Diario di una quarantena – I regali inaspettati: l’amore genera amore – 2 maggio 2020

di Francesca

Mi piace pensare che questi scritti non verranno del tutto cancellati dal tempo e che un giorno, come vecchie lettere, anche se non ingiallite dagli anni, Giulia e Vittoria possano ritrovarli e scoprire cosa accadeva nel mondo, ma soprattutto nella nostra vita, tanti anni prima.

Milano, 2 maggio 2020

Mentre scrivo questo diario quasi quotidiano voi avete 7 anni e mezzo, siamo chiusi in casa da due mesi perché ci troviamo in piena pandemia mondiale.

Nessuno di noi sa nulla, nessuno immagina come andrà a finire né quando finirà.

La sola certezza che abbiamo è che questa cosa sta accadendo a tutti, senza esclusioni.

E che tutti, chi più chi meno, stiamo provando un sacco di emozioni diverse e contrastanti.

La vita è cambiata dall’oggi al domani senza che quasi potessimo rendercene conto.

Le scuole hanno chiuso, i ristoranti e i bar hanno chiuso, gli uffici hanno chiuso e il lavoro è diventato per tutti qualcosa da portare avanti da casa, giocando a tetris con le difficoltà quotidiane.

Gli aeroporti hanno smesso di vedere aerei decollare e atterrare, i paesi, le regioni, hanno chiuso le proprie frontiere.

Noi siamo chiusi in casa e possiamo uscire solo per andare a fare la spesa, andare in farmacia, portare il cane a spasso (chi lo ha) o portare la spesa ai nostri cari.

E tutto questo possiamo farlo soltanto indossando odiosi guanti di gomma e mascherine.

Insomma, il mondo è sotto sopra.

Ma quello che secondo me è migliorato, quello che credo sia cambiato in meglio è che alcuni rapporti si sono definiti, mentre altri si sono persi del tutto.

La distanza ha il potere di solidificare alcuni legami, ma allo stesso tempo di sgretolarne altri.

E così, come se ad un tratto ci fossimo trovati a fare una sorta di bilancio della nostra vita, ci siamo ritrovati anche a capire, improvvisamente, chi ci manca e chi non ci manca.

Chi vorremmo vedere e riabbracciare e chi no.

Dove ci piacerebbe tornare e dove no e così via, potrei andare avanti all’infinito.

A questo aggiungeteci che per noi, che già vivevamo una situazione complicata e nuova (noi come il resto dell’universo, in verità) la dose di sconforto è stata doppia, per via dell’esordio di diabete di Vittoria ad inizio aprile.

In tutto questo panorama, tra una montagna russa e l’altra, oggi ho sicuramente ben chiaro chi vorrei con me ora e chi, di conseguenza, vorrò accanto nei prossimi mesi, anni.

Ho capito chi vorrei abbracciare e di chi vorrei sentire i capelli sul naso in un abbraccio.

Ho capito che occhi vorrei riguardare profondamente e quali mani vorrei stringere tra le mie.

Ho ben chiare le parole, finora taciute, che vorrei pronunciare e a chi mi piacerebbe destinare il mio tempo.

Dove vorrei essere ora e dove mi sentirei davvero in pace con me stessa, dopo una vita trascorsa a sognare mete esotiche credendo che la gioia fosse solo e soltanto ad almeno 10 h di volo da qui.

Ho scoperto che il tempo si trova se vuoi trovarlo e che non perderò treni se sceglierò di lavorare meno (sempre che io un lavoro lo abbia ancora rientrata l’ emergenza).

Ho scoperto che siamo pieni di risorse e che alle volte ci convinciamo stupidamente di non sapere fare un mucchio di cose solo perché non ci mettiamo alla prova.

Ho capito chi sono gli amici e non certo per i regali (tantissimi) e i messaggi (ancora di più) di sostegno e amore ricevuti da quando Vittoria si è ammalata (e noi tutti con lei).

L’ho capito per tante piccole dimostrazioni d’amore quotidiane che, credetemi, non dimenticherò mai.

Di chi c’era già da un pezzo, di chi c’è stato per la prima volta ora e di chi è tornato.

E allo stesso tempo ho capito chi invece ha scelto di non esserci, di non esporsi, non sbilanciarsi anche solo con un messaggio.

La gratitudine è un sentimento prezioso che vi invito a coltivare sin da piccole.

Spero di poter vivere abbastanza per trasmettervene il senso.

Dimenticate le cose stupide, attaccatevi invece a tutto quello che di buono o gentile vi verrà donato.

Nulla è dovuto.

E così oggi voglio che sappiate che le persone che ci sono state vicine sono tantissime e che voi, ancora piccole e all’oscuro di tutto, non immaginate nemmeno ancora quanto vi si voglia bene indirettamente e quanto amore vi ruoti già intorno.

Spero un giorno possiate saperlo.

Ho tenuto ogni singolo messaggio ricevuto in questi mesi e spero tanto di non perdere il telefono, che non scompaiano i social, che non succeda nulla da qui ad allora per mostrarvi e farvi leggere tutto quello che di bellissimo i miei occhi hanno potuto leggere nelle ultime settimane.

Sono sicura che vi emozionereste tanto anche voi.

Qualsiasi cosa accadrà, però, voi fidatevi di me: l’amore e la gentilezza generano amore e gentilezza.

Non dimenticatelo mai e ricordatevi di seminare sempre questi sentimenti, anche quando le cose non andranno per il verso giusto (perché le cose non vanno quasi mai sempre per il verso giusto e sarebbe una stupida scusa per non vivere davvero e profondamente anelare sempre a qualcosa di più).

Un giorno leggerete tutto e saprete di libri ricevuti, di mascherine arrivate in un giorno di piena quarantena cucite a mano e di striscioni colorati.

Saprete di visite inaspettate quando non si poteva e di canzoni cantate a squarciagola.

Saprete di lacrime versate da sconosciuti diventati intimi in un batter d’occhio.

Saprete di latte di olio e mazzi di rosmarino e lavanda in fiore, di lavori procurati e dimostrazioni di amicizia sincera, di video stupidi per farci ridere, di libri, peluche giganti e non.

Saprete di salami, formaggi, bottiglie di vino.

Di torte al cioccolato, vaschette di gelato e di cocktail già pronti.

Di valigie arrivate a destinazione e di favori a non finire.

Saprete di centinaia di videocall da parte dei vostri amici come dei nostri, di mazzi di fiori e di rami di ciliegio in fiore.

Saprete di kit per fare collanine e braccialetti, di manghi e sacchetti di frutta e verdura, di mascherine coloratissime, stickers e disegni che raccontano il mare.

Saprete di risate fatte con il karoke a distanza e di ricordi condivisi con gli amici di sempre.

Saprete di tavolette di cioccolato fondente e piani a induzione, di colombe e pasticcini arrivati per merenda dall’altra parte dell’Italia e di tante mani tese.

Saprete di angeli caduti dal cielo per aiutarci e sollevarci.

Saprete di tutto l’amore che ci è girato intorno e che siamo fortunati a ricevere ogni giorno.

Saprete e spero ne farete tesoro.

Con tanto amore,

Mamma

 

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