VENEZUELA: la distruzione di un Paese

di Odilia

Cosa sta accadendo in Venezuela?

Ancora una volta ce lo spiega Odilia Sofia Quattrini

Descrivere in un breve articolo ciò che sta accadendo in Venezuela non è compito facile, tanto più quando gli eventi che si susseguono giorno dopo giorno, non trovano precedenti nel mondo intero e non sono mai stati ipotizzati nemmeno nei più ingegnosi film di fantapolitica.

Basta citare i dati più recenti pubblicati da Caritas Venezuela, per riassumere l’esito di questa catastrofe:

– Circa 300 mila bambini potrebbero morire di fame nel futuro immediato.

– La denutrizione infantile si è incrementata del 25%

– Il deficit di medicamenti basilari si colloca nel 98%

– 4 milioni e mezzo di persone mangiano soltanto una volta al giorno.

Sono questi i desolanti risultati dell’applicazione del modello sociale, politico ed economico del Socialismo del XXI secolo, introdotto e fortemente voluto dal defunto comandante Hugo Chávez, e successivamente seguito e fedelmente applicato dal suo successore Nicolas Maduro.

I risultati dell’attuazione di questo modello vedono uno dei potenziali paesi più ricchi al mondo, ridotto ai primi posti nella classifica delle nazioni più miserabili, insicure e violente; il primo paese produttore di petrolio della storia, sull’orlo della bancarotta; la sistematica distruzione del tessuto economico di uno stato in 4 anni soltanto; la diffusione e pratica della più sfrenata forma di corruzione a tutti i livelli immaginabili.

Il Venezuela al giorno d’oggi, è diventato un vero e proprio laboratorio, ove si stanno sperimentando tutte le tecniche più estreme che possano applicarsi a un paese, per natura avvantaggiato dall’ invidiabile collocazione geografica e dal suo clima, dalla ricchezza naturale del suo suolo e dalla gioventù della sua popolazione, per riuscire in ogni caso a distruggerlo inesorabilmente.

Tale grado di perversione, porta ad avere ora nei vertici del potere un gruppo di persone fortemente sospettate di coinvolgimento nel traffico internazionale di droga e di rapportarsi con il terrorismo islamico, condizioni queste che rendono ancora più inedito il quadro e difficile da prospettarsi una soluzione di tipo convenzionale, vale a dire, tramite un negoziato per l’uscita con un salvacondotto e un paese che ospiti nell’esilio gli esponenti del regime, per così instaurare successivamente una transizione.

Il Venezuela non è il primo paese al mondo caduto nelle mani di una dittatura, ma sicuramente non esistono precedenti di altri paesi sprofondati nei tentacoli di un narco-regime, condizione questa che rende più difficile il trattamento del conflitto.

Nel frattempo la popolazione versa in condizioni disperate. La forte carestia di alimenti rende frequenti le scene di anziani e bambini rovistando nei sacchi della spazzatura, alla ricerca di qualche avanzo che possa alleviare la loro fame. La carenza di farmaci di ogni tipo porta a incrementare vertiginosamente l’indice di mortalità. L’abbandono totale del sistema sanitario ha portato all’insorgenza di malattie come la difterite e la malaria, che erano state debellate da decenni e che ora, infestano intere zone colpite da epidemie di queste malattie. La mancanza di giustizia e di politiche per la sicurezza, ha portato a incrementare esponenzialmente il numero di morti violente negli ultimi anni.

La politica di espropriazioni di aziende produttive, di immobili, terre e attività commerciali, ha distrutto il tessuto economico del paese e quelle poche aziende che ancora producono qualcosa, sono vittime del diabolico meccanismo di controllo cambiario, di scarsa disponibilità di valuta agevolata per l’importazione di materie prime, dall’imposizione di prezzi per la vendita al pubblico che frequentemente non lasciano marginalità di guadagno e dall’imposizione di aumenti salariali, che le portano in breve tempo alla chiusura e alla bancarotta.

I ripetuti aumenti salariali imposti da Nicolas Maduro, cinque soltanto in quest’anno, hanno innescato un vortice inflazionario tale, che soltanto nel mese di ottobre del presente anno si colloca in un indice del 65%. Ne consegue una economia dollarizzata, dove il salario minimo non supera di molto l’equivalente di 4 dollari al mese.

E le prospettive per il 2018 sono terrificanti: si ipotizza un’inflazione del 2300% su base annua, ciò che comporterà inevitabilmente a incrementare gli indici di miseria e la carestia in tutti gli ambiti.

Nell’aspetto politico, prosegue l’incremento di prigionieri politici, la persecuzione di oppositori e la sempre più pesante limitazione della libertà di espressione, attraverso la chiusura di mezzi di comunicazione, la censura e il subentro del regime nel controllo degli stessi. I poteri dello Stato permangono sequestrati dal regime che li utilizza a sua convenienza per reprimere, legiferare, perseguitare e assillare la popolazione ormai allo stremo.

La Asamblea Nacional (il parlamento venezuelano) è stata sopraffatta dalla nuova Asamblea Nacional Constituyente, la cui elezione avvenuta in modo del tutto incostituzionale, è stata ripudiata e disconosciuta da oltre 40 nazioni nel mondo intero. I legittimi deputati, quelli del Parlamento a tutti gli effetti deposto, che erano stati eletti popolarmente nel 2015, non ricevono stipendi da quasi un anno e si vedono negato l’accesso all’edificio dove risiede il parlamento, luogo nel quale, al loro posto, ora siedono fantomatici deputati costituzionalisti.

In poche parole, un INFERNO, per quello che fu un vero e proprio paradiso per il suo popolo e per i turisti di tutto il mondo.


Testo: Odilia Sofia Quattrini

Foto: fonti web

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