Seduta sulla riva del fiume

di Francesca

Il fatto che io non stia scrivendo più molto sulla situazione venezuelana non significa che io mi sia stancata di farlo.

Sono profondamente scossa e addolorata da quanto continua ad accadere nel mio paese e seguo da vicino e con grande partecipazione i fatti, ormai più brutti che belli, che si continuano a verificare.

Al mio lato, come sempre, fisicamente o solo idealmente, ho moltissimi amici venezuelani che soffrono quanto me una situazione scandalosa per un paese che è stato una volta tra i più ricchi del sud America e non solo.

Nel mio cuore un grande dolore per un esilio forzato che mi spezza il cuore e per il senso di frustrazione che continuo a sentire.

Ma quando vedo che, nonostante i tanti venezuelani che ammiro e che lottano ogni giorno, tantissimi altri si lamentano ma tutto sommato si adeguano, si siedono e non ci provano nemmeno mi chiedo che cosa potremmo mai fare noi da qui, se loro per primi non provano nemmeno a cambiare le sorti del proprio paese e per qualche istante mi butto giù.

Intanto la delinquenza è tristemente in costante aumento, anche nel luogo a cui lego ogni mio ricordo di infanzia.

E io, che non sono certo vendicativa ma soltanto dell’idea che chi semini vento raccolga sempre tempesta, pur non essendo per niente felice di aver avuto ragione parlando di Isla Margarita nel mio blog, ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno sostenuta e difesa in occasione delle accuse che nei mesi scorsi mi hanno rivolto i 4 scappati di casa del tour Operator che promettono una vita nuova, case, terreni e proprietà, in cambio di tanti soldi, raccontando una Margarita ormai inesistente.

Ma ringrazio anche e soprattutto le sempre più numerose persone che nei mesi mi hanno contattata per darmi testimonianza (ovviamente negativa) della loro esperienza con gli stessi che parlano di Margarita come di Mustique, che continuano ad ingannare povere persone stanche e stufe che cercano solo una seconda possibilità e che mi hanno ferocemente attaccata a marzo di quest’anno perché mi ero permessa di raccontare la verità di un posto che certamente conosco meglio di loro.

Questo per me è quello che significa sedersi sulla riva del fiume.

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