Napoli sotterranea: l’Ipogeo dei Cristallini
Napoli è una città che pulsa in superficie ma che racconta il meglio di sé quando scende in profondità, come se fosse nei suoi strati più nascosti che custodisse le storie più potenti, come quella dell’Ipogeo dei Cristallini, alla Sanità.
È stato così anche per me, che con Napoli ho un legame fatto di distanze, ritorni, e memorie dolorose.
Eppure, ogni volta che torno, qualcosa dentro si muove.
Un’esperienza rara nel Rione Sanità
Sono arrivata a Napoli per un’esperienza di scoperta e di ascolto, insieme alla mia amica Chiara Cazzamali di Megliounpostobello, accolta da Alessandra Calise Martuscelli, direttrice dell’Ipogeo dei Cristallini e fondatrice dell’omonima Fondazione.
Ipogeo dei Cristallini: un tassello in più per restituire bellezza alla Sanità
La sua visione è potente: restituire bellezza, educazione, cultura e speranza al quartiere della Sanità, nel cuore di una Napoli stratificata, complessa, viva.
Alessandra ci ha accolte come ospiti e non come turiste, offrendoci uno sguardo intimo e consapevole su un progetto che unisce archeologia, memoria e futuro.
Dormire tra storia e poesia: Casa D’Anna ai Cristallini
Abbiamo soggiornato a Casa d’Anna ai Cristallini, la residenza d’epoca di Alessandra nel cuore di via dei Cristallini, oggi trasformata in una guest house elegante e narrativa, dove ogni dettaglio, libri, oggetti, arredi, sembra raccontare una parte della città.
Attraversare quel portone è stato come entrare in una Napoli parallela: silenziosa, luminosa, colta, piena di calore e radici.
L’Ipogeo dei Cristallini: un viaggio sotterraneo nell’anima greca di Napoli
Il giorno seguente abbiamo vissuto l’esperienza centrale del nostro viaggio: la visita all’Ipogeo dei Cristallini, un sito archeologico straordinario a undici metri di profondità, riaperto al pubblico solo nel 2022.
Guidate da ragazzi preparatissimi, ci siamo immerse nel silenzio rarefatto di quattro camere funerarie risalenti al IV-III secolo a.C., decorate con motivi greci, affreschi policromi e simboli potenti.
Tra questi, la testa di Medusa, enorme e colorata, che veglia sulle tombe come un simbolo di eternità e protezione.
Cultura e rigenerazione urbana: la Fondazione Ipogeo dei Cristallini
Alessandra e suo marito Giampiero Martuscelli non si sono fermati al recupero del sito.
Hanno fondato una realtà no-profit che ogni giorno investe nel territorio, nella legalità, nella formazione e nell’educazione alla bellezza.
Nel cuore della Sanità, un quartiere spesso dimenticato, Alessandra sta costruendo possibilità.
Qui l’arte non è solo contemplazione, ma azione concreta.
È restituzione, impatto sociale, rinascita.
Rione Sanità: la Napoli che pulsa
Il Rione Sanità è un universo. Caotico, profondo, affascinante.
Dopo la visita all’Ipogeo, ci siamo perse tra i suoi vicoli pieni di voci e colori, abbiamo ascoltato storie di resistenza e cultura, abbiamo guardato il quartiere non con gli occhi del turista, ma con rispetto e stupore.
Oltre all’Ipogeo, si possono visitare le Catacombe di San Gennaro, il Cimitero delle Fontanelle, la Basilica di Santa Maria della Sanità.
Ma il vero consiglio è semplicemente camminare e lasciarsi attraversare.
Sanità è un quartiere che in molti evitano, che pochi conoscono davvero, e che oggi sta rinascendo e cambiando profondamente.
Progetti sociali coraggiosi
A cambiare davvero le cose sono stati progetti sociali coraggiosi, come quelli di padre Loffredo, che ha trasformato bellezza e memoria in lavoro. O come l’Ipogeo dei Cristallini, oggi simbolo di cultura condivisa.
Alla Sanità ci sono tante cose da vedere, vivere, provare:
1 – Chiesa di Santa Maria Maddalena alla Sanità
Tutta blu, con barche al suo interno, simbolo di rinascita, riaperta grazie a Padre Loffredo e agli artisti Tono Cruz e Mono Gonzalez. E’ una chiesa ottocentesca e qui, in via dei Cristallini, nel 1998 la camorra fece addirittura scoppiare un’autobomba. Ma da quei vetri in frantumi ed il frastuono del rumore del male e della malavita, oggi c’è il “rumore” (e il colore) di un mare pulito in cui onde di volti fluiscono attraverso sguardi e rughe profonde. Fluiscono ed “ondeggiano” così come hanno voluto i tre artisti: Tono Cruz (spagnolo) Mono Gonzales (cileno) e l’italiana Giuliana Conte.
La loro mano e la loro arte ha guidato i giovani del quartiere che hanno contribuito a fare rinascere, dopo 40 anni, la splendida chiesa. L’altare poi è unico nel suo genere e prevede resti della prua di una barca di migranti lavorata dai detenuti del carcere di Secondigliano nel laboratorio di falegnameria.
2 – 𝐕𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚
Un vicolo che racconta, tra murales e librerie a cielo aperto, la rivoluzione silenziosa del Rione Sanità.
Vicolo della Cultura è un’associazione nata a Napoli per rigenerare i quartieri più vulnerabili, attraverso azioni di cittadinanza attiva, rigenerazione urbana ed eco-design. egli ultimi anni, l’Associazione ha coinvolto oltre 100 giovani under 35 in azioni di grande impatto sociale, culturale e artistico, rigenerando diversi vicoli di Napoli.
Il progetto mira a costruire un nuovo modello di sviluppotrasformando strade abbandonate in vere e proprie biblioteche e musei di street art all’aperto, luoghi attrattivi per turisti e cittadini, siti inclusivi a misura di tutti.
3 – 𝐋𝐨 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐫𝐭𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐌𝐢𝐜𝐡𝐞𝐥𝐞 𝐈𝐨𝐝𝐢𝐜𝐞
Un’ex cava di tufo trasformata in grotta-laboratorio: arte, memoria e materia fuse in uno degli studi più suggestivi di Napoli.
Michele Iodice è un’artista straordinario, autore di numerosi allestimenti, installazioni, invenzioni. Ha realizzato anche scenografie teatrali e oggetti di design unendo i confini tra la grande opera e il piccolo oggetto, tra il concettuale e il decorativo. Da alcuni anni, nel rione Sanità, ha trasformato un’ex cava di tufo dell’Ottocento, in un laboratorio di scultura con centinaia di opere d’arte esposte e con grandi piante che fanno da scenografia. Una volta in questa cava alloggiavano i buoi che sostituivano i cavalli delle carrozze reali quando il sovrano si recava alla reggia di Capodimonte passando per quella, che oggi conosciamo come salita Capodimonte, l’unica strada di allora.
4 – 𝐈 𝐦𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞𝐬 𝐝𝐢 𝐏𝐞𝐩𝐩𝐢𝐧𝐨 𝐞 𝐓𝐨𝐭𝐨’
Street art che celebra due icone napoletane.
5 – 𝐋𝐞 𝐂𝐚𝐭𝐚𝐜𝐨𝐦𝐛𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧 𝐆𝐚𝐮𝐝𝐢𝐨𝐬𝐨
Un viaggio nel sottosuolo tra affreschi e storie di santi.
6 – 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐒𝐚𝐧 𝐅𝐞𝐥𝐢𝐜𝐞
Capolavoro barocco con scale scenografiche, set di film e serie come “Gomorra” e “Mina Settembre”.
7 – 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐒𝐩𝐚𝐠𝐧𝐨𝐥𝐨
E’ senza dubbio uno dei palazzi più conosciuti e fotografati di Napoli, un gioiello del Barocco napoletano, custodito nel Rione Sanità in Via Vergini 19. Noto anche come Palazzo dello Spagnuolo, è un edificio monumentale di Napoli che risale al 1738.
8 – 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐉𝐚𝐠𝐨 nella chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi
La chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi negli ultimi anni è stata testimone della creazione di alcune opere di Jago, come la Pietà. Oggi diviene museo, ospitando una moltitudine di sculture in un allestimento in continua evoluzione. Il museo si pone anche l’obiettivo di sviluppare progetti innovativi di informazione, intrattenimento ed inclusione, attraverso l’arte e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico dello storico quartiere di Napoli. L’artista, Lago appunto, utilizza il marmo come materiale nobile, ma tratta temi fondamentali dell’epoca che abita, anche mediante l’utilizzo di video e social network per condividere il processo produttivo con il pubblico.
𝐃𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐫𝐞:
Una degustazione di pizza da Ciro Oliva @concettina3santi
La cucina autentica della @locandadelmonacone
Un fiocco di neve da @poppella_official
Il Rione Sanità oggi è un laboratorio umano e creativo. Un posto dove la bellezza si scopre, si guadagna, si protegge.
Vista dall’alto e sapori autentici: Sant’Elmo e Sanità
Durante la nostra permanenza abbiamo lasciato per qualche ora Rione Sanità per concederci un giretto in centro e per visitare Castel Sant’Elmo, da cui si gode una delle viste più belle sulla città e sul Golfo di Napoli.
E poi siamo scese di nuovo, nel ventre della città, per assaporare una delle sue anime più veraci: il cibo.
Abbiamo mangiato una pizza alla Sanità, in uno di quei posti dove ogni morso racconta una storia da Concettina ai Tre Santi.
Rione Sanità non è certo una Napoli da cartolina. Ma è un luogo incredibile e pieno di energie, di rinascita e di possibilità.
Tornando a casa, ho capito che l’archeologia non è mai solo passato. È un atto di custodia e di scelta.
All’Ipogeo si scende per incontrare la morte, ma si risale con un’idea diversa della vita.
E Napoli, anche stavolta, ha fatto il suo mestiere: mi ha confusa, rapita, trafitta.