Quando ci troviamo di fronte un rivale sconosciuto come il coronavirus, la sfida può sembrare impari perché non sempre siamo in grado di prevedere come evolverà l’epidemia e anche i migliori modelli possono rivelarsi inesatti.
Tuttavia, non dobbiamo sottovalutare un aspetto importante: noi siamo una specie dotata di intelligenza (questo è vero almeno per la maggior parte di noi!), mentre i virus non lo sono.
In piena pandemia globale, in piena quarantena, a mia figlia Vittoria è venuto il diabete di tipo 1.
Vi scrivo dall’ospedale dove dovremo rimanere per qualche giorno.
Un’ epidemia ha inizio quando un virus che circola nella popolazione provoca un numero di casi di malattia più alto di quello che normalmente ci si aspetta.
È a questo punto che gli epidemiologi entrano in azione.
Se ritenete sia facile individuare una nuova malattia respiratoria, facciamo finta per un momento di essere in Cina.
Un paese con quasi un miliardo e mezzo di abitanti e megalopoli colossali: pensate che la regione dell’Hubei ha gli stessi abitanti di tutta l’Italia e la città di Whuan quelli di tutta la Lombardia, circa undici milioni!
E facciamo finta sia dicembre, quando gran parte della popolazione soffre di malattie respiratorie causate dall’influenza e da molti altri virus, tra cui anche i coronavirus che causano il comune raffreddore.
Diario di una quarantena – 21 marzo.
Sembriamo precipitati all’inferno, in una situazione sempre più grave e difficile da cui nessuno sa più quando potremo uscire.
Come ci sta cambiando questa quarantena? Avreste mai immaginato che un giorno sarebbe arrivato il coronavirus a cambiare così profondamente noi e il mondo?
E la gente rimase a casa
e lesse libri
e ascoltò
e si riposò
e fece esercizi
e fece arte
e giocò
e imparò nuovi modi di essere
e si fermò
Kitty O’Meara (2020)
Con il coronavirus ci viene chiesto di chiuderci in casa e accomodarci tra divano e letto.
Ci viene chiesto di tutelarci e tutelare gli altri osservando un periodo di isolamento.
Medici, infermieri, addetti alle pulizie, tra un corridoio e l’altro degli ospedali non possono farlo. Noi sì. Loro sono esposti al virus notte e giorno, loro assistono a persone morire in continuazione.
Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia, e lo dobbiamo fare subito.
Appena tornati a Milano abbiamo compreso che no, non si tratta solo di eccessivo allarmismo.
La situazione sta precipitando molto velocemente e non escludo che a breve ci verrà richiesto di non uscire più di casa.
Cerchiamo di prepararci a questa evenienza.