Panamá, Paraguay e Colombia tendono una mano al Venezuela

di Francesca

Il presidente del Panamá, Ricardo Martinelli, ha sollecitato oggi l’attenzione dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) in merito alle proteste che da oltre un mese si verificano in Venezuela con ampi e violenti scontri tra la società civile, il movimento studentesco e le forze militari governative.

In occasione di un concerto realizzatosi a Panamá per la pace in Venezuela, Martinelli ha insistito infatti perchè l’OEA si assuma delle responsabilità e prenda provvedimenti seri e concreti di fronte alle oltre 33 morti e alla situazione tremenda in cui si trova attualmente il paese.

Martinelli ha iniziato il suo breve intervento spiegando che l’organizzazione di quel concerto era mirata a risvegliare gli animi sulla necessità di pace in Venezuela.

Nonostante il presidente Nicolás Maduro lo abbia insultato e trattato con molta maleducazione, ha aggiunto Martinelli, lui manterrà comunque un atteggiamento pacifico nei suoi confronti.

Rompendo le relazioni diplomatiche tra Venezuela e Panamá, infatti, Nicolás Maduro ha accusato Ricardo Martinelli di corruzione e di pagare delle “bustarelle” agli imprenditori venezuelani con attività economiche in Panamá, oltre ad avergli dato del “lacchè”, dopo che il Panamá aveva proposto in OEA una riunione sulla situazione venezuelana.

Martinelli ha segnalato che la liberazione del prigioniero politico Leopoldo López è e resterà la condizione imprescindibile perchè possa tornare ad esserci un vero dialogo tra le diverse parti.

Intanto un altro piccolo spiraglio di speranza ce lo regala la reazione accesa del Senatore colombiano Juan F. Lozano R., il quale negli ultimi giorni, si è rivolto al presidente della Colombia Juan Manuel Santos, rimproverandogli un atteggiamento troppo passivo di fronte alla barbara repressione del governo di Nicolás Maduro verso le proteste civili che si stanno realizzando da oltre un mese in tutto il Venezuela.

Il Senatore, inoltre, ha espresso la sua solidarietà, segnalando che la repressione madurista sta provocando gravi danni anche a diversi civili colombiani residenti in Venezuela.

Anche il Paraguay sembra tendere una mano al nostro paese.

Le autorità del Paraguay, infatti, hanno informato che proprio in questi giorni incontreranno il cancelliere colombiano María Ángela Holguín, che visiterà Asunción e che ha proposto l’integrazione piena del paese nella “Alleanza del Pacifico”, ha informato oggi il Ministero delle Relazioni Esterne del paese.

Il presidente del Paraguay, Horacio Cartes, riceverà María Ángela Holguín nel Palacio de López, la sede presidenziale, in cui sarà presente anche Elaido Loizaga, cancelliere del Paraguay, il quale ha anticipato che una delle tematiche principali che verranno trattate sarà proprio la situazione venezuelana.

È stato inoltre previsto che una commissione di cancellieri dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) visiti Caracas la settimana prossima, nel tentativo di trovare qualsiasi forma di mediazione nel conflitto in atto nel paese.

Un’altra delle tematiche che le autorità del Paraguay hanno intenzione di trattare con la Holguín sarà appunto l’Alleanza del Pacífico, già esistente tra Messico, Colombia, Perú e Cile, nella quale Paraguay sarà per il momento solo spettatore.

Loizaga ha indicato che il suo paese spera di concludere alcuni accordi economici con il Messico che possano aprire anche al Paraguay le porte ad una completa integrazione in questa alleanza.

Il Paraguay fa parte di simili accordi con gli altri tre membri dell’Alleanza e, per entrare a far parte di quella “del Pacifico”, deve concludere ancora soltanto alcuni accordi con il Messico.

Il Paraguay, infatti, è già membro di Mercosur, con Argentina, Venezuela, Brasile ed Uruguay. Questo gruppo di paesi obbligherebbe a portare avanti le negoziazioni commerciali collettivamente e non individualmente e questo potrebbe costituire un grande impedimento all’ingresso del Paraguay nella Alleanza del Pacifico.

In attesa di conoscere ulteriori nuovi sviluppi direi che l’interessamento di altri paesi alla situazione Venezuelana fa sperare in un lento, ma inevitabile, risveglio collettivo.

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