Amo mia madre.
La amo perché con un ginocchio rotto e un gesso che le copre tutta la gamba guida (“tanto ho il cambio automatico ed è la sinistra”), la amo perché mi ha trasmesso tanta “venezuelanità” e se io entrando in sala operatoria per partorire urlavo: “non possono nascere oggi, avrei avuto la ceretta tra 10 giorni” e se dopo 10 ore dal cesareo mi sono alzata, lavata e fatta la piega perché non mi piaceva l’idea di ricevere visite e non essere in ordine, lei giustamente oggi mi scrive: “amore, se mi cerchi sappi che non sarò a casa nel pomeriggio. Vado a fare depilazione di 1 gamba e pedicure di 2 piedi”.
D’altronde la mela non cade mai troppo lontano dall’albero e alla fine sono pur sempre cresciuta sentendomi dire:”usa intimo decente. Metti che hai un incidente”.