte di Rialto è l’osteria più bella della città, una vera boutique eno-gastronomicae più di 800 etichette in cantina.
Osteria I Rusteghi, Campiello del Tentor, San Marco.
Caffè Quadri
Fate un salto al Caffè Quadri per un caffè, perché pare sia uno dei migliori della città, ma anche per un bicchiere di prosecco e qualche cicheto.
Caffè Quadri, Piazza San Marco
Trattoria da Fiore
Nella Trattoria da Fiore potrete assaggiare un ottimo baccalà mantecato. In questa stagione trovate anche le prelibate moeche.
Trattoria da Fiore, San Marco (Calle delle botteghe)
Come vi ho detto abbiamo concentrato i nostri giri in altre zone, quindi, purtroppo, so molto poco di altri sestieri che conto di visitare meglio la prossima volta.
Osteria al Portego
Nel sestiere Castello merita anche l’Osteria Al Portego, dove i cicheti sono soprattutto di pesce (sarde in saor, tonno alla Livornese, baccalà alla Vicentina, seppie al nero) e quindi le mie preferite. Perfetti con il mitico spritz o con un bicchiere di prosecco.
Osteria Al Portego, Calle della Malvasia Castello
Venezia con i bambini
Dovrei avervi detto quasi tutto. Ma ora voglio dare due dritte anche a chi viaggia e visita Venezia con i bambini.
Ho infatti da poco scoperto una realtà sensazionale di cui ci tengo moltissimo a parlarvi.
Si chiama Macaco Tour ed è nata nel 2014 dall’idea di Martina e Sara, due ragazze con la passione per la storia dell’arte e per comunicarla, che si conoscono in Fondazione Querini Stampalia quando entrambe stavano svolgendo uno stage, rispettivamente in didattica e organizzazione culturale.
Da qui è nata l’intuizione di creare giochi, itinerari e laboratori a misura di bambino sulla storia e la cultura veneziane, che potessero coinvolgere tutta la famiglia in esperienze divertenti, oltre che istruttive.
La creatività e l’originalità che Martina mette nelle attività create si concretizzano con lo spirito pragmatico di Sara e il progetto presto, dalle prime sperimentazioni, prende il volo.
La terza componente del gruppo si chiama Valentina ed è la santa che si è presa la briga di darmi tanti dei consigli che trovate in questo post.
Valentina si è unita a loro l’anno scorso, quando, dopo aver concluso gli studi in management e didattica culturali tra Germania e Olanda, ha deciso di rientrare a Venezia. Qui conosce Sara e Martina, che cercavano giusto una matta anglofona con la passione per il teatro e la didattica come lei.
Macaco Tour lavora molto con il turismo, sia italiano che straniero (le loro attività vengono proposte in italiano, inglese, spagnolo e tedesco), e tutte le attività possono essere fatte solo su prenotazione e costruite privatamente per la famiglia.
Le ragazze di Macaco Tour creano attività ad hoc, laboratori per la didattica di mostre ed hanno anche un programma per le scuole.
Vi suggerisco di dare un’occhiata al loro sito per trovare il gioco, il laboratorio o l’itinerario più adatto a voi e alla vostra famiglia.
Noi abbiamo avuto la fortuna di poter partecipare alla caccia al segno.
Dopo esserci incontrati dietro la chiesa di Santa Maria Formosa, Valentina ha iniziato spiegando a Giulia, Vittoria e agli altri bimbi presenti, attraverso delle immagini, che Venezia è costruita sull’acqua su “una foresta di pali”. Poco dopo ha avuto inizio la vera e propria caccia ai dettagli e alle curiosità intorno all’area di Santa Maria Formosa.
E’ stata davvero una bellissima esperienza, per loro, ma anche per noi adulti che non sapevamo moltissime cose di Venezia.
Di seguito trovate i contatti di Macaco Tour!
www.macacotour.com
info@macacotour.com
Libreria Acqua Alta
Per il resto segnatevi di fare un salto alla libreria Acqua Alta (Castello 5176 – Calle Lunga Santa Maria Formosa) perchè va vista! Non è assolutamente una libreria tradizionale.
Luigi, il proprietario, si è attrezzato per proteggere i suoi libri anche quando l’Acqua alta supera i 110 cm e invade la bottega! Come? mettendo i libri dove possano restare al riparo, in una Gondola, in una barca in disuso e persino in una vasca da bagno. Il caos regna sovrano ma è proprio il suo bello. E non è insolito fermarsi a sfogliare un libro, con accanto un gattone che fa le fusa appollaiato su una pila di libri.
Anche se forse non ci si va proprio per acquistare un libro, qui ne troverete di ogni tipo: di avventura, gialli, romanzi, libri nuovi e usati ed anche vecchie enciclopedie ormai sorpassate, ma che fungono da scala per vedere oltre il muro di cinta che butta sul canale adiacente, o si inerpicano verticalmente sui muri scrostati.
Le maschere veneziane artigianali
Non possiamo pensare a Venezia senza pensare anche al suo meraviglioso Carnevale. Quindi, se passate da questa bellissima città concedetevi una pausa in qualche bel negozio che ne realizzi di artigianali. Diffidate delle maschere imitazione che troverete in ogni angolo della città, soprattutto di quelle che esibiscono un timbro con scritto MADE IN ITALY, quelle, mi è stato spiegato, fungono proprio da specchietti per le allodole per i tanti turisti che le comprano convinti di aver fatto il colpaccio.
Di seguito trovate alcuni dei migliori atelier dove trovarle.
L’artista della barbaria
Il proprietario di questo negozio è un vero artista della cartapesta. Le sue maschere sono straordinarie. E’ stato proprio lui, molto gentilmente, a mostrarmi le enormi differenze tra una maschera artigianale ed una che riportava il made in Italy pur essendo assolutamente Made in China.
Barbaria de le Tole 6360/A
Atelier Marega
questo atelier è davvero molto conosciuto e segnalato su diverse guide attendibili. Le maschere che vende sono uno molto belle, perfette nei dettagli.
San Polo 2940
Myosotis Karima Arte
Un atelier non convenzionale, dove troverete maschere anche molto originali e di grande valore e bellezza.
Santa Croce 2125
Ca’ del Sol
Difficile non entrare almeno a sbirciare, già che questo negozio, grande e con le vetrine colorate, attira molti visitatori. Qui troverete molte proposte, per ogni gusto. Le maschere sono bellissime. Giulia, dopo averne provata una, non se ne sarebbe più andata.
Castello 4964.