Ritratto di María Corina Machado

di Francesca

Deputata dell’Assemblea Nazionale per lo stato Miranda e coordinatrice del Gruppo Parlamentare Indipendente e del Comando Simón Bolívar, María Corina è anche membro del movimento politico VENTE.

Figlia maggiore di quattro fratelli, proviene da una famiglia venezuelana molto unita.

Quello che mi è sempre piaciuto di lei è il suo coraggio.

Le donne toste mi incantano da sempre, ma esserlo in un paese, purtroppo ancora maschilista come il Venezuela, non è una cosa da tutti.

Maria Corina ha sempre affrontato con molta grinta il potere bolivariano, esponendosi sempre in prima persona in favore dei venezuelani.

La deputata, divorziata e con tre figli, è un’agguerrita politica che lotta in nome della democrazia, ed è anche molto attiva in ambito umanitario, co-fondatrice di associazioni come Atenea, dedicata agli orfani e ai giovani abbandonati, o Oportunitas, associazione privata che gestisce appoggi finanziari ed amministrativi per i programmi finalizzati all’assistenza dei bambini nelle zone di povertà estrema.

O ancora come Sumate, la principale organizzazione non governativa che vuole difendere i diritti politici dei venezuelani e la trasparenza elettorale.

Nel 2004, Sumate convocò un referendum popolare nazionale riuscendo a raccogliere milioni di firme, in numero equivalente ad un quarto dell’elettorato nazionale di allora.

Per il suo coinvolgimento in questa organizzazione, il regime di Hugo Chávez le impose il divieto di uscire dal paese per tre anni con l’accusa di cospirazione e tradimento alla Patria.

Maria Corina Machado è stata professoressa universitaria e ha fatto parte di giunte direttive in imprese come SIVENSA e SINERGIA.

Nel 2010 fu eletta deputata dell’Assemblea Nazionale con il maggior numero di voti.

È riconosciuta come una delle voci più energiche del parlamento venezuelano.
Ha mostrato la sua grinta già durante l’amministrazione di Chávez, arrivando a insultarlo e redarguirlo nel 2011.

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Il suo stile frontale e combattivo è diventato la sua caratteristica principale ed è ormai da tutti riconosciuta come una donna valorosa che non esita a mettere in gioco persino la sua incolumità fisica, come in occasione del violento incidente ormai da tutti ricordato come “Golpe Al Parlamento”.

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Ha partecipato come candidata indipendente alle elezioni primarie dell’Unità, svoltesi il 12 febbraio 2012.

Durante la campagna presidenziale del 14 aprile 2013 è stata coordinatrice internazionale del Comando Simón Bolívar e da quel momento ha creato diverse relazioni internazionali con l’unità democratica, anche attraverso organismi quali UNASUR, MERCOSUR, OEA, per citarne solo qualcuno.

È parte attiva di VENTE VENEZUELA, un movimento politico che si è andato consolidando a livello nazionale e che ha l’obiettivo di lottare per l’ottenimento di una società fondata su valori come la prosperità e la pace, che incentivi gli sforzi individuali e collettivi e dove i cittadini si sentano parte attiva e fondamentale dello stato.

Oggi è da tutti riconosciuta, insieme a Leopoldo López, come una delle fondamentali forze propulsive che hanno portato a quello che si sta attualmente verificando in Venezuela.

Sono stati loro i leader oppositori che, insieme al sindaco di Caracas Antonio Ledezma, hanno invitato i venezuelani a scendere nelle strade a manifestare pacificamente lo scorso 12 di febbraio.

Quella marcia, pur essendosi svolta in forma pacifica, è degenerata in atti violenti e ha portato alla morte di tre persone, per mano delle forze armate del Governo che da subito hanno messo in atto una feroce repressione verso ogni forma di protesta.

Le manifestazioni non hanno avuto fine e continuano ininterrottamente da allora.

Il bilancio di morti, feriti e torturati continua ad aumentare.

Tuttavia, era necessario alzare la testa e non continuare a sottostare inermi alla serie infinita delle follie cubane che il popolo venezuelano tollerava e subiva ormai da troppo tempo.

In un clima generale in cui nessuno sembrava riuscire ad alzare la testa, questi due carismatici politici sono stati in grado di smuovere gli animi di milioni di venezuelani, chiamandoli a scendere attivamente nelle strade a protestare contro tutte le assurdità di questi ultimi 15 anni di dittatura.

Da qui è stato un attimo mettere in croce entrambi, tanto che Leopoldo López si trova rinchiuso in una cella di isolamento come prigioniero politico nel carcere di Ramo Verde da oltre un mese e Maria Corina sta vivendo proprio in queste ore una serie di accuse oltre che una denuncia governativa alla Corte Suprema della Giustizia venezuelana.

Il motivo? Secondo Maduro ed il suo governo sarebbero entrambi traditori della patria e cospiratori contro il Governo.
E i problemi, si sa, per Maduro e i Castro, esattamente come fu per Chávez, non si affrontano. Si eliminano.

Proprio qualche giorno fa avevo scritto che la Machado era stata invitata da Ricardo Martinelli in Panamá e che le era stato offerto di intervenire durante la riunione dell’OEA.

È curioso che, non appena questa notizia è stata diffusa, siano scattate le accuse e la denuncia da parte della deputata di PSUV Tanía Días, Diosdado Cabello e quasi tutta l’Assemblea Nazionale.

Per la serie “il Venezuela è un paese democratico dove regna la pace”, ecco l’ennesima dimostrazione di quanto invece si sia sotto una terribile dittatura.

Non appena si è saputo che la Machado avrebbe potuto parlare di fronte all’OEA della situazione venezuelana, infatti, la maggioranza chavista dell’ Assemblea Nazionale (AN) si è rivolta alla Fiscalía Generale per denunciare la deputata richiedendo che le venga ritirata l’immunità parlamentare per “essere stata la mandataria dei fatti violenti che si sono realizzati nel corso dell’ultimo mese”.

“Hanno creduto che con i loro attacchi ci avrebbero piegati. Ora siamo invincibili!”, ha scritto la Machado su Twitter.

Maduro aveva rotto le relazioni diplomatiche con il Panamá lo scorso 5 marzo, accusando il presidente Ricardo Martinelli di essere un “lacchè” e di non essere “degno del suo popolo”, solo perchè Martinelli aveva mostrato solidarietà verso il popolo venezuelano e aveva proposto una riunione per discutere del caso.

Questa mano tesa ed aperta verso il Venezuela è stata vista e reinterpretata ome “un’intromissione, un’invadenza negli affari privati del Venezuela” e quindi Maduro ha interrotto qualsiasi forma di dialogo e di scambio con Martinelli e con il paese che rappresenta.

I disordini scoppiati a pochissime ore dalla riunione dell’OEA, prevista ieri, giovedì 20 marzo, a Washington, non hanno comunque impedito di partecipare alla deputata, che è partita mercoledì per gli Stati Uniti per parlare davanti all’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) in merito ai disordini e alle proteste che vive il Venezuela.

“Sto partendo dal Venezuela per approfittare di questa coraggiosa e solidale opportunità che offre al paese il governo del Panamá”, ha scritto mercoledì su Twitter.

“È un onore per me essere la voce dei venezuelani davanti ai nostri fratelli latinoamericani all’OEA”, ha poi aggiunto.

Così ieri María Corina Machado è riuscita a raccontare cosa sta accadendo: “In Venezuela può succedere quasiasi cosa in qualsiasi momento”.

La Machado ha potuto raccontare la situazione venezuelana senza censure, segnalando anche l’arresto e la detenzione di alcuni sindaci e governatori municipali, oltre che di Leopoldo López, da parte del Governo venezuelano.

Ha inoltre raccontato delle violenze imposte a numerose donne, maltrattate dalle GNB, come nel caso di Marviña Jiménez, liberata velocemente nonostante avesse commesso diversi delitti.

La deputata ha anche affermato che diversi governi stanno appoggiando il regime di Maduro, omettendo ciò che sta succedendo nel paese per conflitto di interessi.

Ha inoltre parlato di tre persone come rappresentanti della società venezuelana:
il leader studentesco Carlos Vargas, il sindacalista Iván Freites e Rosa Orozco, la madre di Geraldine Moreno, studentessa assassinata durante le proteste.

Come giustamente fa presente la mia amica Odilia sulla aua bacheca Facebook, è piuttosto curioso che sia Carlos Vargas che Rosa Orozco, siano stati in qualche modo boicottati e messi a tacere davanti alle telecamere dei media internazionali, da alcuni funzionari dell’OEA stessa.

“Sembrerebbe che la verità che hanno da raccontare questi rappresentanti della società civile venezuelana, risulti scomoda a qualcuno”, aggiunge Odilia a ragion veduta.

Guardate voi stessi come sono stati trattati.

Nei giorni scorsi, poi, MC Machado aveva dichiarato che sarebbe stato necessario prevedere un’accurata indagine sulle accuse che le sono state rivolte, che è certa provengano direttamente da Cuba.

D’altronde sono anni che la Machado denuncia la massiccia presenza cubana in ruoli governativi venezuelani e in molti altri ambiti statali del nostro paese.

Inoltre è stata sempre lei a promuovere la marcia contro Cuba e la sua presenza militare nell’esercito lo scorso 16 marzo, durante la quale ha affermato che: “la presenza dei militari cubani nelle forze armate è un piano del regime cubano per sminuire e svilire la nostra forza militare e comandare sul Venezuela”.

Durante il suo viaggio di mercoledì verso Washington, in scalo a Miami, Maria Corina ha incontrato casualmente e quasi provvidenzialmente in aeroporto la Dama de Blanco Berta Soler.

Berta Soler Fernández è una dissidente cubana, leader delle Dame in bianco, movimento cittadino cubano che riunisce mogli e altri familiari di prigionieri politici cubani. Viene definita come una delle più grandi ed attive dissidenti dell’attualità.

Corina Machado ha inoltre dichiarato di non temere “questo regime di terrore che tanto danno sta facendo al paese”, aggiungendo che è certa che i venezuelani riusciranno a cambiare le sorti del proprio paese, seguendo una via democratica e costituzionale.

Durante la riunione ha fatto presente che qualcosa dallo scorso 12 febbraio effettivamente è successo: oggi, infatti, il mondo intero riconosce il regime di Maduro per quello che è: una dittatura. Oggi tutti sanno che in Venezuela è in corso una vera e propria dittatura!

Ha anche detto che in Venezuela esiste una politica repressiva e una grande facilità nell’arrestare qualsiasi politico e che il presidente Nicolás Maduro ha reagito con una repressione brutale e spietata alle proteste, utilizzando civili e militari per i suoi fini.

Ha poi sottolineato che proporre un dialogo mentre si continuano ad assassinare i giovani venezuelani è paradossale e che, quando si tratta di libertà, mostrarsi indifferenti equivale ad essere complici.

Tra le tante dichiarazioni esposte dalla nostra deputata, il fatto che le forze armate venezuelane vengano utilizzate con finalità politiche e che essere giornalisti oggi in Venezuela significhi essere eroici e pieni di coraggio.

Ha anche ribadito la violazione dei diritti umani nel caso delle varie torture inflitte agli studenti arrestati, facendo presente quanto possa essere stato duro per i ragazzi aver dovuto esporre denuncia proprio sotto lo sguardo minaccioso dei loro stessi aggressori.

Inoltre ha fatto presente che provare ad impedire che si ascolti la voce del popolo venezuelano è in qualche modo portare a confessare il governo venezuelano sulle sue responsabilità e le sue paure relative a quanto sta accadendo, ribadendo quanto sia folle che un paese come il Venezuela, che può contare sul petrolio, attraversi una crisi di tale portata.
Maria Corina ha anche insinuato che il silenzio e la complicità di molti paesi limitrofi e non solo possano dipendere proprio dai loro interessi verso il nostro petrolio.

All’OEA non si sta chiedendo un favore ma solo e soltanto che compia il suo dovere: applicare la lettera democratica dell’OEA, risolvere la repressione con provvedimenti e sanzioni e, infine, prevedere indagini approfondite sulla situazione Venezuelana, orientate democraticamente.

Per finire María Corina Machado ha espresso la sua gratitudine nei confronti del Panamá, dicendo che non si potrà mai dimenticare questo gesto coraggioso e solidale mostrato verso il Venezuela ed il suo popolo.

“Non so quale sarà il mio destino quando tornerò in Venezuela, ma so qual è il mio compito”, ha concluso.

Sappiamo tutti che l’ OEA è ormai un ente che lascia il tempo che trova, oltre ad essere fortemente corrotto. Ciò nonostante permette ancora quel poco di visibilità nazionale ed internazionale di cui oggi il Venezuela ha tanto bisogno.

Sappiamo anche che non dobbiamo aspettarci alcun intervento da questa organizzazione, ma bisognava almeno provarci.

È comunque importante che si sappia che ci sono stati 11 voti a favore quando si è trattato di decidere se realizzare in forma privata o no la riunione in cui avrebbe preso la parola la deputata Maria Corina Machado per parlare della situazione attuale del Venezuela.

I paesi che hanno votato a favore di una riunione pubblica sono stati il Panamá, il Messico, gli Stati Uniti, il Guatemala, il Perú, il Cile, la Colombia, la Costa Rica, il Canada, Paraguay e Honduras.

I paesi che hanno votato per una riunione a porte chiuse Grenada, Salvador, Haití, Nicaragua, Paraguay, San Vicente Granadinas, Surinam, Uruguay, Trinidad e Tobago, Argentina, Bolivia, Brasile e Uruguay.

Barbados si è astenuta.

Con la Sessione a porte chiuse nemmeno MC Machado, come invitata, avrebbe potuto assistere alla riunione.

È stato quindi solo grazie all’ambasciatore del Panamá, per disposizione del Presidente Martinelli, se la nostra deputata ha potuto partecipare e parlare.

È abbastanza evidente che sia stato tutto finalizzato a non far partecipare e parlare la Machado.

Eccovi il video in due parti della conferenza stampa di Maria Corina Machado all’OEA.
PRIMA PARTE
SECONDA PARTE

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