Il Paese, l’isola, stavano cambiando faccia. Erano ancora famose e frequentate mete turistiche ma tanti aspetti lasciavano intendere che ci si stesse…
Venezuela
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Gli anni immediatamente successivi alla mia nascita furono in assoluto quelli di maggiore nomadismo per me e la mia famiglia. Ho ricordi confusi data la giovane età, in un’alternanza estenuante di viaggi e traslochi. So dai miei genitori che, una volta nata, trascorsi meno di un anno sull’isola, prima che loro decidessero di trasferirsi nuovamente in Italia, a Milano.
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Quinta Manila, la casa di Prados del Este
Subito dopo il terremoto del ’67, i miei nonni avevano comprato quinta Manila nella zona di Prados del Este, una grande casa coloniale in stile spagnolo, anni luce dall’essenzialità di Waikiki. Quinta Manila è la sola casa di Caracas che io abbia mai visto con i miei occhi e non soltanto in fotografia e la sola nella quale io abbia trascorso molti momenti della mia infanzia e della mia giovinezza.
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Gli aperitivi a quinta Japayumar e le nuove amicizie venezuelane.
Dopo un primo iniziale periodo di assestamento, mia nonna iniziò ad assecondare la sua natura mondana e la sua innata predisposizione per le pubbliche relazioni, cominciando a coinvolgere il vicinato in aperitivi serali a Quinta Japayumar. -
La mia storia
4 – L’arrivo a Quinta Japayumar e le prime impressioni su Caracas
di Francescadi FrancescaLa prima casa di mia nonna in Venezuela: quinta Japayumar.
Raggiungendo Macuto, lungo il litorale centrale, ai piedi della Cordillera de la Costa, in lontananza si stagliavano le famose spiagge che Tony le aveva descritto in diverse lettere, che godevano di un clima tropicale caldo ma ventilato, in contrasto con la vicina La Guaira, leggermente più arida e calda. Lungo le strade, oltre ad alte palme da cocco, si scorgevano diverse piante da frutto: giganteschi manghi, alberi di hicacos, guanabanas, cotoperi e mamey. -
Finita la guerra, mia nonna, classe 1925 ed allora già laureata in Lettere Antiche, iniziò a fare scuola ai reduci di guerra in Piazza Cavour a Roma.
Per citare le sue parole: “si trattava di persone con il doppio dei miei anni che se ne stavano attente come bambini, pur di ricevere un pezzo di carta che permettesse loro di ripartire da zero avendo la guerra distrutto anche gli archivi”. -
Come inizia la nostra storia in Venezuela.
Spesso mi si chiede che tipo di legame io abbia con il Venezuela.
Senz’ombra di dubbio mi sento venezuelana al 100%, per nascita, mentalità ed imprinting, ma nelle mie vene scorre solo e soltanto sangue italiano. Per essere precisa nei miei geni c’è un po’ di tutto: Emilia e Lombardia da parte di padre, Lazio/Campania e Abruzzo da parte di madre. -
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