Chi sono e da dove arrivano i “Colectivos”?

di Francesca

Le garanzie che offre il governo sono, come direbbe San Paolo nella lettera ai Romani, un sepolcro aperto.

Durante gli ultimi 15 anni, sotto l’insegna della rivoluzione pacifica -ma armata- ,
e’ stato organizzato un apparato paramilitare chiamato “colectivos” (“collettivi popolari”).

Lo stesso regime nel frattempo ha reso molle e rilassata la disciplina nelle istituzioni militari e di polizia, per dare carta bianca alla milizia e rendere inefficenti, anarchici  e senza etica morale i militari.

Le conseguenze obrobriose sono adesso sotto gli occhi di tutti quelli che non nascondono la propaganda di Maduro.

Il paese vive un anonimato estremo e la “repubblica a parole” che resta non risolve e rende estrema la violenza contro gli oppositori.

Venezuela non è, come dicono, divisa in due parti. Ma è un vero e proprio puzzle che patisce la cultura della morte installata nel paese.

Non facciamoci ingannare.

Tutto ebbe inizio con gli innoqui “Circoli Bolivariani” addestrati all’ideologia
nell’ambasciata Libica a Caracas, organizzati dall’allora sindaco della capitale FREDDY BERNAL a partire dal 1999.

Poi  Diosdado Cabello ministro sotto Chavez, li ha finanziati, moltiplicati e accolti persino a Miraflores.

Hanno creato persino dei propri “tribunali popolari” che qualche donna giudice ha l’audacia di bloccare e proibire.

Iniziarono le prime scorribande armati di spranghe di ferro (cabillas) indossando camicie rosse (povero Garibaldi).

Cabello, diventato nel frattempo ministro degli Interni,  li invita a fare a pezzi il popolo e a seminare il terrore persino nei mezzi di comunicazione perchè la popolazione prenda atto che la rivoluzione avanza senza resistenza o la resistenza sará repressa con le armi.

Nel frattempo, dopo un annetto circa di presidenza, Chavez scende a patti con le FARC perchè possano vivere nei nostri territori per nascondersi ed avalla azioni di terrorismo ed espansione del narcotraffico.

Chavez si traveste da tenente colonnello per comandare sui Generali e fa salire di grado i peggiori (nella lista dei meriti) per favorire la penetrazione di criminali e la loro colonizzazione.

Nascono cosi’ i NARCOS SOLES e vengono mandati militari da Cuba nelle caserme perchè siano addestrati.

I Collettivi si trasformano in “Collettivi popolari” nel 2004.

Assoldano i delinquenti comuni ed agiscono in totale impunità, armati e in sella a moto di grossa cilindrata omaggiate dal regime stesso.

JUAN BARRETO, sindaco rivoluzionario li rende più autorevoli persino della Polizia Metropolitana.

Intanto il Venezuela si lascia anestetizzare dal fiume di petrodollari e vengono dilapidati 1500 bilioni di dollari senza un piano economico nè controllo da parte di alcun ministero.

Gli effetti della violenza che monta come una marea non vengono accusati nè dalle vittime, nè dai mezzi di comunicazione.

Muoino per mano del paramilitarismo criminale e del narcotraffico 200.000 persone durante i tre lustri e, solo nel 2013, 23.000 persone.

Ma non c’è rumore alcuno, nessuno sa nulla. Adesso finalmente sì, nonostante la frenata che cerca di imporre il governo.

Le casse dello stato sono vuote.
Il governo delle città venezuelane in mano ai paramilitari.
Il governo formato dal binomio Maduro Cabello per sopravvivere reprime con la violenza.
Ma i ragazzi, studenti e motori della protesta, capiscono di avere un futuro compromesso.
Hanno chiaro l’obiettivo sociale, vogliono sicurezza, cibo, medicinali, educazione scolastica di qualità, ospedali che funzionino in un paese produttore di petrolio che guarda caso ora ha dovuto importarlo dal Brasile.

Il dovere di un’opposizione democratica è di opporsi senza essere schiacciati dalla paura .

La democrazia non si negozia .

Non si tratta di gestione inefficente di un paese, perchè non c’è benessere in assenza di REPUBBLICA .

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