Racconti da Caracas – 11M – II parte

di Francesca

Caracas, 11 marzo 2014, ore 22:30

《Francy, da te sono le 4:00 del mattino e spero tu stia dormendo.

Qui si è scatenato l’inferno.

Nonostante l’ora tarda le GNB non smettono di bombardare con i lacrimogeni chiunque trovino sul loro cammino lungo l’Avenida Francisco di Miranda, da Chacao fino Altamira ed in tanti altri quartieri di tutta la  città.

I carri armati continuano a distruggere le barricate, passano sopra a tutto, vanno diretti anche contro studenti e manifestanti.

La situazione è realmente molto critica, il fumo continua ad entrare nelle case anche in piani alti e la gente non respira più.

In questo momento sono proprio in Altamira da Efe Efe. Abbiamo dovuto accendere la doccia con l’acqua calda per dissipare il fumo e neutralizzare il gas toxico dall’appartamento.

I carri armati (detti “balena” perchè spruzzano getti d’acqua) sparano acqua verso i balconi dei palazzi.
Questo getto riesce a raggiungere fino ad un quinto piano.

Ore 22:42

C’è ancora moltissima confusione, non smette di entrare il fumo nelle case. Motorizados girano sparando verso i palazzi.

Si sentono moltissime urla che chiedono aiuto e Cacerolazos da ogni angolo della città. Sembra di stare all’inferno, Francy.
I cittadini non smettono di urlare.

Ore 22:54

Nel hinterland di Ramo Verde e vicino alla carcere  ci sono anche delle  forti proteste e cacerolazos.

Ore 23:10

Le urla si sentono ancora più forti, la gente cerca riparo dai carri armati. Che vigliaccheria attaccare studenti disarmati e a piedi con un vero e proprio armamentario da guerra!

Ti aggiorno domani amore.
Speriamo che qualcuno ci aiuti.

Jota Jota》 

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