Contenuti della pagina
- 1 Portare in fascia o nel marsupio. I vantaggi per bebè e genitori
- 1.1 Portare il bambino, nella fascia o con il marsupio, è una possibilità che non tutte le mamme prendono in considerazione. Come mai?
- 1.2 Quali sono allora i vantaggi, sul piano psicologico (per la mamma e il bambino) e dal punto di vista pratico?
- 1.3 Senza voler escludere il passeggino, la classica carrozzina, è possibile allora prevedere anche altri supporti, in base alle specifiche esigenze. Quando la fascia e il marsupio possono essere la soluzione ottimale?
- 1.4 Spesso chi acquista una fascia non sa poi come usarla. Quanto tempo è necessario per imparare, con l’aiuto di una consulente specializzata?
- 1.5 Fino a quale età/peso del bambino è consigliato l’uso della fascia/marsupio?
- 1.6 Quali sono le differenze tra fascia e marsupio? Come fa una mamma a scegliere?
- 1.7 Quali caratteristiche devono invece avere la fascia e il marsupio per la comodità e il benessere del bambino e del genitore?
Portare in fascia o nel marsupio. I vantaggi per bebè e genitori
Di Laura Della Badia – Direzione Editoriale MilanoMOMS
Quella del portare è una pratica antica che offre tanti vantaggi al bebè e ai genitori.
Ne parliamo con Alessandra De Rosa, consulente del portare, che insegna a tante mamme come portare nel modo giusto e con il supporto più adatto.
Portare il bambino, nella fascia o con il marsupio, è una possibilità che non tutte le mamme prendono in considerazione. Come mai?
R: Portare in fascia o nel marsupio è una pratica antichissima che fino al secolo scorso faceva parte del normale di accudimento; il neonato infatti cresceva ad alto contatto con la madre, che comunque doveva continuare a lavorare in casa e accudire il resto della famiglia. Poi con l’industrializzazione, che ha portato le donne fuori di casa, spesso anche subito dopo il parto, la cura dei neonati è stata delegata a balie o ai primi asili e di conseguenza il rapporto con il neonato è cambiato, allontanando le mamme dalla pratica del portare.
Inoltre il portare era visto come qualcosa appartenente alle campagne, mentre le donne borghesi che abitavano in città portavano i bimbi in sfarzose carrozzine che addirittura facevano spingere dalla balia; questo ha fatto sì che le donne emulassero le “cittadine” usando a loro volta carrozzine invece dei teli per portare i piccoli addosso.
Credo che questo sia un po’ il motivo per cui ancora vi sia una certa diffidenza. Altro motivo non da trascurare è la credenza che il bambino portato addosso si vizi, non dorma più solo, non voglia staccarsi dalla madre etc. Credenze che per fortuna stanno scomparendo e sempre più famiglie scelgono il babywearing come alleato per la crescita dei propri figli.
Quali sono allora i vantaggi, sul piano psicologico (per la mamma e il bambino) e dal punto di vista pratico?
I benefici del portare sono innumerevoli sia dal punto di vista psicologico che fisiologico: il bambino riceve non solo la stimolazione continua di tutti i sensi ma cresce in armonia perché la madre o il padre rispondono immediatamente a tutti i suoi bisogni.
Il neonato portato piange molto meno, perché il contatto crea sicurezza. Il babywearing favorisce l’allattamento al seno grazie alla continua vicinanza madre-figlio. La vista, l’olfatto, l’udito vengono costantemente stimolati. La socialità, altro aspetto fondamentale della crescita, viene incentivata in quanto il bambino cresce all’altezza del genitore osservando direttamente la vita quotidiana. Inoltre il portare favorisce un massaggio continuo al bambino e lo aiuta ad alleviare i dolori dovuti all’aria presente nel pancino.
Per chi porta c’è poi il vantaggio della libertà di muoversi avendo le mani libere: pensiamo a quante cose siamo spesso costrette a fare con nostro figlio in braccio!
Senza voler escludere il passeggino, la classica carrozzina, è possibile allora prevedere anche altri supporti, in base alle specifiche esigenze. Quando la fascia e il marsupio possono essere la soluzione ottimale?
Questo dipende un po’ dallo stile di vita familiare, ho conosciuto madri e padri che utilizzavano i babywearing solo per stare in casa, per esempio, altri in alcuni periodi anche h24, altri solo per andare in vacanza e per le passeggiate in montagna. Non esiste una soluzione ottimale, tutto dipende dai gusti della famiglia e del bambino.
Spesso chi acquista una fascia non sa poi come usarla. Quanto tempo è necessario per imparare, con l’aiuto di una consulente specializzata?
Normalmente con una consulenza di un’ora e mezzo-due, la professionista dà una buona infarinatura sul portare corretto. Poi solo la pratica quotidiana aiuta a raggiungere risultati ottimali.
Mi permetto di dare un consiglio: se si vuole portare il proprio figlio è consigliabile prima fare una consulenza, poi comprare il supporto, perchè, grazie alla consulente, si possono provare diverse tipologie e trovare quella più adatta a noi.
Fino a quale età/peso del bambino è consigliato l’uso della fascia/marsupio?
Esistono supporti per ogni età comunque da 0 a 5 o addirittura 6 anni.
Quali sono le differenze tra fascia e marsupio? Come fa una mamma a scegliere?
Se un supporto è ergonomico, la scelta sta poi solo nelle preferenze di chi deve portare. Io consiglio sempre di provare prima di acquistare un supporto, per evitare di fare acquisti che poi rimangono chiusi in un cassetto.
Quali caratteristiche devono invece avere la fascia e il marsupio per la comodità e il benessere del bambino e del genitore?
Devono essere ergonomici e rispettare non solo la fisiologia del neonato ma anche quella del portatore, devono garantire una posizione corretta del bambino in ogni momento e permettere la sicurezza, esempio le vie respiratore non devono essere occluse dal supporto, il pannello deve avvolgere il neonato come se fosse una seconda pelle, la tela del supporto deve essere sufficientemente ampia da garantire sempre un corretto sostegno sia sotto il sederino del bimbo che nell’incavo delle ginocchia, questi sono punti fondamentali per un portare corretto.
Alessandra De Rosa, consulente del portare: alecontinuum@gmail.com