Brachetto d’Acqui: tour in Alto Monferrato alla scoperta dei vini del Consorzio.

di Francesca

vitigni, territori e metodo di produzione dei vini del Consorzio Brachetto d’Acqui

Dopo giornate fredde e grigie è arrivata di colpo la primavera!

E noi l’abbiamo celebrata con una delle prime giornate davvero calde della stagione.

Dove?

Nel Monferrato, ospiti del Consorzio di Tutela del Brachetto.

La prima tappa: Acqui Terme

Su un pulmino, in perfetto stile “gita scolastica” per quanto era bella l’atmosfera che si respirava, abbiamo visitato l’area di produzione del Brachetto.

Il tour ha avuto inizio ad Acqui Terme, bellissima cittadina in provincia di Alessandria.

Acqui Terme è una delle patrie del Brachetto, con la sua Bollente, caratteristica fontana nel centro città da cui sgorga acqua sulfurea naturalmente calda.

Acqui Terme fa parte dei 26 comuni tutelati per la produzione della DOCG Brachetto d’Acqui ed è una città antichissima e ricca di storia.

fondata dai Romani del II secolo A.C.

Aquae Statielle intorno a delle sorgenti termali, con acque che sgorgano a 75° C, con proprietà terapeutiche.

Ci ero già stata insieme a Luigi diversi anni fa, in occasione di uno dei nostri “week-end tartufo” che ci regaliamo tuttora tra ottobre e novembre ad Alba.

Vini e prodotti tipici

E’ il luogo ideale per rilassarsi e gustare il Brachetto d’Acqui con i prodotti tipici del luogo.

Quali? La farinata, le formaggette, il Tartufo Bianco, il Filetto baciato e i prelibati amaretti.

Diario di viaggio

Un passeggiata e un aperitivo tra i filari in vigna, ad Alice Bel Colle, davanti a un panorama collinare da togliere il fiato;

tantissime foto su un’enorme panchina rosa (è così che ho scoperto il BIG BENCH COMMUNITY PROJECT);

un ottimo pranzetto, ospiti del Relais Villa Prato, con una degustazione guidata da sommelier di Brachetto d’Acqui e Acqui DOCG in abbinamento a piatti del territorio e con assaggi sensoriali alla scoperta dei profumi unici del Brachetto.

Dopo pranzo, insieme ad una bravissima sommelier, ci siamo divertiti con un’analisi olfattiva dei profumi che rendono unico questo vino.

Infine, prima di tornare a Milano, abbiamo anche visitato le storiche Cantine Bersano.

Qui, guidati da un enologo, abbiamo scoperto i diversi passaggi del processo di produzione vinicola con degustazione finale dei mosti destinati a diventare Brachetto d’Acqui e Acqui Rosé.

Le tre tipologie di Brachetto

Qui abbiamo scoperto che esistono tre tipologie di Brachetto d’Acqui:

  • il vino rosso (così detto “tappo raso”)
  • lo spumante
  • il passito.

Al centro del tour il Brachetto d’Acqui e il nuovo nato l’Acqui DOCG rosé raccontati insieme alla cultura e le bellezze di un territorio che ha enormi potenzialità in campo turistico ancora tutte da sfruttare.

L’Acqui DOCG Rosè è in assoluto il mio preferito, mi piace perché è uno spumante perfetto a tutto pasto, fresco e profumato, con un leggero retrogusto di frutti rossi.

Il Vinum Acquense

Come tutti i veri protagonisti anche la storia del Brachetto è intrisa di leggenda e fascino.

Una delle più suggestive racconta che al “VINUM ACQUENSE” si attribuissero mirabolanti virtù afrodisiache.

Si dice che all’epoca dell’Impero Romano, Giulio Cesare prima e Marco Antonio poi facessero precedere il loro arrivo in Egitto alla corte di Cleopatra da otri di “vinum acquense”, apprezzatissimo dalla Regina per risvegliare gli ardori dei suoi leggendari amanti.

Chissà se è vero…. intanto una certezza ce l’ho: il Brachetto mi piace molto!

Metodo Charmat o Martinotti

La tecnologia di produzione attuata per la quasi totale produzione del Brachetto d’Acqui (eccetto alcune produzioni di nicchia) è quella che viene comunemente definita metodo Charmat, o Martinotti.

Si chiama così perché fu inventato alla fine del Diciannovesimo secolo da Federico Martinotti, direttore per l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti.

In questo processo la fermentazione avviene in un’autoclave pressurizzata e a temperatura controllata, per un periodo di 30 giorni, durante il quale gli zuccheri presenti vengono trasformati in alcol e anidride carbonica ad opera dei lieviti.

Il prodotto della spumantizzazione viene quindi subito imbottigliato ed è pronto per essere consumato.

Caratteristiche organolettiche del Brachetto d’Acqui

Il Brachetto d’Acqui si presenta alla vista con un intenso colore rosso rubino o porpora, nel quale spiccano riflessi violacei, tendenti al rosato o al granato chiaro.

Il profumo è delicato ed aromatico, e richiama ai sentori della frutta rossa e della rosa.

Il Brachetto d’Acqui si distingue per la sua dolcezza e per il sapore elegante, delicato e morbido.

Nella tipologia spumante il perlage (ovvero l’effervescenza tipica dei vini spumanti) è fine e persistente.

Il Brachetto d’Acqui è un vino che non ama l’invecchiamento; per questo, il suo consumo non dovrebbe andare oltre i due anni dalla vinificazione.

Terreno e clima

Il clima di queste zone è caratterizzato da inverni piuttosto rigidi, estati calde, primavere ed autunni miti.

L’uva sviluppa contenuto zuccherino e composti aromatici caratteristici che definiscono la tipicità del Brachetto, mentre la diversa composizione dei terreni (ricchi di sabbia, limo e argilla) conferisce al vino una versatilità espressiva unica, ponendo l’accento ora su finezza ed eleganza, ora su corpo ed intensità di ogni elemento, ora su leggerezza e fragranza.

Insomma, penso si sia capito che ho amato questo tour e che adoro questi vini.

Anche perché non è nemmeno la prima volta che ve ne parlo.

A tal proposito di seguito trovate il post precedente:

Brachetto d’Acqui, Acqui DOCG Rosé e Robiola di Roccaverano: Il Monferrato in tavola

Qualche informazione sul Consorzio Tutela Vini d’Acqui

Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 ad Acqui Terme con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita del Brachetto a tutela del territorio d’origine, dei suoi produttori e del consumatore finale.

Oggi il Consorzio riunisce 60 aziende tra cui aziende agricole, cantine cooperative e aziende spumantiere.

Nel 1996 il Brachetto d’Acqui ha ottenuto la DOCG, elevando così il livello di entrambe le categorie tutelate.

Come servire ed abbinare il Brachetto d’Acqui DOCG?

Per il Brachetto d’Acqui la temperatura ottimale di degustazione consigliata è compresa fa 8 e 12°C.
Anche se amo molto il vino freddo la sua temperatura non dovrebbe essere eccessivamente bassa,

Il freddo, infatti, tende a bloccare i profumi del vino, che di conseguenza non si sprigionano e non arrivano al palato.

Grazie alla sua gradazione alcolica contenuta, il Brachetto d’Acqui ben si presta ad accompagnare soprattutto i dessert e la frutta, regalando momenti di vero piacere anche ai palati meno esperti.

Ottimo con la frutta

Ottimo con le fragole fresche o le pesche di stagione: gli aromi ed i profumi della frutta si mescolano a quelli del vino, regalando sensazioni piacevoli ed intensi profumi floreali.

Il Brachetto d’Acqui è molto apprezzato nella preparazione di cocktail, aperitivi e long drinks, abbinandosi in modo eccellente non solo al gusto dolce, ma anche al salato.

Da provare con i formaggi e salumi.

Cos’è il Big Bench Community Project

L’iniziativa Big Bench Community Project (BBCP) nasce per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala.

BBCP è un’iniziativa no profit promossa dal designer americano insieme alla moglie Catherine, cittadini di Clavesana dal 2009, per unire la creatività del team di designer della Chris Bangle Associates S.r.l. alle eccellenze artigiane di quest’area del Piemonte.

(Qui trovate la mappa per trovare anche le altre panchine).

Vi consiglio di visitare queste zone, di perdervi tra le dolci colline dell’Alto Monferrato, culla del Brachetto d’Acqui, ma anche area variegata dove il vitigno aromatico si esprime al meglio sin dall’antichità.

 

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