Ho sempre avuto una gran fretta che crescessero.
I primi due anni sono stati una corsa affannosa, a occhi chiusi e a denti stretti per mettere insieme tutte le energie necessarie.
E allora il tempo sembrava immobile, non passava mai. Proprio mai.
E poi io non sono mai stata una di quelle mamme particolarmente brave, attratte dai neonati o brave in fase di accudimento.
Anzi quella dipendenza mi toglieva il fiato. Poi è cambiato tutto e sono diventate divertentissime, presenti, è iniziato anche uno scambio quotidiano e costante, oltre alla fatica ogni giorno tanta gioia e tanto amore.
Momenti divertenti, attimi insieme speciali, oltre alla montagna di capricci che solo due gemelle femmine possono fare con quella potenza. E qui, stranamente, capricci a parte, avrei invece tanto voluto fermare il Tempo, che adesso corre veloce e non sembra rallentare proprio mai. Arriva il momento in cui le gambe si allungano e quei lettini in cui sparivano in due iniziano ad essere corti, piccoli e stretti.
Così bisogna salutare la cameretta da neonate, mettere via carillon e para colpi e dare il benvenuto al letto da grandi.
Nel mentre, però, mentre il primo mobilio lascia la stanza e il secondo è in arrivo, la stanza vuota mi inquieta un po’ e mi fa persino pensare che non possa esserci mai stato questo vuoto tra un muro e l’altro.
È strano ma il tempo che passa lo vedi anche da queste cose, come se non bastasse vedere che ti sono nati nuovi segni intorno agli occhi e ci metti sei mesi a perdere 3 kg, come se non bastasse vederle fiere ritirare i loro lavoretti scolastici alla festa di fine anno a scuola.
Oggi arrivano i letti da grandi e salutiamo le righe rosa e bianche sui muri perché hanno scelto le stelle!