Sardegna fuori stagione: Il Carnevale e le sagre di paese

di Francesca

Chi ha detto che in Sardegna bisogni andarci solo in piena estate? Ho voglia di organizzare un viaggio in Sardegna fuori stagione e oggi vi racconto perché!

Ricordi di Infanzia

In prima media, il primo giorno di scuola, socializzai subito con Alice, una ragazzina tutta pepe che nel giro di poco sarebbe diventata la mia migliore amica.

Furono anni divertenti e spensierati.

Il nostro insegnante era Alfonso Signorini.

Immagino che ai tempi “Chi” non fosse ancora nei suoi pensieri, tanto meno occuparsi di gossip o commentare reality.

Noi studenti lo adoravamo.

Il momento di partite

La famiglia di Alice era sarda e, pochi anni dopo, già iscritta al liceo, arrivò per lei, i suoi genitori e i suoi fratelli, il momento di tornata a vivere in Sardegna.

In quegli anni di scuola e amicizia, però, ebbi la grande fortuna di trascorrere molto tempo in sua compagnia e di seguirla diverse volte nella sua terra.

Nel paese di sua nonna, Meana Sardo, quello di suo padre, Sanluri e, più recentemente, a Cagliari, dove vive oggi.

Durante quei viaggi mi innamorai di luoghi e persone, delle tradizioni locali, di usi e costumi, ancora prima di scoprire un mare da togliere il fiato ed infinite bellezze naturali.

Spiaggia del Principe Beach, Romazzino, Costa Smeralda, Sardinia

La Sardegna è sicuramente una delle più note e ambite mete turistiche del mondo e la cosa non meraviglia affatto:

bella, selvaggia, carica di storia, cultura e tradizioni antiche.

Bellissima nell’entroterra come lungo le coste, con larghe spiagge bianchissime o piccole calette nascoste, innumerevoli bellezze panoramiche, una tradizione enogastronomica vastissima.

E’ senz’altro il luogo perfetto dove pianificare qualunque tipologia di vacanza, in qualsiasi periodo dell’anno!

Ripensando ai miei ultimi viaggi in Sardegna ho ricordato proprio oggi di quando scoprimmo di essere “incinti” proprio di ritorno da un viaggio a Cagliari fatto tra fine febbraio e inizio marzo 5 anni fa.

L’ultima volta che ci sono stata, invece, è stato per il matrimonio di Margherita, un’altra delle mie più care amiche. Con la Sardegna credo di avere un legame particolare.

Ho voglia di tornarci senza aspettare che faccia caldo!

Stamattina, con questo nuovo “viaggio nella testa”, ho fatto qualche ricerca nel web per trovare qualche soluzione di viaggio interessante.

A fine febbraio, per Carnevale, la scuola delle bimbe resterà chiusa 5 giorni.

Quindi, perché no? D’altronde la Sardegna è il luogo dove le festività carnevalesche sono uniche nel loro genere, profondamente sentite e radicate nella cultura e nella tradizione locale. Trovare un traghetto per la Sardegna facilissimo, anche perché esistono molte linee che effettuano viaggi per l’isola, sia diurni che notturni, a tariffe molto competitive.

La nave è sempre un’ottima soluzione se si viaggia con la famiglia, anche per essere autonomi appena arrivati, potendo contare sulla propria auto per gli spostamenti interni.

Chi viene? Se poi adorate mangiare e bere (bene) come me (il pilates mi salverà!) questa terra non vi deluderà, nemmeno su questo fronte: sapori unici, di mare come di terra, veri e propri itinerari eno-gastronici alla scoperta delle migliori specialità locali.

I prossimi mesi saranno ricchissimi di eventi enogastronomici, fiere e sagre di paese.
Andando io pazza per i ricci sono anni che mi riprometto di tornarci proprio a marzo per la sagra dei ricci Buggerru (si svolgerà durante le prime 4 domeniche di marzo a Buggerru, nel Sulcis-Iglesiente (nel sud ovest della Sardegna).

E se i ricci non vi piacciono niente paura, troverete comunque pane per i vostri denti, perché di sagre ne esistono moltissime, a seconda del periodo e della stagione.

Via libera a quelle del torrone, degli agrumi, del pane carasau, dello zafferano, delle zipole, delle castagne, dei carciofi, dei funghi, dei formaggi, del miele, della bottarga, del tonno, ecc..

Mmmm… che voglia di una sosta all’insegna di sapori antichi, tra malloreddus, culurgiones, lorighittas, spianadas, seadas, Su Filindeus, fregola e taaaanto altro ancora, sorseggiando ottimi vini locali.

A proposito di vini vi segnalo che quest’anno la Sardegna è stata scelta per un evento internazionale, il Grenaches du Monde, una rassegna di degustazione a concorso di tutti i vini Cannonau del Mondo.

Le tappe del concorso saranno tre: Alghero, Nuoro e la suggestiva Barumini.

L’anno scorso alla medesima rassegna a Saragoza in Spagna, ha vinto la medaglia d’argento uno dei vini dell’azienda agricola Tenute Rossini .

Se capiterete in zona non dimenticate di provare vino e prodotti di questa azienda agricola!

La Sardegna, però, è tradizione a 360 gradi, non solo a tavola.

Ci sono più di 1000 motivi per visitarla anche fuori stagione! Il Carnevale è davvero imperdibile.

Dal 23 al 28 di febbraio ogni paese sardo si vestirà a festa, ognuno con le proprie usanze e tradizioni variopinte e multiformi e le proprie maschere tradizionali.

I riti propiziatori del carnevale sardo sono infiniti: processioni, tornei medievali, acrobazie a cavallo sono soltanto alcune delle tradizioni e dei riti che da secoli si ripetono con le stesse modalità.

Il carnevale per i sardi ha un significato importante.

Alle origini segnava la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, che finalmente avrebbe portato grano, farina e pane.

Quella del Mamuthone è una delle maschere più conosciute e importanti del carnevale in Sardegna, grazie alla storia secolare che emana dalla sua figura.

Vestito di pelli, il Mamuthone indossa una maschera di legno scura dall’espressione imperturbabile.

Appesi sulla schiena porta una grande quantità di campanacci (pensate che superano spesso i 30 chilogrammi di peso).

I Mamuthones procedono in fila indiana e saltano a ritmo, producendo con i loro campanacci un suono inconfondibile. Guidati durante una processione ritmata e danzata dagli Issohadores, i lanciatori di soha (laccio), dai costumi coloratissimi, che li comandano con lunghe funi fatte di giunco.

Ogni paese ha il suo carnevale e le sua caratteristiche: ad Aidomaggiore, per esempio, la maschera tipica è Maschera a Lenzolu, costituita da un lenzuolo bianco.

Il martedì grasso il colore predominante diventa il nero, in segno di lutto per la fine del Carnevale ma anche per la sorte riservata al fantoccio Re Zorzi:

dopo un’intera giornata in giro per il paese, viene processato e dato alle fiamme, rispettando così una tradizione tipica in molti carnevali della Sardegna.

Questo rito di passaggio segna la fine dell’inverno e annuncia la primavera ormai imminente.

Ad Aritzo, Sos Mumutzones e S’Urtzu (l’orso), l’altra maschera tipica con il viso ricoperto di fuliggine nera, danno invece vita a finte battaglie che simboleggiano la lotta fra uomo e natura.

Mia cognata Silvia, che in Sardegna ci è praticamente cresciuta e che ama molto questa terra, mi racconta che il carnevale di Bosa è una grande festa, conosciuta in tutta la Sardegna.

La maschera principale è quella de Is Attittadorasa: uomini vestiti da vedove, che vagano per il paese eseguendo una sorta di sgangherato lamento funebre.

Le maschere vanno in giro porgendo un bambolotto al seno delle donne, chiedendo loro un po’ di latte per tenere in vita il Carnevale. Il latte spesso si “trasforma” in Malvasia, il vino tipico della zona.

Il carnevale di Gavoi pone invece la musica al centro della festa. Non è importante il travestimento: su Sonu, il suono, è la vera maschera, tra le musiche e i balli delle più antiche tradizioni della Sardegna.

A Neoneli, al posto dei campanacci, Sos Corriolos portano sulla schiena ossa di animali, che fanno suonare al ritmo di danza.

A Nuoro si possono ammirare i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada, i Boes e Merdules di Ottana, su Bundu di Orani, assieme a tante altre maschere tipiche.

Ad Oristano potrete invece assistere alla spettacolare Sartiglia, una manifestazione equestre unica nel suo genere è uno dei grandi eventi del carnevale in Sardegna.

Si svolge l’ultima domenica e l’ultimo martedì di carnevale (quest’anno domenica 26 e martedì 28 febbraio).

La figura che la domina è quella de Su Componidori, un cavaliere che dopo un rituale di vestizione si trasforma nel re della festa.

I cavalieri che vi partecipano lanciano i propri cavalli in uno sfrenato galoppo nelle strette vie del centro con l’obiettivo di infilzare con una spada una stella d’argento appesa lungo il percorso.

Divisi in gruppi di tre, poi, i cavalieri compiono coraggiose ed emozionanti coreografie sui cavalli.

Le maschere che caratterizzano il Carnevale di Ottana sono capolavori artigianali che rispettano le antichissime tradizioni di questa festività.

Il Carnevale di Samugheo prevede molte maschere, che mettono in scena le situazioni tipiche dell’antica vita campestre.

Il carnevale di Santu Lussurgiu presenta una delle corse a cavallo più spericolate che si svolgono in Sardegna.

Anche a Sedilo i cavalli sono i protagonisti del carnevale, con Sa Cursa de sa Pudda (la corsa della gallina).

Fra i pochissimi carnevali tradizionali del sud della Sardegna, il carnevale di Sestu offre un’atmosfera magica e rituale. Morte, acqua, terra e rinascita sono gli elementi essenziali su cui s’impernia questa rappresentazione.

Insomma….

Potrei andare avanti ore ed ore e non sarei capace di raccontarvi tutto quello che accade in Sardegna a Carnevale.

Impossibile concentrare in poche righe una tradizione millenaria! Non sono certo nemmeno in grado di descrivervi tutte le bellezze e le particolarità di una terra così unica e ricca di tradizioni.

Quindi…non vi resta che aprire gli occhi e il cuore, prenotare un volo o un traghetto per la Sardegna e partire!

Ad attendervi troverete uno dei più belli e spettacolari carnevali del nostro paese, panorami incredibili e sagre enogastronomiche imperdibili!

Vi consiglio di visitare questi siti per trovare maggiori informazioni per organizzare il vostro viaggio:

Promozione Turismo Sardegna

Visit Sulcis

Sardegna Turismo

Ainoke

Traghetti Lines

Grazie Donatella, Silvia G, Silvia D, Alessia e, naturalmente, Alice!


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