Abbigliamento neonato: cosa e quanto comprare?

di Francesca

Abbigliamento neonato: cosa comprare?

Quando arriva un piccolino nella nostra vita non sempre abbiamo le idee chiare su cosa gli possa servire

Nonostante Giulia e Vittoria siano già grandi, mi capita spesso di affrontare con le amiche uno degli argomenti preferiti dalle mamme, ma anche dalle zie e dalle nonne, ovvero l’abbigliamento neonato.

Quando un’amica, una sorella o qualcuno della famiglia ci presenta il nuovo o la nuova arrivata, ecco che scatta immediatamente un sentimento di meraviglia e tenerezza, il più delle volte seguito da apprezzamenti sull’abbigliamento del piccolo o della piccola.

E’ inevitabile innamorarsi degli occhioni spalancati sul mondo dei neonati, così come è inevitabile resistere all’acquisto di una maglietta, un vestitino o una tutina nuova! Non è vero!

Diciamocelo, che siate mamme oppure zie o nonne, passare davanti ad una vetrina di un negozio di abbigliamento per neonato richiama immediatamente l’attenzione e raramente si riesce a resistere dall’entrare e acquistare almeno un capo per qualche piccolino che conosciamo.


Qualcuno potrebbe pensare che di abitini se ne regalino o se ne ricevano sempre troppi, ma io che sono mamma di due gemelle posso assicurarvi che non è così e che, soprattutto nei primi mesi, non bastino mai!

La crescita è sempre più rapida del previsto, i cambi avvengono più volte al giorno e quindi si ha la necessità di avere a disposizione più capi, sempre puliti e profumati.

E poi un neonato che vive anche parte della vita dei genitori, partecipa inevitabilmente a occasioni di festa, di incontri con gli amici o la famiglia, alle cerimonie e alle vacanze in ogni stagione in cui mamma e papà decidano di partire.

L’abbigliamento neonato è necessario, ma molto spesso conquistano anche quei capi che non sono particolarmente sfruttabili ogni giorno, ma hanno una linea, dei colori o delle fantasie così carine e accattivanti che resistere all’acquisto è praticamente impossibile.

Ma cosa davvero è meglio comprare, e in che quantità, quando si tratta di abbigliamento per neonato?
Dal punto di vista pratico posso dire che di tutine (i famosissimi pagliaccetti) e body non se ne hanno mai abbastanza.
Dipende poi molto dalla stagione e spesso anche dal bimbo.

I capi d’abbigliamento, infatti, sono molto spesso il primo motivo di rivolta e di istinti ribelli che i piccoli comunicano con grande forza.

Qualche bimbo, ad esempio, non sopporta le calze (per quanto risultino essere piccolissime e tenerissime agli occhi di un adulto) quindi, in questo caso, meglio prendere le tutine che coprono anche i piedini e ovviare così al problema.

Anche i capi troppo accollati potrebbero infastidire il bebè e in questo caso si potrebbe optare per un abbigliamento più comodo e magari per una taglia leggermente più abbondante di quella necessaria.

Durante l’inverno non può sicuramente mancare tutto il corredo che serve per preservare i bimbi dal freddo, dal vento e dall’umidità, soprattutto se, come me, vivete in Lombardia 🙂

Ci vorrà ancora qualche mese perché il meteo ci convinca che possiamo evitare qualche strato di abbigliamento quando usciamo di casa.

Un occhio di riguardo va sempre dato anche al tessuto con cui sono confezionati i capi, ma questa abitudine dovrebbe valere sempre quando si acquistano abiti, sia per adulti che per neonati.

Per la stagione calda e per tutto ciò che va a contatto diretto con la pelle è consigliabile acquistare indumenti creati con fibre naturali.

 

Tessuti tecnici di alta qualità o che lascino traspirare la pelle dei piccoli durante il periodo più freddo sono sicuramente da preferire ad altre tipologie.

Nulla è superfluo, per quanto riguarda l’abbigliamento neonato, se scelto con cura rispettando le esigenze particolari del bebè, la praticità di un utilizzo quotidiano e il rispetto per l’ambiente.

Un mio consiglio, infatti, è quello di scegliere sempre capi che possano essere durevoli, e che possano magari servire, poco più in là nel tempo, a qualche fratellino, sorellina, cuginetto o a qualche altro bimbo.
Anche questo è un buon esempio di sostenibilità!

Potrebbe interessarti