Pazzamente felici

di Francesca

Arriviamo da una generazione che spesso non ha avuto molto e che si è conquistata tutto a fatica, che si e’ sempre sacrificata anche per poter offrire qualcosa di meglio a noi figli.

Una generazione che il più delle volte ha dovuto mettere davanti al piacere il dovere, davanti ai propri sogni la concretezza, davanti alle emozioni la sicurezza.
Una generazione piena zeppa di sensi di colpa.

Che ci ha cresciuti in bilico, divisi tra il desiderio di renderci sereni e più liberi, autonomi e coraggiosi di quanto non siano stati loro e l’inevitabile, irresistibile, abitudine di mostrarci un solo percorso “buono e giusto”, chiaramente in rettilineo, da intraprendere e percorrere dai 25 ai 75 anni, senza tener conto del naturale scorrere del tempo e di come altrettanto naturalmente si cambi nell’arco di una vita.

Una strada sicura, fatta di solidità, concretezze, sicurezze economiche e non solo, più che di emozioni, gioia e battiti di cuore.

Ci è stato ripetuto per una vita di inseguire la felicità, senza tenere a mente che la loro felicità spesso non coincide con la nostra, che un ripetuto: “sii felice” a parole cozza con tutto il generale condizionamento messo ogni volta in piedi (inconsapevolmente oppure no?) con le LORO paure, alla luce del LORO vissuto.

Noi che siamo il risultato dell’educazione ricevuta e dell’esperienza accumulata in anni diversi e del tutto contorti dovremmo avere almeno maturato un pensiero diverso, eppure ancora oggi siamo più portati a definire “folle”, “strano”, “ingrato”, “impazzito”, “manipolato”, “imprudente” e a consigliare un buon terapista a chi mostra di avere coraggio, di voler rischiare la propria serenità per la vera felicità, chi ha la coerenza di far seguire i fatti ai pensieri, chi si sa buttare senza necessariamente aver bisogno di mettere a punto ogni volta una nuova valutazione dei rischi, chi agisce e vive mosso dal cuore, dall’istinto e dalla consapevolezza che non siamo eterni, chi riesce ad intravedere strade parallele ed alternative a quelle scelte in precedenza e, a detta di amici e parenti, “perfette” per noi.

Noi 30/40enni, non dovremmo inciampare nello stesso errore delle generazioni precedenti e dovremmo capire che non si può vivere scegliendo sempre il male minore, mossi sempre dal terrore che un percorso diverso possa portarci alla deriva, dalla paura del giudizio, di deludere mamma e papà, di venire criticati o, ancora più stupido, di poterci pentire un giorno per le scelte fatte.

Preferisco e preferirò sempre essere definita “folle” piuttosto che rientrare nella schiera di persone che definiscono pazzi coloro di cui, intimamente e non dichiaratamente, invidiano il coraggio e la forza d’animo.

 

Photo Credits: www.happier.tvmood-girl-dress-color-hands-smile-summer-umbrella-umbrella-happiness-freedom-freedom-openness-warmth-plants-nature-field-sun-sky-clouds-background-freedom

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