Notte di terrore e un altro studente assassinato

di Francesca

Stamattina mi sono svegliata molto presto, le bambine hanno deciso che dovessi aprire gli occhi prima delle 6:00 e così eccomi qui.

Ho acceso il telefonino e ho iniziato a leggere come ogni altra mattina dozzine di notizie, oltre ai tantissimi messaggi twitter in tempo reale, provenienti da ogni angolo del paese.

Mentre mi svegliavo, guardando in lontananza il sole sorgere dalla finestra del mio salotto, in Venezuela, nel bel mezzo della notte, come ormai da quasi un mese, c’erano in strada centinaia di persone, incuranti della stanchezza, delle brutali repressioni messe in atto dai GNB, della paura e dell’oscurita.

Ho letto anche stamattina messaggi angoscianti, non filtrati da quella freddezza giornalistica che fa percepire le cose con maggiore cinismo.

Ho guardato una serie di video, di quelli che ti attorcigliano lo stomaco, la solita schifosa repressione dei GNB, vestiti e protetti dalla testa ai piedi mentre massacrano centinaia di ragazzini della metà dei loro anni, senza caschi, scudi o protezioni, ma solo un paio di jeans ed una maglietta sulla pelle.

Ho ascoltato ogni rumore di quei filmati, ogni lamento, ogni grido disperato di chi urla ai militari dalle finestre di lasciare andare i ragazzi.

Come QUESTO, per esempio.

Non si può scegliere di chiudere gli occhi e di ignorare quello che sta accadendo in Venezuela!

Dal 12 febbraio cerco di informarmi su ogni fatto, di documentarmi, di guardare anche le immagini più truci, non certo per una strana estetica del brutto, che in genere non mi appartiene, ma perchè non è davvero possibile far finta di nulla.

Chiudere gli occhi di fronte alle cose che non ci piacciono o che suscitano in noi sentimenti negativi è un atteggiamento diffuso e umano.

Ma io vi invito a guardarli questi video!!!
A conoscerla la nostra storia.

Perchè solo così avrete tra le mani altre tessere dell’enorme mosaico che la storia venezuelana rappresenta, così lontana e sconosciuta a molti di voi.

Guardateli. Perchè solo allora potrete scegliere di non farlo più e di dire che la questione venezuelana non vi interessa e non merita il vostro tempo.

Il mondo sarà anche grande, troppo grande, per preoccuparci di tutto ciò che vi accade, ma siamo in dovere di documentarci ed informarci.

Tutti ne facciamo parte e tutti siamo esseri umani.
E se domani succedesse lo stesso a noi? Chissa cosa impedisce all’uomo di pensare che ogni disgrazia che oggi affligge un altro domani potrebbe sollevarsi su di noi.

Leggendo questi accorati messaggi Twitter ho sussultato, guardando i filmati ho pianto come non mi accadeva di fare da un pezzo.

Un pianto arrabbiato, strozzato, di quelli che capisci essere pieni di rabbia e dolore, di quelli che quando esplodono scopri essere rimasti latenti a lungo.

I bilanci della notte appena trascorsa sono devastanti.

In Plaza Altamira, a Caracas, c’è stata per tutta la notte una vera e propria guerriglia, tra i muri infuocati delle barricate, gli spari e il fumo nero dei lacrimogeni.

Mentre scrivo diversi messaggi twitter segnalano che i militari stanno sparando verso la strada ed i palazzi che si affacciano sulla piazza piena di gente, nonostante l’orario.

I militari hanno sfondato gli ingressi di diversi palazzi e proprietà private per salire sui tetti e massacrare meglio da una posizione strategica i manifestanti in piazza.

A Tachira si sono registrati molti feriti e si parla di un ennesimo ragazzo morto, ma ora là è notte e oltrettutto la censura non permette altro che comunicazioni a singhiozzo.

Per via del fuso orario forse sapremo solo tra qualche ora chi è stato a perdere la vita in questa notte di sangue.

O forse non lo sapremo mai e andrà a far parte dei quasi 400 morti che hanno perso la vita nel corso di questo triste febbraio 2014.

Morti che aspettano ancora che qualcuno li reclami ed identifichi.

Se almeno i 18 studenti occuperanno, tristemente, un posto come eroi nella storia, loro, invece, non verranno ricordati da nessuno.

Eppure anche loro hanno perso la vita manifestando (pacificamente) per il Venezuela.

Anche loro sono morti reclamando le stesse soluzioni per il medesimo paese,
per mano dello stesso governo tiranno, per volere dello stesso sanguinario dittatore.

A San Antonio di Tachira si sarebbe verificato un vero massacro, tupamaros, colectivos e GNB avrebbero aggredito senza sosta i manifestanti.

I militari hanno carta bianca.
Se un GNB lo desidera ha il potere di prendere per un braccio un ragazzo qualsiasi e portarselo via.

Sono stati segnalati centinaia di dispersi, che nessuno menziona e che continuano ad aumentare esponenzialmente.

Succede ogni giorno, anche con persone che non manifestano neanche, ma che magari si limitavano ad osservare lo “spettacolo”dall’altra parte della strada.

A Margarita sono stati feriti gravemente almeno una ventina di ragazzi, di cui 5 sarebbero in condizioni molto gravi, ricoverati in una clinica a Porlamar.

Lungo la Avenida Terranova in questo momento stanno sparando a raffica.

Mentre scrivo qualcuno manda messaggi in cui dice di non riuscire a dormire per via degli spari, dei rombi delle moto dei motorizados, degli scoppi, delle urla che provengono dalla strada.

C’è anche chi chiede aiuto e dice che i motorizados stanno buttando giù ogni barricata. Chi racconta che i militari si co portando come se stessero “cacciando animali”.

Preghiamo per loro.

#VenezuelaMuoreTuTaci
#VenezuelaMuoreSeTuTaci
, però, suona molto meglio.

P.S. ho purtroppo appena avuto conferma: è morto Joel Lizcano, giovane studente di Tachira.

 

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