Creativi fatevi avanti: con il contest Design it Possibile, Huawei vi chiede di mettervi in gioco

di Francesca

Il mantra di Huawei?

Make it Possible:

l’innovazione come fattore abilitante per aiutare le persone ad esprimere il proprio potenziale.

Credo che essere creativi non si limiti al saper fare qualcosa in particolare o nel mostrare doti e capacità particolari in ambito artistico.

Per me la creatività è una componente quotidiana, che dovrebbe esserci in ogni sfera dell’ esistenza.

E’ pensare fuori dagli schemi, è riuscire a rendere ogni giornata diversa dall’altra, affrontare la vita come viene e saper trovare sempre soluzioni nuove ed originali ai problemi.

Ho scelto il mondo delle PR e dell’organizzazione eventi (o forse sarebbe più corretto dire che gli eventi hanno scelto me), un po’ per caso.

Ci ero cresciuta dentro tra mia madre e mia nonna e forse non avrei potuto fare altro.

Degli eventi mi affascinano le infinite variabili e la loro imprevedibilità.

I problemi che spuntano dal nulla e che vanno risolti pronti via, senza pensarci troppo su.

Ho capito presto che avrei avuto per sempre bisogno di questa adrenalina per fare con passione il mio lavoro. In verità inizialmente non ero convinta che avrei fatto questo.

Studiavo lettere e non avevo assolutamente ben chiaro cosa avrei fatto nella vita.

Certamente non mi immaginavo dietro ad una scrivania 8 h al giorno e nemmeno proiettata in un lavoro d’ufficio solitario.

Per un po’ ci ho provato, ma è stata un’esperienza fallimentare e deludente. Sono nata e cresciuta in mezzo alla gente.

La mia prima casa è stato un albergo, il contesto in cui sono cresciuta un’isola tropicale nel momento di massimo splendore e boom turistico.

La famiglia che ho avuto, poi, ha fatto il resto: coraggiosi, temerari, imprenditori, a costo di cadere e sbattere il muso a terra, cosa che poi in parte è accaduta.

“Chi possiede l’immaginazione, con quale facilità crea dal nulla un mondo.”

Gustavo Adolfo Bécquer

La creatività è un mood mentale, un elemento necessario in tutti gli ambiti della vita, che in qualche modo va, secondo me, di pari passo con la capacità di immaginare e di osare.

Mi piace chi pensa in grande e chi si butta, da sempre.

Anche per questo motivo mi affascinano molto realtà che da lontano, da molto lontano, si fanno strada, diventando leader di mercato in brevissimo tempo.

Huawei: la Cina fa!

Sto parlando di Huawei, un mondo sempre più noto e apprezzato anche da noi occidentali.

Non stupisce che Huawei, in cinese, voglia dire “conquista”, “atto magnifico”.

La Cina fa, insomma.

La filosofia Huawei unisce eleganza, design e funzionalità , mettendo insieme il lavoro di oltre 200 progettisti in tutto il mondo.

Si rivolge a dei consumatori attenti al design che cercano un cellulare di un certo tipo, bello, tecnologico e funzionale, ma anche resistente e in grado di accompagnarci durante le nostre giornate, perché anche la soddisfazione, oltre all’oggetto in sé, possa essere veramente duratura.

Lo dico con un po’ di stizza, dopo che il mio smartphone (no Huawei) appena comprato, cadendo si è rotto e mi sono stati chiesti più di 600 euro per riparare una scocca. Ma torniamo a Huawei, che è meglio.

I Partners di Huawei: Leica, Pantone, Porsche, Dolby

Le collaborazioni di Huawei sono diverse, come ci ha raccontato Isabella Lazzini, Marketing & Retail Director CBG Huawei Italia, in occasione dell’evento di qualche giorno fa nello Store Huawai di City Life. Leica, Pantone, Porsche Design, Dolby, sono, infatti, solo alcune delle aziende con cui Huawei ha collaborato negli ultimi anni.

Andy dei Bluvertigo e La Bigotta decorano le cover Huawei con le loro creazioni

Durante l’evento Huawei ho avuto il piacere di incontrare Andy dei Bluvertigo e Anna Neudecker,  più conosciuta come La Bigotta, famosa tatuatrice milanese. Entrambi erano presenti in veste di creativi, per aver disegnato le cover di smartphone e tablet Huawei e aver dato il là, con i loro bellissimi lavori, a quest’onda di creatività che spero possa investirvi tutti.

Design It Possibile: progetta anche tu le cover e i temi Huawei

Con l’occasione è stato presentato Design it Possible, un progetto pluriennale nato con l’obiettivo di valorizzare le idee, il talento e la creatività degli utenti, che potranno farsi avanti, mettersi all’opera e condividere i propri progetti di design con Huawei, che, a contest finito, premierà i migliori lavori con un indimenticabile viaggio in Cina e i nuovi smartphone targati Huawei.

Come?

Proponendo grafiche, disegni e progetti di design per personalizzare i temi e le cover di P20 e P20 Pro.

“Ciascuno di noi ha un tratto unico e personale che lo contraddistingue. Ciascuno di noi ha una storia da raccontare e che merita di essere raccontata. Grazie a Design it Possibile, Huawei raccoglierà le storie degli utenti e creerà per loro un luogo di scambio e condivisione dove queste storie potranno essere ascoltate e contribuire ad ispirare sempre più persone“, ha spiegato Isabella Lazzini.

Design it Possible: il “luogo” perfetto per esplorare ed ospitare la creatività.

La piattaforma vuole essere, infatti, un contenitore di idee e di progetti dedicato a studenti, università e appassionati di design, per esplorare nuove soluzioni e proporre idee e progetti innovativi e all’avanguardia.

Regolamento per partecipare a Design it Possibile

Tutte le proposte di personalizzazione dovranno essere caricate sul sito Designitpossible.com entro e non oltre il 27 settembre 2018.
Il progetto deve essere un file JPEG, in formato verticale 9:16, e non dovrà superare i 4MB di peso.

Le cinque creazioni più caratteristiche verranno valutate e selezionate da una giuria di esperti.

Il vincitore del progetto migliore diventerà designer ufficiale delle cover e dei temi Huawei.

In palio ci sono diversi prestigiosi premi:

• 1° Premio: designer ufficiale delle cover Huawei, un viaggio per 2 persone in Cina, uno smartphone Huawei P20 Pro e la cover del proprio progetto
• 2° Premio: Uno smartphone P20 Pro e la cover del proprio progetto
• 3°, 4° e 5° Premio: Uno smartphone Huawei P20 e le cover del proprio progetto

Insomma, quasi quasi mi metto in gioco anche io. Voi cosa dite?

Potrebbe interessarti