Pappagalli verdi a Milano

di Francesca
Sono nata in uno dei luoghi più belli del mondo e ho avuto l’incredibile fortuna di poter trascorrere i primi anni della mia vita su un’isola dei Caraibi.
Il cielo e i rami degli alberi erano un tripudio di colori e i pappagalli, liberi, felici e maestosi, un incontro comune, come per noi milanesi i piccioni.
Un giorno, mentre ce ne stavamo all’ombra del grande albero di mango del nostro giardino a ristorarci dal caldo torrido del pomeriggio, una gigantesca ombra si stagliò sulle piastrelle lucide del patio, immerso nel verde.
Guardai subito in su restando a bocca aperta di fronte ad uno degli ara più grandi che i miei occhi di bambina avessero mai visto.
Quella fu solo una delle magiche visioni che mi regalò il mio paese nei primi anni della mia vita.
Come quando a Caracas si posavano sui nostri balconi pieni di fiducia, per farsi regalare qualche semino.
A Margarita, invece, il nostro era un appuntamento ormai irrinunciabile.
All’ora del tramonto, quando il cielo dell’equatore iniziava a tingersi di rosa ed arancio, una coppia di ara si sollevavano in volo disegnando vere e proprie coreografie ad alta quota, cantando con il loro inconfondibile verso.
La nostra casa di Porlamar era visitata da ogni specie vivente (se vi andasse di saperne di più QUI trovate la storia della mia pazza famiglia): tartarughe, tarantole, rabos pelados, scorpioni, cucarachas, coloratissime farfalle giganti, yguane e pappagalli erano alcuni degli ospiti fissi con cui avevamo imparato a convivere.
Alla fine avevamo adottato una coppia di Loro real verdissimi, che chiamammo Pedro Gonzalez e Maria Guevara.
Così, quando molti ma molti anni dopo mi sono ritrovata a Madrid a scrivere la mia tesi di laurea, mi sono emozionata quando ho scoperto che la città era piena di pappagalli verdi.
Così, ora che sono arrivati anche a Milano (da un bel po’ ma io non ci avevo fatto caso), per me è una gioia ascoltarli, alzare la testa quando sento il loro verso e ammirarli disegnare scie verdi nel cielo.
Il mio buongiorno quotidiano.
D’altronde Milano non è nemmeno il mio di un habitat!

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