Immortalare ricordi: Smartphone o reflex? Sicuramente mirrorless

di Francesca

Finalmente, ora posso dirlo, la Settimana del Mobile si è conclusa.
Adoro questo periodo dell’anno e amo vedere Milano diventare ancora più viva e moderna, animarsi di eventi e appuntamenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. Adoro vederla riempirsi di turisti, che la visitano ammirati passeggiando a naso in su e mi piace moltissimo imbattermi ogni tre metri in una nuova installazione, in una nuova opera d’arte, come se la nostra città non ne contenesse abbastanza in quei giorni.
Ciò nonostante, devo ammetterlo, ne esco ogni anno sfinita.

Ho la voce totalmente azzerrata, le gambe che mi fanno male, e mi sento come se fossi appena scesa dalle montagne russe.
Ho trascorso una settimana a correre, scrivere, fotografare. E oggi proprio di fotografia vorrei parlarvi.
Mi sono trovata (di nuovo) a fare i conti con la mia gallery fotografica sullo smartphone e, con immensa tristezza, ho dovuto cancellare un sacco di scatti perché ne ho tenuti davvero troppi e la memoria iniziava a zoppicare.

A parte che mi sono resa conto che ogni volta, per un singolo scatto, ne faccio circa 20 prima di trovare pace, mi sono anche fermata a riflettere sul fatto che pochissime delle foto scattate in questi anni con il telefonino siano poi finite incorniciate da qualche parte in casa nostra o, meglio ancora, a riempire qualche album cartaceo.

Lo so, lo so. I tempi cambiano. Ma i ricordi, le fotografie, piaceranno sempre.

E poi, quelle rarissime volte che sono riuscita a stampare qualche foto, ci sono rimasta sempre male per la pessima qualità. Non appena cercavo di ingrandirle ecco che si sgranavano.

Nella gallery del mio smartphone c’è di tutto: ricordi, appunti fotografici, video fatti in famiglia e per lavoro. Ma è un peccato che io non stia stampando nulla di questi primi anni delle piccole dei nostri bei viaggi in giro per il mondo, come di tutto quello che vivo ogni giorno. Un giorno potrei sentirne nostalgia.
Anzi, accadrà sicuramente.

La cosa buffa è che ho anche una reflex, ma sono troppo pigra e frenetica per usarla, o meglio per ricordarmi di prenderla e portarla ogni volta con me.

E poi sono nata stanca e rimandina: l’idea di dovermi prendere del tempo per scaricare le foto sul portatile prima di poterle condividere sui social mi crea non poco impiccio, soprattutto considerato che oggi, purtroppo o per fortuna, il mio lavoro è anche questo e, proprio per esigenze lavorative, spesso devo scattare e pubblicare, in tempo reale.
Alla luce di tutto questo, quindi, per sentirmi più agile e poter condividere pronti via le foto in rete, ho preferito il telefono alla reflex, che tuttavia, per quanto evoluto possa essere, non potrà mai fare foto belle quanto una fotocamera.

Ultimamente, in occasione del bellissimo concerto di Jovanotti, al quale sono stata invitata come ospite da Canon, ho avuto la possibilità di provare per tutta la serata la loro nuova camera mirrorless EOS M50 e devo dirvi che sono rimasta piacevolmente sorpresa, rendendomi conto di quanto questa nuova fotocamera potrebbe cambiare il mio modo (ma sicuramente anche il vostro) di “vivere la fotografia”.
Cambiare infinitamente in meglio, ovvio.

Come vi dicevo, il dilemma che in questi ultimi anni mi ha legato più al dispositivo fotografico del telefono, invece che alla mia reflex, è stato il seguente: fotografie come Dio comanda ma con una macchina fotografica pesante e che a fatica riesco a far stare in borsa, o fotografie senza pretese (qualitativamente parlando) ma con la leggerezza di uno smartphone che non pesa nulla?

A discapito della qualità, mio malgrado, ho sempre finito per scegliere la seconda opzione.

Ma poi arriva Canon che, con Mirrorless, ribalta completamente la situazione risolvendo il problema del peso e dell’ingombro della mia fidata e, checché se ne dica, adorata reflex.

Ciò che forse non sapete, è che le fotocamere Mirrorless hanno un formato compatto, un sensore in formato reflex, uno schermo touch screen orientabile e può registrare video in 4 k anche in condizioni di luce particolarmente critiche.
Dimenticavo, ha 21 megapixel e la qualità dell’immagine è spettacolare.
Vi piace? Allora vi dirò anche di più.
Per chi, come me, ha un certo legame con i social e spesso fotografa postando subito dopo lo scatto, la Mirrorless è esattamente un sogno ad occhi aperti. La possibilità di connettere in maniera semplice e rapida a dispositivi come Smartphone e pc, fa sì che sia possibile condividere splendide immagini con estrema facilità su tutti i social.
E’ anche possibile eseguire il backup sul servizio cloud Irista, utilizzando Wi-Fi o Bluetooth o Image Sync.
Il vecchio adagio “With Canon you can” che mi ronza in testa fin dalla prima macchina fotografica vista in casa mia quando ero bimba, oggi mi sembra più attuale che mai.
Tutte le macchine fotografiche che mi sono capitate tra le mani durante la mia vita avevano e hanno il marchio Canon, quindi potrei essere testimone di un esempio mirabile di fidelizzazione da parte dell’azienda nei confronti della mia famiglia.

Ogni volta che riguardo le vecchie fotografie stampate quando ancora esistevano i rullini, mi rendo conto di quanto sia preziosa la possibilità di fissare per sempre un ricordo in un’immagine.
Oggi si fotografa tantissimo, in maniera quasi compulsiva, ma è raro che una fotografia venga stampata ed è ancora più raro che il file (ormai di pellicole non si parla proprio più) venga consegnato ad un bravo professionista per una stampa che sia degna di tale nome.
Peccato!
Riprendere l’abitudine di privilegiare la qualità, ecco quello che dovremmo fare. In questo modo potremo costruirci un bagaglio di infiniti momenti felici e dai colori vivaci quanto i sentimenti che la vista della foto risveglia.
La fotografia digitale ha sicuramente cambiato le carte in tavola, destabilizzando un po’ gli equilibri nell’universo delle immagini. Canon lo sa bene e proprio per questo continua a lavorare promuovendo e difendendo a spada tratta la qualità della fotografia. Come ci riesce? Oltre che attraverso le fotocamere che produce, lo fa anche attraverso alcuni corsi in cui promuove la confidenza con l’apparecchiatura, insegnando tecniche fotografiche, esplorando affascinanti tematiche e incoraggiando a sviluppare la capacità di narrare attraverso lo scatto.

Fotografare, infatti, vuol dire dare spazio alla propria creatività, raccontare per immagini, innamorarsi di quell’attimo bellissimo che potremo sempre tenere per noi.
E, ditemi, chi non avrebbe voglia di innamorarsi ogni giorno?

 

P.S. la foto di questo post me l’ha scattata la mia amica Flavia con lo smartphone. Si vede, I know, ma ora mi attrezzo!

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