Leopoldo López arrestato!

di Francesca

Oggi tutta Caracas è scesa in strada vestita di bianco.

Le fotografie che vi allego parlano da sole e vi assicuro che constatare tanta partecipazione e tanto amor patrio nel popolo venezuelano mi commuove.

Alla fine della marcia, come aveva anticipato nel suo video, Leopoldo López, leader del partito Voluntad Popular, è salito su un monumento e si è rivolto al popolo con queste parole: “Si mi encarcelamiento despertará al pueblo, valdrá la pena” (“se il mio arresto sveglierà il popolo ne sarà valsa la pena”), prima di consegnarsi ai militari, al loro nuovo dittatore ed al suo ultimo capriccio (vi ricordo che López non ha commesso alcun reato).

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Con una bandiera del Venezuela tra le mani è stato portato via dai militari, tra la folla impazzita.

I miei amici venezuelani mi raccontano di non aver mai visto nulla di simile.

Neppure quando il mondo intero è stato deriso in occasione dei funerali di stato di Chavez nel marzo scorso.

Allora, esattamente come in questi ultimi giorni, infatti, il Governo aveva nascosto grandi veritá.

Come ad esempio che Chávez fosse morto a dicembre e a Cuba, ben 80 giorni prima che Maduro con la voce rotta dalla commozione (o dal terrore di non saper fare nemmeno un discorso in pubblico essendo più portato per la guida delle metropolitane che del popolo) ne annunciasse la morte il 5 marzo.

Come ad esempio che dentro la bara più e più volte fotografata e filmata da tutti i tg del mondo ci fosse un pupazzo di cera e non certo il corpo di Chavez.
Quale corpo, infatti, nonostante la professionalitá dei mummificatori transitati da Cuba a dicembre, avrebbe mai potuto reggere tanti giorni alle temperature torride di Caracas?!?

Inoltre tanti di coloro che davanti ai video in circolazione hanno esclamato di fronte alla fiumana di presenti: “Ooh! quanta gente. Lui sì che è stato un presidente molto amato” ignoreranno senz’altro che in quei giorni i dipendenti pubblici siano stati “calorosamente invitati” a salire in massa su pulmini diretti a Caracas da ogni angolo del paese per onorare il Presidente, o ancora che i negozianti che si sono rifiutati di osservare il lutto nazionale sono stati minacciati e i loro locali sfasciati o distrutti da incendi dolosi.

Ma questo è solo un brutto capitolo della storia del mio paese e a nulla serve riportarlo in vita, se non a sottolineare l’attitudine seriale a voler nascondere la verità di questo Governo.

Torniamo all’attualità e a López.

Pochi minuti dopo le 12.30 di oggi, dopo aver terminato il suo discorso davanti alla folla, López è stato portato via in auto dalle Guardie nazionali e successivamente, caricato su un elicottero decollato dalla base aerea di La Carlota.

Gli ultimi messaggi apparsi sul suo profilo Twitter risalgono a 5 ore fa: “Demostremos a Venezuela y al mundo que nuestro clamor es el de un cambio en paz y sin violencia” (“Dimostriamo al Venezuela che il nostro clamore è quello di un cambiamento in pace e senza violenza”), o ancora: “Soy inocente. No tengo nada que temer. Siempre daré la cara. Mi familia y ustedes son mi fuerza para luchar!” (“Sono innocente. Non ho nulla da temere. Ci metterò sempre la faccia. La mia famiglia e voi siete la mia forza per continuare a lottare!”) Ed il più recente: “Me desconecto. Gracias Venezuela. El cambio está en cada uno de nosotros. No nos rindamos. Yo no lo haré” (“Mi disconnetto. Grazie Venezuela. Il cambiamento è dentro ognuno di noi. Non arrendiamoci. Io non lo farò”).

Mentre Mária Corina Machado ha appena scritto: “Hoy es un día histórico. Millones de venezolanos salimos a la calle con serenidad, firmeza, coraje y amor por Venezuela” (“Oggi è un giorno che passerá alla storia. Milioni di venezuelani sono scesi in strada con serenitá, fermezza, coraggio ed amore per il Venezuela!”).

È proprio così, sta accadendo qualcosa di nuovo e particolare e, come tutti, mi auguro con tutto il cuore che questa volta possa realmente cambiare qualcosa.

Intanto mi arriva la notizia dell’arresto di sette manifestanti a Margarita (speriamo non ci sia dentro mia madre, non posso escluderlo) e che sono state appena ferite con armi da fuoco 5 persone a Valencia.

Sperando che il bollettino di guerra si plachi e che Leopoldo López stia bene, restiamo tutti uniti e pieni di speranza ad aspettare l’arcobaleno, giá che in tempo reale mi scrivono che in molte cittá venezuelane ora sta piovendo, ma che il popolo resiste. Un pò demoralizzato, ma resiste.

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