Pasta: perché fa bene alla salute e a cosa fare attenzione

di Francesca

La pasta è un elemento fondamentale della dieta mediterranea e in particolar modo di quella italiana in quanto apporta all’organismo numerosi benefici grazie alle sue grandi proprietà nutrizionali.

Si tratta di un alimento che andrebbe incluso in qualsiasi dieta in quanto possiede la capacità di saziare in fretta l’appetito, spingendo quindi a mangiare di meno.

La quantità ideale è di circa 80 grammi di pasta a persona, una porzione che aiuta anche a tenere a bada lo stress: la vitamina B contenuta al suo interno è utilissima per il corretto funzionamento del sistema nervoso, l’amido rilascia il glucosio che favorisce la sintesi della serotonina (sostanza che porta al sistema nervoso una sensazione di benessere) e in più il gusto universalmente gradevole di certo aiuta a risollevare l’umore.

Discreta anche la quantità di energia fornita dalla pasta all’organismo, immediatamente disponibile grazie alla facilità con cui viene digerita.

Per quanto riguarda i valori nutrizionali, questi variano in base al tipo di pasta, ma in generale ha una buona concentrazione di proteine compresa tra l’11% e il 13% ed è ricca di sali minerali oltre ai già citati amido e vitamina B; i grassi rappresentano l’1,5% nella pasta di semola e il 2,5% in quella di semola integrale.

Quale pasta scegliere

La pasta fa bene, è assodato, ma in base a cosa sceglierla in un mercato che ne offre di tutte le varietà, forme e fattezze?

Prima di tutto, bisogna sapere se si sta consumando pasta di qualità, una verifica che si può fare su diversi fattori.

La scelta migliore non può non ricadere sulla pasta di grano italiano che, spiega un noto pastificio come La Molisana, è di qualità superiore grazie al clima particolarmente favorevole del nostro Paese.

Non a caso, l’Italia è la patria di questo alimento e impone per legge l’utilizzo di sola semola di grano duro, adatta per trattenere l’amido garantendo una cottura perfetta ma indicata anche perché al suo interno si trovano più proteine, glutine e carotenoidi antiossidanti rispetto alla pasta di grano tenero, solitamente utilizzata all’estero o per i prodotti di sola esportazione.

La trafilatura è un altro aspetto importante da prendere in considerazione, e la pasta trafilata al bronzo ha certamente una marcia in più, al netto di una produzione più complessa e artigianale (che quindi fa lievitare un po’ i costi) si ottiene una pasta rugosa e capace di trattenere molto meglio i sughi e i condimenti.

Tutto ciò va accompagnato da un processo di lenta essiccazione, a bassa temperatura, per ottenere una pasta che tiene bene la cottura senza aprirsi nell’acqua bollente.

 

Gli errori da non fare

Ci sono alcuni sbagli che è meglio evitare per avere un piatto di pasta più che soddisfacente. Come anticipato, bisognerà valutare la quantità giusta per il proprio fabbisogno giornaliero: un piatto di pasta va calibrato in base a una serie di parametri e allo stesso tempo non si dovrebbe eccedere con la quantità di verdure e alimenti proteici di accompagnamento, per non risultare troppo pesante. Un suggerimento da seguire in particolare a cena, dato che per favorire la digestione prima di dormire è preferibile condire in maniera più leggera la pasta, evitando condimenti e sughi troppo grassi.

Meglio poi alternare le sostanze nella giornata: se a pranzo si è mangiata pasta, bisogna evitare di farlo anche la sera e preferire invece un secondo di facile digestione e accompagnato da verdure.

La pasta è quindi un alimento davvero prezioso che va assolutamente inserito nella propria dieta quotidiana, stando però attenti sia a quale si sceglie sia a come si consuma.

Potrebbe interessarti