Gli squadroni della morte

di Francesca

Traduco di seguito questo interessante articolo del sito Dolar Today sui gruppi armati non militari, protetti dal Governo.

SQUADRONI DELLA MORTE: il braccio armato del chavismo

Quelli che comunemente chiamiamo “colectivos” o “Squadroni della Morte”, sono il braccio armato del chavismo ed operano contando sull’appoggio totale e sulla protezione da parte del Governo.

Queste bande escono a pattugliare le strade a bordo delle loro moto, sentendosi valorosi soldati della “revolución bolivariana”.

Dal primo giorno di proteste di studenti ed oppositori, hanno imposto una brutale repressione, che è già costata la vita a moltissime persone.

I “colectivos” hanno origine nei gruppi sovversivi di sinistra, radicati nel movimento 23 di Gennaio.

Inizialmente erano conosciuti come “Tupamaros”, che tuttora sono in attività, ma nel corso degli anni sono iniziate le divisioni interne e si sono formati diversi nuovi gruppi.

Così sono nati raggruppamenti come Carapaica, Alexis Vive e La Piedrita, per citarne giusto qualcuna.

Specialisti in materia sostengono che il numero di queste bande in Venezuela potrebbe essere intorno alle 9.000.
Inoltre la loro presenza è aumentata in un continuo crescendo dal fallito colpo di Stato a Hugo Chávez nel 2002.

Molti di questi gruppi, come ad esempio il Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru (MRTA), controllano diverse zone del paese. Si comportano da giudici e poliziotti offrendo protezione illegale a delinquenti e narcotrafficanti e decidono, secondo l’umore del momento, chi sono gli amici e chi i nemici.

Alle volte, alcune di queste bande riescono ad avere tanto potere da riuscire a controllare canali radio e tv, nelle zone in cui “operano”.

Il vincolo che esiste tra loro ed il Governo è innegabile. Nelle attuali manifestazioni la loro repressione è delle peggiori e crudeli.

La stampa locale in più di un’occasione ha vincolato queste organizzazioni con il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello.

Così, mentre il presidente Maduro continua a coprire le spalle e a proteggere questi “combatientes de la revolución”, gli studenti e l’opposizione non smettono di reclamare soluzioni alla situazione attuale del paese, di pari passo al continuo ed inarrestabile aumento di morti e feriti. 

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