Dipingere con Sambonet, al posto dei pennelli!

di Francesca

Dipingere con Sambonet al posto dei pennelli

La nostra casa è un porto di mare!

Di quelle case sempre affollate, piene di gente, dove nemmeno occorre annunciarsi e il citofono suona spesso.

Sono cresciuta in una casa così e desidero lo stesso per le mie bambine.

Da noi chiunque desideri un caffè, un bicchiere di vino, un abbraccio, qualche risata o un po’ di ascolto è sempre il benvenuto. Lo è sempre stato prima di avere Giulia e Vittoria e oggi lo è ancora di più, visto che quasi tutti i giorni il nostro salotto si trasforma in una sorta di asilo nido.

Non sono una madre perfetta, anzi, ho tantissimi difetti e da tre anni e mezzo ce la metto tutta per imparare a fare la mamma.

Nonostante sembri tutto l’opposto sono comunque una madre severa, credo bisogni dare delle regole e che per i bimbi sia importante avere dei paletti da rispettare. Sono noiosa sull’educazione, soprattutto a tavola, e i miei “no” sono pochi ma selezionati con cura 🙂

Ma quando si parla di arte, di creatività, di gioco, devo dire che sono molto permissiva. Con questo non sto certo dicendo che potrei mai lasciare le mie figlie libere di disegnare sui muri, di spennellare vernice sul copriletto o di combinare altri disastri del genere. Però non temo di certo i disastri “contenuti”. 

Adoro che tornino dal parco sporche e felici, che giochino senza limitarsi troppo. Per fortuna esiste la lavatrice!

Mi piace che sperimentino nuovi giochi, che si divertano a giocare con la terra in giardino, che scoprano tanti nuovi usi con materiali di riciclo. Mi piace che amino disegnare e dipingere, a modo loro, certo, ma da qualche parte bisognerà pure iniziare!

Sono convinta che i bambini riescano a dire di più tramite i loro lavoretti piuttosto che a parole!

I bambini sono sicuramente più fantasiosi di noi e sono in grado di intravedere utilizzi nuovi ed alternativi anche in oggetti di uso quotidiano. Un vasetto dello yogurt può diventare un perfetto contenitore in cui piantare dei semini, una molletta del bucato e un batuffolo di cotone un pennello improvvisato.

Così che, quando si è trattato di reinterpretare ed offrire nuova vita a uno splendido piatto per lumache di Sambonet, non mangiando nessuno di noi lumache, non abbiamo avuto dubbi! Perché non trasformarlo in una tavolozza di colori?!? Il piatto era in acciaio inox, le tempere sarebbero venute tranquillamente via… e così fortunatamente è stato!

Quando sono andata a vivere da sola ho avuto la fortuna di ricevere in regalo da mia madre posate, pentole e tanti altri articoli di questa nota azienda leader nella produzione di articoli di design di alta qualità per tavola e cucina. Tra cui, appunto, la nostra nuova tavolozza da pittore 🙂

Un pomeriggio di qualche giorno fa sono venuti a farmi visita Danila (De Santis), web master di questo blog nonché fotografa professionista (gli scatti che trovate in questo post sono tutti suoi) e Giulio, il suo ragazzo. Le bimbe hanno subito simpatizzato con Giulio e gli hanno proposto di disegnare insieme. Ad un certo punto, stufe di matite e pastelli, mi hanno chiesto di tirare fuori le tempere.

La tavolozza c’era, i fogli anche, ci volevano un pennello e delle formine!

E’ stato un attimo. Rovistando in un cassetto della cucina abbiamo trovato tutto: pennello e paletta per il pesce…et voilà!

La casetta disegnata da Giulio sul foglio aveva bisogno di un bel viale di cipressi! Forse il fatto di essere stati a Bolgheri proprio recentemente, chi lo sa, ma il viale raccontato dal Carducci doveva essere rimasto loro impresso!

Così la paletta Sambonet per il pesce, spennellata di verde, ci è tornata davvero utile per disegnare il filare di alberi, a cui poi abbiamo aggiunto i tronchi marroni, mentre con il pennello per il pesce le piccole coloravano grandi margherite e il resto della casetta. Ci siamo divertiti davvero un sacco e le foto che seguono lo testimoniano!

Abbiamo indubbiamente liberato la nostra creatività, decontestualizzato e trovato “un posto strano” per degli articoli che tradizionalmente siamo abituati a concepire inseriti in contesti diversi, utilizzandoli in modo sicuramente alternativo.

Voi cosa ne pensate?

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