Milano e La Settimana della Moda

di Francesca

Milano è una città meravigliosa, frizzante, dinamica, cosmopolita, che ogni giorno, in ogni periodo dell’anno, fa da magica cornice a mostre, esposizioni, spettacoli teatrali, manifestazioni internazionali ed eventi di ogni natura. Proprio in questi giorni, per esempio, ci troviamo in piena “Fashion Week”.

Coerentemente con il nome stesso della manifestazione, quindi, la “Settimana della Moda” dovrebbe essere un periodo in cui bisognerebbe sfoggiare la propria eleganza ed il proprio buon gusto, la capacità di abbinare tra loro abiti ed accessori, con stile ed in modo appropriato.

In verità ti accorgi di essere nel bel mezzo della settimana della moda, non tanto per i tempi di percorrenza triplicati, il traffico intenso e la grande quantità di eventi ed aperitivi serali in programma, quanto perché dall’oggi al domani sembra che sia arrivato in città il Circo Togni, con uno staff di tutto rispetto.

Sono giunta alla conclusione che le persone confondano il saper essere alla moda con l’essere estrosi ed originali ad ogni costo. Mi sembra di camminare in un grande, gigantesco, circo e che ci siano moltissimi saltimbanchi e clown in circolazione.

Cappellini tremendi nemmeno fossimo ad un matrimonio in Gran Bretagna, jeans strappati con mutanda a vista, tizie che girano in San Babila in kimono, zoccoli o sottovesti, uomini con pantaloni aderenti con quadruplo risvolto oppure direttamente tagliati ed orlati alla zuava o, come direbbero al sud, alla “zumpa foss” (letteralmente: zompa fosso). O ancora con pantaloni dal cavallo così basso ma così basso da farti sospettare che chi li indossa sia stato colto da un improvviso attacco di cagotto.

In giro vedi davvero di tutto: donne con bocche a culo di gallina e rossetti rosso fuoco alle 8.00 del mattino, shorts anche addosso a ragazze alte 1 metro e 1 golia con la gambetta corta, accostamenti improbabili in termini di colori e tessuti, uomini con borse e borsette stile Tinky Winky, occhiali ridicoli e pettinature assurde, quasi sempre ispirate alle creste dei calciatori o al caschetto da Playmobil in gran voga quest’anno (sospetto che l’abbiano lanciato i fratelli cinesi che servono detersivi al posto di cocktail davanti al Radetzky), magliettine scollate con petto (chiaramente depilato) a vista, babbucce in velluto alla Briatore, un tripudio di canotte da “magutt”, oltretutto quasi mai indossate dal tamarro fisicato, ma quasi sempre da mezze seghe nane e mingherline che sembrano uscite da un talent scout della de Filippi.

Va bene che la moda sará anche ciclica ma oggi con un tailleur con le spalline quadrate anni ’80 sembreremmo delle cretine in tenuta da rugby e niente di più.

Ok essere originali e non volersi omologare ad ogni costo, ma nemmeno farsi vestire ogni mattina da Ray Charles ed essere pronti per una parata.

Oltretutto vorrei fare una considerazione importante:
Se sei un babbo e ti tatui diventi un babbo tatuato.

Non ti trasformi in un super figo.

Se sei uno sfigato e sostituisci la camicia con la canotta, uno sfigato resti, ma peggiori enormemente la situazione diventando anche uno zic tamarro.

Va bè, che dire. Godiamoci questi ultimi giorni di Cirque du Soleil gratuito e Alegrìa!

(“Gente del Circo”, Botero). 

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